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ISIS oltrepassa il confine con la Giordania. Kerry a Baghdad per assicurare i sauditi

Un'era è finita. Dopo l'espansione in Siria ed in Iraq, dovuta soprattutto anche all'implosione interna di entrambi i Paesi, l'ISIS con i suoi guerriglieri oltrepassa anche i confini del "tranquillo" regno di Giordania, da sempre uno dei Paesi più impermeabili alle tante crisi e vicissitudini mediorientali. Oltre la nuova conquista del passo di frontiera di Al Walid con la Siria, i guerriglieri ISIS hanno conquistato anche la frontiera iracheno/giordana di Turaibil.

A fronte delle tante efferatezze e violenze dei guerriglieri ISIS l'intervento degli USA a fini - almeno dichiaratamente umanitari - è invocato a gran voce. In realtà in proposito la situazione è assai più sfumata: In Iran ad esempio esso è voluto e chiesto a gran voce dal Presidente Rohani ma subito rifiutato dall'ayatollah Alì Khamenei che invece si dichiara sicuro che le autorità civili e religiose irachene siano in grado di porre fine alle conflittualità. Molto simile anche la posizione del principe saudita Faisal, dichiaratamente contrario all'intervento USA. Tutto sommato sovrapponibile - anche se non ufficialmente dichiarata - la posizione di Israele, che, al pari dell'Iran sta intanto prendendo posizione militarmente, qui la motivazione ufficiale è quella della recente uccisione di un giovane israeliano da parte di miliziani siriani.

L'unico che resta a volere davvero l'intervento armato USA è il Presidente iracheno Maliki, sciita egli stesso. John Kerry - primo personaggio pubblico di calibro mondiale in visita in Iraq dall'inizio della crisi - più che un conforto ed un sostegno gli ha portato una doccia fredda ed una messa al muro intimandogli la collaborazione con gli altri gruppi e forze del Paese: sostanzialmente in sintonia con la posizione di Faisal e di Khamenei. In Iran intanto sono decine di migliaia ad arruolarsi per combattere contro l'ISIS, ed Israele attacca invece postazioni militari siriane, in particolare la 90esima armata siriana a guardia del confine israelo siriano, sarebbe in gran parte già stata messa fuori gioco. In sostanza dunque Iraq e Siria sono già state spartite e la carta del Medio Oriente quale è stata sino ad oggi è già stata radicalmente ridisegnata. Parrebbe ora però che al nuovo "disegno" non sia aliena neppure la Giordania...

Un nuovo disegno opera essenzialmente dei potentati regionali ed in cui gli USA somigliano sempre più all'Inghilterra dopo Lawrence d'Arabia, ossia l'ex potenza coloniale in declino e ritiro.

 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.89) 24 giugno 2014 23:52

    Gli USA saranno pure una potenza in declino ma sembra che abbia anche un disegno per il Medio Oriente.

    Sono una potenza in declino, con un disegno per il Medio Oriente e con l’esigenza di ridislocare le proprie risorse in un altro quadrante mondiale.

    Infatti la stranezza del non possumus americano è che stavolta non hanno mica chiesto agli europei se loro invece potrebbero fare qualcosa contro quello che ancora è un abbozzo di esercito.

    Eppure in Libia glielo hanno chiesto agli europei di farsi "guidare da dietro" per rovesciare Gheddafi, e loro lo hanno fatto.

    E l’esercito di Gheddafi era un osso molto più duro dell’ISIS.

    L’altra stranezza è che mancando la richiesta degli USA gli europei sembrano non preoccuparsi più di tanto di quello che sta succedendo a poca distanza dai loro confini meridionali. E’ come se la cosa non li riguardasse, sono inerti come sacchi di patate se gli USA non li comandano.

    Ma in che razza di Unione viviamo? Dobbiamo chiamarla Unione Europea o Colonia Europea degli Stati Uniti?

    In Libia siamo andati a spararci sui piedi perché ce lo hanno chiesto gli USA; ora assistiamo impassibili al divampare di un incendio che sicuramente lambirà anche noi perché ce lo chiedono gli USA?

    Altro che Unione Europea, questa è una Farsa Europea.

    • Di francesco latteri (---.---.---.254) 25 giugno 2014 11:34
      francesco latteri

      Un caloroso Grazie a tutti coloro che hanno lasciato un commento. Cerco di rispondere: Anzitutto, l’osservazione sul declino USA è fatta in chiusa di articolo e con il parallelo di quello dell’Inghilterra lawrenziana, ma ancora oggi l’Inghilterra è in grado di fare pressing e di influenzare, così ( e di più gli USA). Su Gheddafi mi permetto di contestare quanto nel commento che è solo verità parziale, il fatto precipuo per il suo assassinio è stato infatti il suo eccesso di potere in Africa grazie alla Cina con cui era diventato Presidente della Confederazione africana, cominciando a contrastare in maniera efficace tanto gli USA quanto l’ Unione Europea. L’influenza degli USA in Iraq è assai ridotta non solo dal veto di Faisal e di Khamenei, ma anche dal fatto che i suoi principali sostenitori, che prima erano con Saddam, sono ora passati all’ISIS... Il succo è che gli USA non sono più ingrado di imporre con la forza come negl’anni ’60 la loro leadership e perciò nel "collasso" di Iraq e Siria assumono rango prioritario le potenze regionali Iran ed Arabia Saudita, quest’ultima ormai ha un ruolo anche economico primario a livello mondiale grazie alla sua estrema forza finanziaria, (ma di ciò in altri articoli).

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