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 Home page > Tribuna Libera > Riforma della PA: quando si dice "son promesse di marinaio"

Riforma della PA: quando si dice "son promesse di marinaio"

Come tutte le altre, anche la riforma della Pubblica Amministrazione promossa da Renzi consiste in grandi annunci e pochi provvedimenti immediati, rimandando la "ciccia" al dopo. Naturalmente la fraseologia che accompagna gli annunci è fatta di botti pirotecnici in cui si proietta tutto quello che colpisce l’immaginario collettivo per poi scoprire, arrivando alla “ciccia”, che il lampo è il contrario del botto! Per restare alla “riforma” della PA si dimezzano i permessi sindacali; si impone una mobilità anche territoriale (fino a 50 km) e si allarga l’area delle nomine governative nelle alte cariche burocratiche.

Il leitmotiv è sempre lo stesso di quello di BrunettaÈ il dipendente statale ad essere “fannullone” ed “assenteista”, e son questi a dover essere colpiti e soffrire per le loro colpe, mentre i capi uffici e burocrati, figli e protetti dei ministri di turno dovranno lavorare affinché le riforme facciano il loro corso. Oh! Non voglio fare l’avvocato sempre e comunque del dipendente statale, ma applicando la logica a questo ragionamento è evidente una contraddizione in termini. 

Se il dipendente è, “assenteista”, marca il cartellino e va a fare la spesa in orario di lavoro, lascia la sua scrivania vuota e le pratiche a lui affidate inevase, allora, benedettoiddio, il capoufficio dov’è? Il suo compito e la sua responsabilità non è anche (soprattutto) quella di far funzionare, secondo i suoi compiti, l’ufficio di cui è responsabile e quindi fare in modo che il lavoro venga svolto con diligenza efficacia ed efficienza? E il suo capo del capo ufficio non si accorge che quell’ufficio non funziona e non produce?
 
Oppure le pratiche a lui (dipendente) affidate sono inesistenti quindi l’ufficio non ha ragione di sussistere o quantomeno andrebbe ridimensionato in termini di numeri di addetti. Giusto!
 
Infatti, ribattono le ragazze pon pon renziane, è previsto la mobilità nella “nostra” riforma. Ma benedetta ragazzotta, è dal ’92 che esiste la norma (art. 21 e 33 della legge 104/92) che consente la mobilità interna e non è stata mai applicata.

Seguito dall'art. 30 del Decreto Legislativo 165/2001; poi l'art. 5, comma 1 - quater della Legge n. 43 del 31 marzo 2005 ;articolo 1, comma 47, della legge n. 311/2004 (legge finanziaria 2005), la circolare del Dipartimento Funzione Pubblica n. 4/2008;la legge 244/2007 (legge finanziaria 2008). Decreto Legislativo 27 ottobre 2009 n. 150 (Riforma Brunetta).Tutte norme che a vario titolo e per varie circostanze e situazioni consentono la mobilità e la riorganizzazione degli uffici della PA.

Perché non sono state mai applicate e si ripresenta un nuovo provvedimento? Ma perché chi dovrebbe dichiarare gli esuberi? E il ridimensionamento dell’ufficio, in termini di organico chi penalizzerebbe? E come mai ciò che non ha prodotto nulla finora dovrebbe funzionare ora sol perché si inaspriscono le sofferenze e i disagi per chi è colpito e trasferito? Ma poi è veramente quello annunciato lo scopo del provvedimento o dietro la fraseologia si nasconde il vero scopo? Dietro l'effetto scenografico la "ciccia" è altra?
 
In tutte le inchieste televisive e le riprese che vedevano gli impiegati “assenteisti” le risposte dei vari capi uffici è sempre stata “a mia insaputa” oppure “verificheremo e se risulterà vero prenderemo provvedimenti disciplinari”. E poi uno dice come mai i politici presi con le mani nel sacco ricorrono alle stesse giustificazioni. È nato prima l’uovo o la gallina? Sono i politici che hanno imparato o i funzionari e burocrati che hanno imparato la lezione dai loro superiori?
 
Ma questo solo per fare un esempio di come si utilizza una disfunzione vera, reale, che grida vendetta, per far passare il “contenitore” il cui “contenuto” non è lo stesso di quello che è appare. Di esempi se ne possono fare a migliaia, Dalla legge sul Jobs Act, alla “flessibilità” del lavoro, alla “riforma“ delle pensioni, all’eliminazione di Senato e Province e dal Debito Pubblico che dipende da ciò che si spreca, o da quello che spendono i lavoratori. Con Renzi questa tecnica pervasiva e persuasiva e di distrazione di massa ha raggiunto il suo apice. Sono esagerato?
 
Bene, ho ripreso dalla voce.info una tabellina in cui sono riportate tutte le promesse del governo Renzi, la data da lui annunciata come improrogabile di attuazione e lo stato in cui versa. Sullo stesso sito sono presenti i link su governo.it dove reperire, nero su bianco, tutti gli annunci in modo da poter fare il raffronto fra quello annunciato come finalità del provvedimento e gli effetti del provvedimento. Questo anche perché gli italiani hanno i ricordi labili, mign li scurdarill (letterale: mangi gli "scordarelli", tendi a dimenticare, come dicono gli uomini del Sud). Ricordate il milione di nuovi occupati di berlusconiana memoria? Bene ricordatevi i 15mila nuovi assunti nelle PA! Tanto per citarne una!
 

