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Il tentativo in corso di marginalizzare i 5 Stelle

Uno dei maggiori rischi per il Movimento 5 Stelle è al momento quello di essere confinato in un angolo e marginalizzato politicamente.

Negli scontri della politica, sempre più simili a combattimenti di pugilato in cui però, a differenza di questi ultimi, i colpi sotto la cintura sono tacitamente tollerati, la tecnica di mettere nell’angolo l’avversario marginalizzandolo, risulta la più utilizzata fra i numerosi spin doctor del marketing e anti-marketing politico che fanno riferimento all’attuale maggioranza governativa guidata da Matteo Renzi. Lo sfidante, l’altro pugile sul ring, è stato e ancora sarà il leader extraparlamentare del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo il quale, benché ammaccato dall’ultima competizione elettorale europea, è ben lontano dal knock-out e dal dichiararsi prematuramente sconfitto.

Tuttavia uno dei maggiori rischi che Grillo e il suo movimento farebbero meglio a non sottovalutare, se non vogliono veder ridurre ulteriormente il loro consenso, è proprio quello di essere via via confinati in un angolo e marginalizzati, etichettati con termini più o meno dispregiativi come "xenofobi" o "anti europei", "populisti" o semplicemente "di destra" – fino a diventare sinonimo di estremisti anti-sistema e dunque concludere in anticipo la loro avventura politica, disperdendosi nell’irrilevanza che prelude all’oblio e alla fine. Il rischio è quello di rimanere eterna minoranza, e appunto ridursi fino a scomparire. L’esatto contrario di quello che si propongono i 5 Stelle.

Il fatto che queste etichette possano essere del tutto infondate e respinte come false dalla stragrande maggioranza degli attivisti, purtroppo non è sufficiente a scongiurare tale rischio, specie se a ribadire quotidianamente quei concetti è la quasi totalità degli organi di informazione che hanno come target i moderati, cioè la maggioranza che attualmente si riconosce o spera in Renzi & Co.

Stiracchiando un po’ Schopenhauer e la sua “Arte di ottenere ragione”: non è detto che in una disputa verbale in pubblico la spunti colui che dice in assoluto la verità, ma spesso ha la meglio l’affermazione che risulta più convincente per gli ascoltatori, in base a quella che essi credono sia la verità. Quindi il punto è, ancora una volta, una questione di immagine: la percezione che si ha di un leader e di un movimento.

Per fare un esempio specifico e recente, ripreso dallo stesso Grillo nel suo blog, andare a collocarsi fisicamente nel Parlamento Europeo al fianco dei sostenitori dell’UKIP di Nigel Farage, all’estrema destra, non rappresenta di sicuro la prova che il M5S abbia deciso di condividere certe prese di posizione "xenofobe" o "razziste" care ai partiti che si riconoscono in quell’area. Entrare nel gruppo dell’Efdd è innanzitutto strategia, per evitare altrimenti di rimanere fra gli eletti non iscritti, che sono difatti parlamentari di serie B, in quanto privi di alcune importanti prerogative. Ma è chiaro che gli organi di informazione filo-governativi italiani (pochi non lo sono) hanno immediatamente dato corale risalto a tale collocazione, cercando in tutti i modi di etichettare per similitudine tutto il M5S, al fine di metterlo all’angolo, di additarlo agli occhi dell’opinione pubblica come il male assoluto, dandone la peggiore immagine possibile.

Titoli in prima pagina come quello de L’Unità del 2 luglio scorso, Grillo a destra e senza gioia, sono emblematici anche se appaiono su un quotidiano di basse influenza e tiratura (e a rischio chiusura, ma non per colpa di Grillo). E purtroppo anche i simboli, per quanto antiquati, hanno un peso e un’influenza sulla sempre mutevole pubblica opinione: sono ormai brandelli ideologici che ci portiamo dietro dal ‘900 e dalla contrapposizione destra-sinistra che si vorrebbe superare in questo presente post-ideologico.

Fossi in loro, proprio per dare un segnale simbolico di rottura col passato, mi siederei in un'unica fila orizzontale, dietro tutti. Ma mi rendo conto che per comodità di lavoro sia più logico sedere accanto ai colleghi dello stesso raggruppamento. I 5 Stelle hanno fatto benissimo a non seguire i membri dell’UKIP nel porgere le terga all’esecuzione dell’Inno alla gioia, non solo per una questione di rispetto formale delle istituzioni in cui sono stati eletti, ma proprio per evitare che vengano additati come semplici provocatori senza un progetto vero di cambiamento.

L’attenzione spasmodica alla comunicazione anche nelle forme simboliche dell’immagine è spesso segno di povertà di contenuti, si potrà obiettare; ma allo stesso tempo anche la buona volontà e i contenuti più degni purtroppo possono essere inficiati dalla sciatteria comunicativa. Visto che da sempre per vincere la competizione elettorale in Italia c’è bisogno del voto moderato, e non solo disperato, bisogna anche evitare di abbaiare troppo forte, perché si sa: i moderati poi si spaventano.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.233) 10 luglio 2014 18:55

    Signor Laconte lei fa dei ragionamenti davvero singolari. La stragrande maggioranza dei mezzi di informazione starebbe "marginalizzando" Grillo e grillini. Ma a chi pensa di darla a bere?!?!

    Sono alcuni anni che il suo amato leader non fa altro che insultare, aggredire verbalmente, vilipendere chiunque osi non condividere il suo eccelso pensare, sono alcuni anni che va promettendo: adesso crollano! ora li cacciamo via tutti! arrendetevi siete circondati! e ora sarebbero i giornalisti che perfidamente vogliono marginalizzare l’autore di cotanto pensiero??!!??!!

    Lei dice bene : l’attenzione spasmodica alla comunicazione ... è spesso segno di povertà di contenuti

    La qualcosa ben si addice al suo ossessivo articolo.

  • Di Zag(c) (---.---.---.31) 11 luglio 2014 08:20
    Zag(c)

    La stampa è quella di regime sopratutto fa il suo sporco mestiere. Che credevate di essere in una democrazia parlamentare? Siete dobbiamente o ingenui o.... in malafede. I grillini hanno creduto di combattere il potere di regime con le sue stesse armi. Drammattizzando, alzando i toni , svialdo i temi parlando di altro ecc ecc. Ora qualcuno si accorge che forse il gioco grillino si presta al gioco del potere di regime. Se non ci fossero , i grillini sarebbero da inventarli. Piu grillini piu opposizione parolaia piu il regime si rafforza! 

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