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Le donne bucano i preservativi: la versione di “YoDecido” firmata Desigual

Si avvicina la festa della mamma e Desigual lancia il suo spot sul tema “maternità”.

Una giovane donna di bell’aspetto si prova un vestito di Desigual davanti allo specchio, prende un cuscino, lo mette sotto al vestito simulando un pancione. Sullo schermo appare la scritta #tudecides. La ragazza prende dei preservativi e li buca con uno spillone, sorride complice allo specchio. Sullo schermo la scritta in spagnolo “Buona festa della mamma”.

Prima di tutto, le parole scelte. YoDecido è la campagna lanciata dalle donne spagnole contro la legge antiabortista del governo Rajoy. Uno slogan, io decido, che chiaramente rivendica autodeterminazione e la libertà di scegliere sul proprio corpo, sulle proprie vite. La legge in questione prevede l’aborto solo nei casi di violenza sessuale (da denunciare non oltre le 12 settimane dal concepimento) e in caso di grave pericolo per la salute psichica e fisica per la madre. Malformazioni fetali, condizioni socioeconomiche, non sono più motivazioni valide. La legge è talmente oscurantista da essere stata criticata anche da parte dello stesso governo di cui il ministro Gallardon rappresenta la parte più reazionaria.

Lo slogan è stato ripreso in tutta Europa, anche in Italia, dove molte sono state le manifestazioni in solidarietà con la questione spagnola, ma a cui chiaramente si ricollegavano le rivendicazioni locali. In Italia, ad esempio, il pericolo si affaccia con il radicale svuotamento della legge 194 attuato tramite la pratica dell’obiezione di coscienza. Un’obiezione garantita dalla legge stessa, ma mai limitata a una percentuale massima di medici obiettori, che in alcuni ospedali è già talmente alta da rendere spesso impossibile la pratica dell’interruzione volontaria di gravidanza.

Riprendere questo ormai famoso slogan e tramutarlo in #tudecides è già una manipolazione insopportabile se a farlo è un’azienda intenta a vendere un prodotto sfruttando una questione politica tra le più delicate della Spagna degli ultimi decenni. In più, se le immagini ci mostrano una donna desiderosa di maternità, le perplessità aumentano, chiedendoci che tipo di messaggio Desigual stia cercando di mandarci. Se poi la ragazza dello spot per rimanere incinta decide di raggirare il suo partner bucando i preservativi, come nemmeno nelle peggiori dicerie paesane, le perplessità si tramutano in rabbia.

Assomiglia molto alla comunicazione pubblicitaria di alcuni marchi decisi a usare la violenza sulle donne per vendere magliette o mutande. Non solo perchè una legge come quella di Rajoy, in generale l’antiabortismo cattolico e conservatore, è di fatto una violenza sulle donne, sulla loro libertà e poi sulla loro vita condannata a aborti clandestini o a gravidenze indesiderate. Usare “tudecidi” è come usare un occhio nero a scopo di marketing. Perchè per fortuna delle questioni femministe, del sessismo, della violenza sulle donne, si parla molto di più negli ultimi anni, ma purtroppo lo si fa spesso nella maniera sbagliata. Come fenomeno di costume oppure per alimentare politiche securitarie, ma molto raramente come questione economico-sociale complessa. Quindi le questioni “femminili” sono diventate notizia, vendono giornali, venderanno anche vestiti. E così ecco la violenza glamour di un occhio e una lacrima nera, ecco che uno slogan politico viene usato per dire l’esatto contrario di ciò che significherebbe.

La casa di abbigliamento è nota per usare uno stile sbarazzino e venderlo addirittura come liberatorio.
Sua l’idea dei saldi in mutande ad esempio, l’orgia di corpi e collezione primavera di cui avevo parlato qui. In quel caso, il consumo sfrenato portava i corpi a denudarsi, a mostrarsi per la brama di oggetti.

In questo caso, il corpo femminile riassume invece lo stereotipo della donna sessualizzata e quello della mamma, della donna con delle aspirazioni “tradizionali”, scavallando inaspettatamente ogni aspettativa e fondendo i due aspetti nel grande classico: la donna che “incastra” l’uomo, che si fa mettere incinta, con un tono scherzoso da farci credere che tutto sia quasi un gioco.

Da un lato, il tono spensierato della comunicazione di Desigual, ci mostra una giovane donna che immagina la maternità in maniera molto più divertente e spensierata del modo in cui la vediamo ritratta di solito, un misto di dedizione, sacralità e sacrificio.

Poi però questa femminilità “differente” ricade nel peggior topos della donna malvagia, manipolatrice, che ruba seme e figli agli uomini. Ed è l’altra parte della medaglia di quella mascolinità invece sempre assente, dagli spot e dalla vita reale, in tema di cura, prole, casa. Perchè se le donne sono così stronze, allora gli uomini possono essere menefreghisti, sciupafemmine e non mostrare emozioni.

Se le donne incastrano gli uomini e l’“io decido” della libertà di scelta sull’aborto si trasforma in un “tu decidi” quando essere madre, ma non scegliendo di avere un figlio con qualcuno, un uomo, una donna, una provetta, ma di fatto nel modo più meschino possibile, questa è la rappresentazione più vicina alle aspettative del patriarcato più maschilista.

 

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