Foto: Palazzo Chigi/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.178) 19 giugno 2014 15:53
    Se l’Italia è in questa palude ove la crisi globale e solo in parte responsabile, è proprio per la mancanza totale di merito. Ad occupare le poltrone dirigenziali il più delle volte se non sempre, sono coloro che "hanno santi in paradiso" per usare una frase abusata ma veritiera. Sin che non si faranno riforme in questo senso liberando dagli scranni più alti gli incapaci, non si arriverà mai ad avere una PA veramente efficiente, e a pagare saranno sempre le ultime ruote del carro ed i cittadini(che tra l’altro pagano nel vero senso della parola vista l’eccessiva pressione fiscale). E’ arrivato il momento di metterci la faccia veramente e chi guadagna di più per più alto incarico ne sia responsabile in maniera reale, nel bene e nel male(tradotto voglio dire che se qualcuno ha meriti gli vanno riconosciuti tramite stipendio, altrimenti a casa).
  • Di Zag(c) (---.---.---.110) 19 giugno 2014 16:26
    Zag(c)

    Sono daccordo sulla retribuzione del merito. Ma quando poi si arriva a quantificare, e qui casca l’asino. Il merito è solo per chi occupa le cariche dirigenziali? A un bravo e esperto operaio superspecializzato, mettiamo saldatore va riconosciuto il merito o no? E quanto rispetto al suo capo reparto o dirigente.Di piu o di meno. E il bravo ed esperto analista programmatore merita piu o meno rispetto al capo ufficio delle agenzie delle entrate. Se sbaglia l’ìoperaio , questo viene licenziato, lo stesso avviene per il suo capo? e quanto produce alla sua azienda e quanti danni può causare se sbaglia? Insomma voglio dire che la meritocrazia cosi come viene genericamente intesa è comunque a forma a piramide. Indovina dove sta il lavoro manuale o di intelletto ma non in steretto contatto con il potere. Molti, specialmente di questi tempi, si riempiomo la bocca con la meritocrazia per nascondere il vecchio trucchetto del " levati tu che ci metto i miei amici" 

  • Di (---.---.---.92) 19 giugno 2014 23:58

    "è dal ’92 che esiste la norma (art. 21 e 33 della legge 104/92) che consente la mobilità interna e non è stata mai applicata."
    la differenza è che la mobilità esistente oggi è pensata per il dipendente, e infatti i dirigenti la bloccano il più possibile. Mentre quella nuova è pensata come strumento di ricatto del dirigente sul dipendente e come pretesto per futuri tagli. Insomma, c’è una bella differenza se è il dipendente che chiede di spostarsi in una PA più vicina alla famiglia, o se è il capo che minaccia il dipendente "o fai quello che dico io (che può non essere necessariamente fare bene il proprio lavoro, ma anche ubbidire a ordini se non illegali, quasi) o ti sbatto a 50 km di distanza (magari in un comune di montagna, che vuol dire che il dipendente dovrà spendere centinaia di euro al mese solo per andare a lavorare).

    • Di Zag(c) (---.---.---.110) 20 giugno 2014 08:24
      Zag(c)

      Tutta la normativa ,( ho elencato solo alcune norme) oggi esistente consente ai dirigenti o all’amministrazione di operare la mobilità anche per un qualsiasi motivo ritenuto "necessario per l’efficienza dell’amministrazione" Il dipendente non può piu opporsi visto anche l’ultimo accordo sindacati e il ministro della Pa e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi del 2012. Quindi non solo pensato a favore del dipendente, ma anzi, essenzialmente "contro" i dipendenti e che favorisce le ristrutturazioni organizzative degli uffici. Quindi l’attuale normativa, già oggi, è pensata piu all’efficienza che a "favorire" o "agevolare" ilsingolo dipendente. ( il quale quasi mai è agevolato)

      Perché quindi non funziona COme ho già spiegato nel post perché non conviene al singolo dirigente o al capo uffici dichiarare esuberi , alleggerire il suo ufficio e d’altro canto non esiste nessun parametro serio, oggettivo per misurare l’efficacia/efficienza degli uffici reso obbligatorio , ma questo è lasciato alla valutazione e agli obbiettivi posti dagli stessi dirigenti. Il dirigente ha tutto l’interesse ad agevolare il raggiungimento di quegli obbiettivi. Lui ha il premio/bonus di produttività e fa carriera invece di essere declassato e magari vedersi scomparire il suo ufficio.

  • Di (---.---.---.235) 20 giugno 2014 19:24

    Sottotraccia >

    La riforma di Renzi prevede un Senato delle Autonomie “non elettivo”. I Consiglieri Regionali individuano (come?) i migliori tra loro (si spera) che vanno a comporre il nuovo Senato. Onere “aggiuntivo” da assolvere senza ulteriori indennità (gratis).

    Sono dei prescelti “benemeriti” con una funzione di indubbia natura politica. Tale è la partecipazione alla approvazione di leggi costituzionali e trattati internazionali, alla scelta di massime cariche Istituzionali, alla disciplina dei diritti base della persona, ecc.

    Da notare. Una sana visione della “trasparenza” democratica vuole che i cittadini, nel dare il voto di “preferenza”, sappiano subito quali tra i candidati Consiglieri potranno essere designati a cotanto incarico. E’ innegabile che, in assenza di una “investitura” popolare, i Consiglieri così “nominati” soffriranno di una qualche “sudditanza” verso il gruppo designatore.

    Non ultimo. Trattasi della principale componente del nuovo organismo. Eppure appaiono del tutto “ignorate” le implicazioni dello “scioglimento” regionale di cui all’art.126 della Costituzione.

    Resta un dubbio. Le tentazioni oligarchiche sono l’anima di qualsiasi casta di Primi Super Cives

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