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Frida Kahlo alle Scuderie del Quirinale

Dal 20 marzo al 31 agosto 2014 si sta svolgendo alle Scuderie del Quirinale di Roma una personale dell'artista messicana Frida Kahlo, simbolo incontrastato dell'avanguardia artistica del Novecento. La mostra, che indaga il rapporto dell’artista con i movimenti culturali dell’epoca - dal Modernismo messicano al Surrealismo internazionale - cerca di cogliere le influenze che essi hanno esercitato sulle opere della Khalo e come si è sviluppato negli anni il "mito Frida".

La mostra, curata da Helga Prignitz-Poda, si compone di circa 130 opere: dipinti, autoritratti, disegni e collage ai quali si aggiungono i lavori di artisti contemporanei come Diego Rivera e José David Alfaro Siqueiros. Numerosi sono anche i ritratti di Frida realizzati da numerosi fotografi, tra cui Nickolas Muray, suo amante.

Le opere sono capolavori assoluti provenienti da collezioni, dalle raccolte pubbliche e private in Messico, Stati Uniti, Europa. Dopo Roma la mostra giungerà a Genova dal 20 settembre 2014 al 15 febbraio 2015. Tra le opere esposte, spicca l’Autoritratto con vestito di velluto (1926), in cui l’artista richiamandosi alla tradizione rinascimentale di Botticelli e di Parmigianino, si ritrae come una Madonna sensuale avvolta in un abito di velluto rosso. Alle sue spalle, il mare si agita tempestoso. La tela fu realizzata per il suo amato, Alejandro Gòmez Arias e da lui custodita per tutta la vita. L’Autoritratto con collana di spine e colibrì (1940) vide la luce durante un periodo di crisi nel rapporto con Diego Rivera. L’opera è carica di simboli nascosti tra cui spiccano le lettere D e F, legate insieme dall’amore le spine. Dietro Frida, fa capolino una flora lussureggiante, scimmie e gatti neri.

Frida nasce a Città del Messico il 6 luglio del 1907: affetta da spina bifida, che genitori e parenti scambiarono per poliomielite, fin dall'adolescenza manifestò una personalità molto forte e anticonformista nonostante il piede e la gamba destra rimanessero deformi e sempre nascosti da pantaloni e lunghe gonne messicane. Nel 1922, a 18 anni la giovane si iscrive alla “Escuela Nacional Preparatoria” sognando di diventare medico. Qui si legò ai Cachuchas, un gruppo di studenti con un berretto come segno distintivo, sostenitori del nazional-socialismo, e iniziò a dipingere per divertimento i ritratti dei compagni di studio. Il destino però era in agguato e il 17 settembre 1925 si presenta sotto forma di un autobus diretto a Coyoacàn, su cui Frida era salita per tornare a casa dopo la scuola. L’autobus si scontra con un tram e lei riporta varie fratture, fra cui una ferita profonda all’addome, prodotta da una barra di ferro entrata dall’anca destra e uscita dal sesso.

Frida si salvò ma dovette portare un busto di gesso per 9 mesi e rimanere immobile a letto per 2 mesi, dopo le dimissioni dall’ospedale. Fu la mamma di Frida a trasformare il letto della figlia in un baldacchino con un enorme specchio, in modo che la ragazza sia pur immobilizzata, potesse vedersi. Nacquero così i primi autoritratti che ce la ricordano: con queste rappresentazioni Frida infranse i tabù relativi al corpo e alla sessualità femminile. Nel 1928 Frida si unì ad un gruppo di artisti e di intellettuali che sostenevano un’arte messicana indipendente, lontana dall’accademismo e legata all’espressione popolare: il mexicanismo, che si esprime nella pittura murale incoraggiata dallo Stato per raccontare la storia nazionale anche alla grande massa analfabeta.

Divenne un'attivista del Partito Comunista Messicano a cui si iscrisse nel 1928, partecipò a numerose manifestazioni e nel si innamorò di Diego Rivera con il quale si sposò nel 1929. Nel 1939 divorziarono a causa del tradimento di Rivera con Cristina Kahlo, sorella di Frida, nel 1940 si risposarono a San Francisco. Nel 1953, alla sua prima mostra personale, allestita dall’amica fotografa Lola Alvarez Bravo, partecipò sdraiata su un letto, dato che i medici le avevano proibito di alzarsi. È Diego ad avere l’idea di trasportare il grande letto a baldacchino di Frida fin nel centro di Città del Messico. Stordita dai farmaci, partecipa alla festa rimanendo a letto, bevendo e cantando con il pubblico accorso numeroso. Nell’agosto dello stesso anno, i medici decisero di amputarle la gamba destra fino al ginocchio,morì l’anno seguente il 13 luglio, a Coyoacàn. Tra i disegni in mostra spicca il bozzetto per l’Henry Ford Hospital (1932), nonché il famoso corsetto in gesso che Frida fu costretta a usare negli ultimi anni della malattia, e che decorò con una serie di simboli.

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