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La scommessa persa della produttività

La vulgata nazionale inneggia al miglioramento della produttività aziendale, costi quel che costi, per andare oltre la crisi. Cosa buona e giusta che quel miglioramento debba passare, anche, per la riduzione del costo del lavoro.

Come si ottiene? Beh, ad occhio e croce: con l’automazione dei processi produttivi si riducono gli occupati, diminuisce il clup. Si può pure tener fermo il remunero del lavoro, come avviene da illo tempore, pure qui giù il clup.

Beh, detto fatto a giudicare dai numeri che mostra l’Istat: il tasso di occupazione tra i 15/64 anni sta al 55,6%; a maggio il tasso di disoccupazione al 12,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali su aprile; quella giovanile sta al 43%.

Orbene, ora così conciati, diamo volgarmente un’occhiata a dove ci si va a ficcare. Con in giro meno redditi da lavoro, vieppiù pure insufficienti, questo rende l’impresa più produttiva?

Non lo mandano a dir, le associazione dei consumatori Adusbef e Federconsumatori: "Cosa gravissima che ha contribuito a far diminuire in termini complessivi il potere di acquisto delle famiglie, sceso del 13,6 % dal 2008, ciò ovviamente comportando una forte contrazione del mercato solo nel biennio 2012-2013 di -8,1%, pari alla colossale cifra di 58 miliardi".

E quando questo accade, accade pure che si riduce il prelievo fiscale, aumenta il debito pubblico; per mettere un freno lo Stato riduce le prestazioni di welfare erogate.

Fiuuu, toccherà pure ad altri pagare dazio. Se ne avvede Marco Venturi, presidente di Confesercenti che scalpita:

"Nel 2014 un pensionato 'medio' perderà 1.419 euro di potere d'acquisto rispetto al 2008. Sono oltre 118 euro in meno a mese, sottratti a consumi e ai bilanci delle famiglie. Che sempre più spesso sono sostenuti proprio dai pensionati diventati, durante la crisi, pilastri del welfare familiare". 

E nell’impresa? Beh, accade che il tornaconto della produttività si muta in sovraccapacità: danno, insomma! Si dirà: ma la produttività è produttività! Già e quella produttività sarà in grado, contenendo il costo delle merci, di rifocillare quel potere d’acquisto al fin di rendere produttivo pure il fare di quelli che fanno la spesa?

La scommessa sta tutta qui e ad oggi sembra perduta!

 

Mauro Artibani

 

 

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