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 Home page > Tribuna Libera > Limonov e Putin: inizia una nuova amicizia?

Limonov e Putin: inizia una nuova amicizia?

L’appello di Eduard Limonov ha suscitato alcune settimane fa sorpresa e incredulità: lo scrittore e politico russo dichiarava di voler reclutare volontari, fan del turismo, pronti a combattere per l’indipendenza della Crimea. Su questo personaggio è stato pubblicato da Adelphi un libro di successo nel 2012: Limonov di Emmanuel Carrère. Chi sia Limonov lo ha raccontato lo stesso narratore francese, intervenuto a “Una Montagna di Libri”, rassegna di incontri con gli autori a Cortina d’Ampezzo.

La sua carriera era iniziata come un povero disgraziato in Ucraina, era diventato un poeta underground a Mosca, come tanti dissidenti era arrivato in America dove aveva lavorato per un miliardario, scritto libri e poi era trasmigrato in Francia. Nel 1989 con la caduta del Muro di Berlino il destino di Limonov comincia a zoppicare: dichiara che la perestrojka è una catastrofe, partecipa ad azioni militari nell’ex Jugoslavia a fianco dei serbo-bosniaci e, ritornato in Russia, fonda il Partito Nazional-bolscevico, un partito di ispirazione neofascista. Viene condannato per l’acquisto di armi.

Limonov è nato a Kharkiv, una delle città più russe dell’Ucraina orientale, dove si parla correntemente il russo, che vuole far parte della Russia. Era contrario all’ingresso dell’Ucraina in Europa, ha sempre sostenuto che doveva far parte di una Russia allargata. Per lui la fine dell’impero russo è stata una catastrofe, e adesso si trova a vivere un profondo dilemma di coscienza. Da una parte continua a essere un avversario di Putin (che invece in animo suo sostiene) dall’altro si trova a manifestare con i difensori dei diritti umani (che invece disprezza). Per la sua consuetudine di vita a dover fare il ribelle e l’avversario, è obbligato a difendere posizioni in cui non crede, è obbligato suo malgrado a difendere coloro che difendono i diritti umani, che peraltro lui non sopporta assolutamente. Se lui fosse al posto di Putin farebbe ancora di peggio, arriverebbe al punto di riaprire i gulag…

Limonov aveva dichiarato che erano sciocchezze i timori per la repressione degli oppositori, una volta terminati i Giochi di Sochi. I nuovi arresti delle Pussy Riot, di Alexei Navalny, uno dei leader dell’opposizione, degli ambientalisti, delle oltre quattrocento persone che hanno manifestato contro le condanne degli attivisti che in piazza Bolotnaya, a Mosca, erano stati imprigionati un giorno prima del giuramento di Putin per il suo terzo mandato da presidente, fanno dire a Carrère: “Non posso annoverare tra le sue qualità quella di essere un buon politico”.

Limonov aveva incoraggiato Yanukovich a reprimere con la forza le proteste, aveva gridato che la Russia doveva riprendersi tutti i territori persi con il collasso dell’Unione Sovietica. Con la crisi in Ucraina l’Izvestia, il giornale conservatore e nazionalista vicino al presidente russo, ospita ora editoriali di Limonov; il richiamo del nemico di Putin al panslavismo ritorna utile.

Il “difensore” dei diritti umani Limonov denuncerà sull’Izvestia la scomparsa dei giornalisti Yuriy Lelyavskiy, della Vik TV di Leopoli (Ucraina occidentale), e Serhiy Shapoval del Volyn Post, verosimilmente nelle mani di uomini armati anti-Kiev a Slovyansk (Ucraina orientale)? Come commenterà la dichiarazione dell’autoproclamatosi “Sindaco del Popolo” di Slovyansk, Vyacheslav Ponomarev, per cui alcuni detenuti erano da considerarsi “merce di scambio”, ostaggi? Forse gli sarà più facile denunciare l’altro gravissimo episodio, l’arresto illegale e le ferite inflitte a Igor Khakmizyanov, già ministro della Difesa dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, da esponenti pro-Kiev.

Limonov aveva definito Putin un leader debole, che cerca sempre di nascondersi. L’annessione della Crimea, il sostegno alla popolazione russa nell’Est e nel Sud dell’Ucraina lo avranno fatto ricredere?

 

Giuliano Prandini per Segnali di Fumo, il magazone dei diritti umani

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.208) 22 maggio 2014 14:05

    Come dice Carrere nel suo libro ... e piu complicato....

    Limonov non e e non sara mai un parteggiano di Putin, ma in questo caso ben preciso del Ukraina, pensa que la posizione della Russia e la buona, e quella del Occidente, la mala, molto mala, coi paesi europei que sostengono la posizione americana, suicidaria per lºEuropa

    Per piu informazioni su Edouard Limonov, vedere il mio site TOUT SUR LIMONOV , in francese principalmente, ma con varie pagine in italiano 

     http://www.tout-sur-limonov.fr/ 

    e in italiano

     

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