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Basel Shehadeh, hai lasciato il tuo profumo

Ti hanno ucciso il 28 Maggio. Io sono nata il primo giugno. Perche te lo dico? Ora te lo spiego.

 

(di Zanzuna)

Abbiamo la stessa età, anche tu ora hai 30 anni. Lavoravo nelle rovine nella preferia di Homs sotto il sole, nello scavo. Una mia amica corse a salutarti quando eri venuto a trovarci nel 2008. “Ha finito la facoltà di informatica e sta cominciado a studiare archeologia, è un documentarista” – disse la mia amica.

“Ha fatto tutte queste cose?” – le chiesi. Da allora non ti ho più rivisto. Ho seguito la mia “ambizione personale” per continuare gli studi fuori dal Paese. Anche tu nel 2011 hai vinto la tua borsa di studio in cinematografia in America.

Ma nel 2011 sei tornato. Nell’anno dell’inizio della rivoluzione tu hai rifiutato quella borsa. Hai abbandonato quell’“ambizione personale”. Io no.

Avevi organizzato e avevi partecipato a molte manifestazioni pacifiche. Avevi documentato come le forze del regime sparassero ai manifestanti pacifici.

Quando era in corso l’assedio di Homs, sei andato lì per vivere e documentare quella violenza sulla gente. “L’attraverserò domani” era il tiolo del documentario che avevi fatto a Homs e che mostra come era la vita della gente che voleva attraversare la strada, rischiando di essere colpita dai proiettili sparati dai cecchini del regime.

Ti hanno ucciso. Tu Basel sei stato ucciso. Il regime ha bombardato il quartiere di Safsaf a Homs dove eri tu. Ti ha ucciso il 28 maggio 2012. Io ero fuori dalla Siria e seguivo la mia “ambizione personale”.

Ma Basel la tua frase non mi ha mai lasciato: “È l’unica possibilità che abbiamo di vivere la rivoluzione nella nostra vita, come posso perdermela? E che cosa dirò ai miei bambini quando invecchierò? Ho abbandonato il mio Paese per seguire la mia ambizione personale?”

Ho finito i miei studi, la mia “ambizione personale” e sono tornata, Basel. Ma la situazione è cambiata.

Ti invidio Basel. Il giorno del mio compleanno ti invidio perché ti hanno ucciso.

La rivoluzione ora la chiamano guerra civile Basel. Quando spieghi che un regime ha uccisso il suo popolo ti rispondo che ora c’è anche l’Isis e che dobbiamo gettare i diritti umani nella spazzatura e tener conto della legge della guerra per cui risulta normale bombardare. Ti urlano e ti dicono di usare parole professionali.

Se dici che l’Isis è un risultato del regime e che è stato il regime ad aver aperto il Paese a questo cancro, ti dicono di no, anche se questo è vero, ma non è professionale dirlo. La professionalità è dire che adesso il regime è meglio degli estremisti.

A queste persone non interessa se rispondi che dovevano essere professionali dall’inizio. Quando il regime uccideva solo civili e tu Basel… tu sei la testimonianza e allora non c’erano questi estremisti e non c’era l’Isis.

Hanno succhiato il sangue di Homs, Basel. La Jazira ora è senza l’acqua dell’Eufrate. Aleppo è una città di fantasmi, gli altri sono in prigione. E solo il regime festeggia le elezioni. Non c’è più il Paese. O forse non è mai esistito.

Ti invidio: anche io avrei voluto vedere e vivere la Siria che stava rinascendo, e non vedere solo questo aborto. Ti invidio e ti piango e ti accarezzo come se tu fossi l’intero Paese. Sei morto, ma viviamo del profumo che hai lasciato.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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