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Stanotte ho fatto un incubo: ero nello studio di Anno Uno


Stanotte ho fatto un incubo.

Ero seduto nello studio di Anno Uno, accanto a er Chicoria. Lui indossava un cappellino e si guardava intorno con aria irrequieta: come dargli torto? Lo studio sembrava quello di Solletico, ma in versione adolescente e cupa, da un lato c’erano i Ramarri, dall’altro le Pantere. Il tema della sfida tra le squadre era la legalizzazione delle droghe leggere. A un certo punto mentre Chicoria mi spiega che “er fero è freddo, ma brucia quanno te manna all’inferno”, entra Giulia Innocenzi, scendendo da una scala, sorride e sembra felicissima. Improvvisamente ho paura.

In lontananza vedo Carlo Giovanardi, anche lui appare contento di essere qui. Sembra quasi reale, se mi alzassi da questo divanetto e mi avvicinassi potrei quasi schiaffeggiarlo. Mi guardo intorno: accanto a Giovanardi c’è Fedez, che in realtà è lo pseudonimo di un neuropsichiatra da anni impegnato nella ricerca sugli effetti delle droghe. Ora sta dicendo a Giovanardi che è “onesto come una pubblicità per l’allungamento del pene” e quello ribatte che “non ha bisogno dell’allungamento”. Ma cosa c’entra? Non ha capito la sottile similitudine del neuropsichiatra, è il caso che qualcuno glielo faccia notare.

Alzo la mano e chiedo la parola. Mi passano un microfono: Giulia Innocenzi è diventata Maria de Filippi (da cui il titolo della trasmissione Viva Maria) e al centro della sala c’è Kledi, il ballerino. Guardo Chicoria, gli manifesto il mio smarrimento e lui annuisce, fraterno. Come non detto, è un tic, non stava annuendo. Prendo coraggio: “Maria, io penso che…”, ma Giulia Innocenzi ha ripreso le sue sembianze e mi interrompe: “Prima vediamo l’esterna”. Parte il servizio.

Quando torniamo in studio è tutto un sovrapporsi di nomi: “Giulia, Giulia “Maria, Maria” “Filippo, Filippo”, “Larry, Larry”. LARRY? Chi cazzo è Larry? In una babele di parole tra cui spiccano il refrain “Repressione”, la scientifica “Distinzione droghe leggere/droghe pesanti”, il periodo ipotetico “Se si poteva lo faceva”, il sempiterno e giuridicamente ambiguo “Non l’ha votato nessuno questo Parlamento” e la constatazione “Qualcuno la deve vendere questa droga”, Giovanardi sintetizza: “Stiamo dicendo delle cose folli”, e la sua stessa presenza è tanto assurda che mi domando perché nessuno lo stia ancora schiaffeggiando. Nel brusio generale Chicoria dice una frase con una convinzione che mi lascia di stucco e che si conclude con un sintagma dalla vocazione antropologica: “È intrinseco nell’uomo”. Sento che sto per commuovermi.

Mi alzo in piedi e grido “#stoconChicoria” e l’hashtag uscito dalla mia gola fa il rumore di un rantolo, è un verso orrendo. Giulia Innocenzi adesso è la Rappresentante d’Istituto del mio Liceo: “Rega, tra mezz’ora dobbiamo andare via che il Preside ci caccia”, qualcuno dal pubblico grida che il Preside è na merda. Un tizio aggiunge che lui voleva solo imparà a rollà le canne, mentre Chicoria si è già rimesso a spacciare e sotto di lui si agita la scritta in sovrimpressione #stoconChicoria, Giovanardi si è trasformato in un cane anti-droga e ha azzannato la caviglia di un Marco Travaglio stranamente struccato che parla di Renzi&Regime; Michele Santoro lo intravedo in un angolo, sta vomitando hashtag, ma io ho improvvisamente la sensazione di dover tornare a casa a studiare per il compito in classe di domani. Giulia mi trattiene, mi dice che raramente si era parlato di quell’argomento in prima serata. Apprezzo il coraggio, Giulia, ma adesso, davvero, è meglio svegliarsi.

Foto: AnnoUno/Facebook

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