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Prandelli: duro sfogo al vetriolo nel giorno della presentazione al Galatasaray

L'ex ct Cesare Prandelli nel giorno della sua presentazione al Galatasaray ritorna sulla vicenda della nazionale con uno sfogo al vetriolo: "Ho ricevuto lettere di minacce, sono cose che non ti fanno star bene. Mi sono dimesso perché non sono il tipo che va a chiedere la buonuscita come si fa in Italia".

 

Cesare Prandelli nel giorno della sua presentazione alla sua nuova squadra, il Galatasaray ritorna a parlare della nazionale italiana.

Fino ad oggi è rimasto in silenzio, un uomo decisamente amareggiato e provato dall'esperienza del mondiale e da tutte le critiche piovutegli addosso per un fallimento di un progetto fortemente voluto da lui stesso.

Trova il momento di parlare nella consueta conferenza stampa alla presentazione della sua nuova squadra, il Galatasaray, a Istanbul, concedendo 35 minuti alla stampa italiana. Un vero e proprio sfogo nel quale rilascia dichiarazioni al veleno, dove ne ha per tutti. Prandelli ritornando a parlare della nazionale esordisce cosi:

"Superare uno choc come il Mondiale non è facile. La possibilità di iniziare subito e avere un nuovo obiettivo potrebbe aiutarmi molto. Il bilancio dei 4 anni in azzurro non devo farlo io. Ciò che abbiamo compiuto dentro e fuori dal campo sarà da rileggere. Certo, quando poi ricevi minacce, lettere nella cassetta della posta, oppure leggi certi articoli o senti certe trasmissioni, rimani spiazzato, non ti fanno star bene, ti chiedi il perché. Sei anche costretto a consolare chi fino a quel momento aveva cercato di consolare te. D'altronde, ci sono i familiari, puoi perdere la testa. Che dovevo fare? Restare sul divano. Mi sono dimesso perché non sono il tipo che va a chiedere la buonuscita come si fa in Italia. Sono al Galatasaray per vincere e non per i soldi".

Tornando invece alle scelte sulle convocazioni e precisamente sull'esclusione di Giuseppe Rossi aggiunge: "Giuseppe Rossi? Non volevo parlarne. È ancora forte la delusione che ho provato dopo le sue parole. Se un giocatore conosce il proprio ruolo... L'avevo detto alla prima conferenza; non era pronto e gliel'ho detto due volte. Questa è una delusione umana. Un giorno dirà la verità. È cominciato tutto da lì".

 Altra stoccata Prandelli la dà quando si parla del caso Balotelli: "Mario non è un campione, è un giocatore che ha i colpi. Quando ci siamo salutati gliel'ho detto: se vuole diventare quello che pensa deve essere nella realtà e non nella visione virtuale. Gli ho voluto bene e gliene voglio tuttora, ma deve percepire la realtà e non creare il proprio mondo parallelo. Gli ho detto: fai tesoro di questa esperienza perché la Nazionale ha bisogno di te”.

Sulla preparazione della squadra in vista del mondiale e sulle convocazioni il ct si assume tutte le responsabilità, ecco le sue dichiarazioni:

"La preparazione? Ci assumiamo tutte le responsabilità, ma giocare due volte alle 13, non è stato facile, con temperature tra 30 e 50 gradi. Abbiamo cercato una preparazione scientifica. Le scelte? Le rifarei, sono state dettate dal campionato, chi c'era ha meritato di venire".

Prandelli in questo suo sfogo sente anche la necessità di chiarire le polemiche sulle dichiarazioni a caldo di Andrea Agnelli nel post dimissioni che lo incalzava insieme ad Abete, defilati nel momento delle difficoltà e ribadisce alla conferenza stampa di non essere scappato: "Ho chiamato il presidente Agnelli e mi ha spiegato che la sua è stata solo una battuta mentre parlava della fiscalità del calcio in Europa".

Dopo lo sfogo della giornata, dove ce n'è per tutti, Prandelli inizia la sua nuova avventura al Galatasaray dove, in queste ore, ha formato un accordo biennale con la squadra turca. In merito al compenso, percepirà 2 milioni di euro a stagione, la metà di quanto percepiva il suo predecessore Mancini.

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