• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Istruzione > Trieste, servizi educativi a rischio

Trieste, servizi educativi a rischio

Continua la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici precarie dei servizi educativi del Comune di Trieste (asili nido, scuole dell’infanzia e ricreatori) che a partire da una sentenza della Corte Costituzionale che risale ad aprile di quest’anno rischiano il licenziamento di massa con la privatizzazione di questi servizi e la probabile cessione a cooperative.

La sentenza 54/2014 della Corte Costituzionale ha dichiarato infatti illegittime tutte le assunzioni effettuate dagli enti locali che compongono il Comparto Unico Friuli Venezia Giulia dal 2011 in poi, in quanto derogavano i tetti di spesa stabiliti dalla riforma Brunetta del 2009 (Dlgs 150/2009); di conseguenza, tutti i contratti dei dipendenti comunali a tempo determinato in scadenza non saranno rinnovati.

Di fronte a questa situazione, a partire dallo scorso 7 maggio, è cominciata una forte mobilitazione tuttora in corso. In quella giornata era stato indetto un primo presidio durante una riunione fra il Presidente del Comune e gli Assessori all’Educazione in cui l’USB aveva illustrato la sua proposta al Comune perché dichiarasse tutti i servizi educativi essenziali e potesse così derogare ai limiti di assunzione posti dalle attuali leggi. Dopo quella data ci sono state altre manifestazioni che hanno visto la partecipazione anche delle famiglie che usufruiscono dei servizi educativi e che hanno ben chiaro quanto questi siano realmente “essenziali” per loro.

Finalmente il 3 luglio sembra esserci una svolta quando il Comune di Trieste, sotto la pressione di diverse decine di lavoratori e famiglie utenti in presidio sotto il municipio, si impegna a garantire a settembre la continuità lavorativa dei precari impiegati negli asili e nei ricreatori. La soluzione sarebbe una legge regionale ancora in corso di definizione col Governo che permetterebbe di derogare alla legge nazionale per un altro anno.

La partita quindi non è ancora chiusa. Per il momento c’è solo un impegno formale e resta il problema della stabilizzazione dei precari, per cui i lavoratori e le lavoratrici e tutte le famiglie coinvolte hanno dichiarato che continueranno a vigilare con attenzione e determinazione. E noi con loro.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità