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Amazon vs Francia. Modelli evoluti di politica della competizione

La storia infinita dela lotta dei valorosi librai indipendenti francesi contro il mostro Amazon si è arricchita nei giorni scorsi di un nuovo esaltante capitolo. Ad uscire sconfitti sono i consumatori, ma quello resta un dettaglio.

Dopo le accuse, tra gli altri, della ministra per la Cultura Aurelie Filippetti, che si è portata avanti giungendo a prefigurare l’intenzione di Amazon di puntare ad alzare i prezzi dopo essersi sbarazzata dei librai tradizionali (inequivocabilmente un vaste programme), nei giorni scorsi è stata approvata una legge che vieta a tutti gli online bookstore la consegna gratuita. A questa mossa, senza lavorare troppo di fantasia, Amazon ha replicato fisssando ad un centesimo i costi di consegna di pacchi contenenti libri (chi utilizza Amazon Prime ha ancora la consegna gratuita, avendo pagato un canone, cioè un corrispettivo per un servizio).

Già la risposta di Amazon suona beffarda, se solo la si inquadra in un contesto di costi effettivi e di tentativo di evitare sussidi incrociati tra componenti di costo nel pricing del servizio. Ma nella legge appena approvata è presente un ostacolo più problematico, per Monsieur Bezos. In Francia, che ha una fiera tradizione di piccoli bookstores indipendenti, esiste da oltre trent’anni (per iniziativa dello storico ministro della Cultura, Jack Lang) una legge che vieta di offrire sconti sui libri in misura eccedente il 5% del prezzo di copertina. La nuova legge vieta ai bookstore online di praticare anche quell’esile 5%. Cose da non far sapere ai nostri legislatori, altrimenti potrebbero cominciare a salivare copiosamente e rimettere mano al loro precedente capolavoro nel settore.

La Francia ha circa 3.500 librerie, di cui tra 600 ed 800 non appartenenti ad un editore o alla grande distribuzione. Per dare la misura, nel Regno Unito vi sono in totale circa mille bookstores. Si attende ora l’eventuale iniziativa legale di Amazon in sede europea. Se siete già pronti a commentare con un bel non sequitur del tipo “sì, ma Amazon non paga le tasse in Francia”, riflettete circa il fatto che, a prescindere, a perdere saranno i consumatori francesi.

Tenendo peraltro presente che il fatturato del settore librario è in flessione anche in Francia, ed alla fine spetterà agli editori adeguarsi alle mutate condizioni di domanda. La legge della coperta corta (nota anche come economia) resta spietata.

Lettura complementare consigliataSerena Sileoni su Leoni Blog

 

Foto: S. Wood/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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