Parlare al cellulare fa venire il cancro? Ricercatori lanciano l’allarme

L’uso intenso dei telefoni cellulari potrebbe favorire il sopraggiungere di tumori cerebrali, benigni e maligni. Uno studio pubblicato sulla rivista Occupational and Environmental Medicin, lo scorso 9 maggio, stabilirebbe un legame tra l’incidenza del tumore e l’utilizzo massiccio di cellulari. Gaëlle Coureau (Università di Bordeaux) e la sua équipe hanno condotto una ricerca epidemiologica per esaminare i fattori ambientali riconducibili all’insorgenza di tumori del SNC (sistema nervoso centrale).

Dal confronto incrociato tra i dati di 447 persone affette da tumore al SNC (253 gliomi e 194 meningiomi), e altrettanti soggetti presi a caso nella popolazione, non emergerebbe un’effettiva differenza statistica nell’incidenza della malattia. Un nesso tra lo sviluppo di gliomi e meningiomi e l’uso dei cellulari si delinerebbe invece presso gli utilizzatori “forti”: coloro che hanno speso al telefono almeno 896 ore nella propria vita, o (ma solo rispetto ai gliomi) che hanno totalizzato più di 18360 comunicazioni.

L’associazione Priartem, che si batte contro i danni delle onde radio, sottolinea che l’uso intensivo stabilito dallo studio corrisponde a più di 15 ore di telefono al mese, cioè meno di una mezz’ora al giorno, cifra che è oggi abbondantemente superata soprattutto dai più giovani.

La comunità scientifica dibatte di questo problema da qualche tempo, ma del resto la dimostrazione effettiva della nocività dei telefoni cellulari è complicata da numerosi fattori. L’utilizzo del telefono cellulare è una pratica recente che cambia con la rapidità propria della tecnologia. La lentezza dello sviluppo di certi tumori cerebrali, invece (è il caso dei meningiomi), non consente ancora di dare una risposta esatta riguardo la correlazione tra i due fenomeni.

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