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 Home page > Tribuna Libera > Un troll al Festival internazionale del giornalismo #ijf14

Un troll al Festival internazionale del giornalismo #ijf14

 
I festival mi piacciono perché, se vissuti dall'interno, riescono a creare un mondo a parte. Ti isoli per un po' dall'ambiente in cui vivi tutti giorni e vieni preso da quello del festival. Parlo con cognizione di causa, anche in passato ho fatto il volontario o lavorato per alcuni eventi, come quello di Santarcangelo dei Teatri e ricordo tutti come una bella esperienza. Si fa fatica poi a tornare alla quotidianità.
 
Quindi quando mi hanno chiesto se volevo partecipare al Festival del Giornalismo sono stato davvero contento di accettare, nonostante le numerose critiche che ho ricevuto in privato da alcuni miei amici e lettori a cui - come me - non stanno molto simpatici gli esponenti del giornalismo "mainstream" italiano che ogni giorno dobbiamo subirci volenti o nolenti.*
 
Anche perché non avrei mai pensato che avrebbero deciso di accogliere un troll come me, ma evidentemente Arianna Ciccone e tutto lo Staff del festival non sono così sani di mente come pensavo, e per questo li ringrazio davvero tanto.
 
Ora però tante persone mi chiedono come è stato, e a dirvi la verità, se devo trovare un aggettivo per descriverlo direi che la parola adatta è: stimolante.
 
È molto stimolante conoscere persone e scoprire cose che non conoscevi, parlo sia dei miei compagni di panel sia degli innumerevoli giornalisti e non trovati a Perugia, uno fra tutti il collettivo Hermes, che ha fatto dei panel davvero interessanti spaziando dalla tutela delle fonti anonime alla censura online e al funzionamento ed utilizzo di TOR, Tails e cose molto nerd che non possono non piacere a chi segue questo blog sin dagli inizi. Quindi se avete del tempo vi consiglio di guardare i loro interventi (dovrebbero caricare altri video prossimamente).
 
Ma è anche stimolante incontrare persone che conoscevi online ma non avevi mai visto dal vivo. Questo mi è capitato con Alterluc, Emanuele Midolo, Francesco Micozzi, Carola Frediani, Lorenzo Braghetto (monossido), Luca Corsato e tanti altri che ora sto scordando sicuramente, sopratutto se le ho incontrate dopo aver bevuto. Perché l'amico CaptBlicero è un alcolizzato e diceva: stasera torniamo presto, quando ormai erano passate 3 ore da mezzanotte, ed erano passati altrettanti drink.
 
Degno di nota il caloroso benvenuto di Matteo 'o carogna Platone che al mio sms: "sono a foligno fra poco arrivo a Perugia NON SEI EMOZIONATO!?" mi risponde "fottiti merda." e mi fa sentire come se fossi su Twitter. 
 
Approfitto per ringraziare le persone venute a vedermi da lontano, agli amici di Squadrati, perché senza le loro dritte non sarei riuscito a fare il quadrato semiotico dei troll e a chi mi ha aiutato a disegnare il quadrato. Grazie a tutti, davvero.
 
Come promesso ecco le slide e il video del panel "Cospirazionisti, Troll e Debunker
(fossi in voi inizierei a guardare dal minuto 25 in po' perché quel tale Santiago che parla dei troll è nervoso e fa pure delle battute fuori contesto, non so chi l'abbia invitato. Dovessi scegliere un premio "WTF" sceglierei lui):
 
 


PS *per quanto riguarda i giornalisti mainstream e le critiche ricevute in privato ho sempre risposto che vissuto da dentro, sia come spettatore che come speaker, si ha la fortuna di poter selezionare chi andare a vedere e sentire. Di farsi il proprio programma di eventi evitando beatamente chi non si sopporta. Diciamo che il pluralismo non viene a mancare, basta distinguere il Riotta dalla cioccolata (che poi quest'anno Riotta non era presente, ho pianto). Tuttavia, molto probabilmente la percezione da viene fuori sia legata al mainstream. E purtroppo succede che fa più notizia Sofri e le sue dichiarazioni sul pagare i giornalisti in non-si-sa-che-modo (facile a dirlo quando si è Luca Sofri) anziché talk di persone sconosciute che hanno cose molto più interessanti da dire e senz'altro meno auto referenziali. È anche vero che le parole sulla passione e sull'etica del giornalista non mancano. Magari mancano un po' di parole spese riguardo all'argomento economico e monetario dello stato del giornalismo, che forse viene visto come un tabù. Ma a questo punto il mio sguardo si appanna perché se dovessi dire cosa faccio di mestiere direi che faccio il traduttore e come spettatore sono uno studente di Mass Media e Politica che non è molto "entusiasta" all'idea di diventare giornalista, e che a pensarci un attimo trova lo stato dei traduttori in Italia sia ancora peggio di quello dei giornalisti; non abbiamo neppure un albo. Insomma, non trovo che snobbare il festival del giornalismo possa aiutare alla causa, forse potrebbe aiutare affrontare certi argomenti in modo più aperto (per il panel di Sofri purtroppo non c'è stato spazio per le domande, è questo che andrebbe migliorato). E comunque sia, non posso negare di aver discusso di queste tematiche di persona con più di un giornalista al festival, quindi l'argomento non è neanche tanto tabù in fin dei conti. Ma ripeto, il programma di eventi da seguire è a scelta. Se avete scelto il panel a cui ho partecipato allora vi dirò quel che diceva Capblicero ogni due secondi prima di iniziarlo: fallimento, disastro, andrà malissimo. Buona visione :)

 
Questo articolo è stato pubblicato qui

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