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Secondini in sciopero e suicidi alle stelle: il caos nelle carceri in Francia

La situazione carceraria in Francia è al collasso. In questi giorni le guardie di un numero crescente di penitenziari sono in sciopero per denunciare le condizioni di lavoro ormai insostenibili. La protesta è iniziata nei giorni scorsi nelle regioni del sud est francese, in particolare negli istituti di Aix en Provence e Marsiglia, e si sta diffondendo un po' in tutto il paese coinvolgendo Lione, Varenne (nella Borgogna) e Arras (nell'estremo nord del paese).

Contestazioni del genere non sono nuove: oltralpe la situazione carceraria non è meno critica che in Italia. Già lo scorso 11 dicembre i secondini di Baumettes, il carcere principale di Marsiglia, avevano eretto una vera e propria barricata di fronte al penitenziario con tanto di lamiere e rogo di pneumatici ad accompagnare gli slogan e lo sventolio delle bandiere. I motivi della rivolta sono gli stessi da anni spiega l'Union fédérale autonome pénitentiaire (Ufap), sindacato della categoria: gli agenti penitenziari sono sottoposti a gravi pericoli in quanto, in media, ogni due giorni si verifica un aggressione nei loro confronti da parte dei detenuti. Proprio a Baumettes ad esempio sabato scorso un guardiano ha riportato un trauma cranico, colpito con un barattolo di Nutella. 

Secondo l'Ufap ci sarebbe da riorganizzare completamente le modalità di lavoro all'interno delle carceri, con varie ridefinizioni dei ruoli e creazione di team di lavoro. Alla base di tutto questo però c'è da colmare un vuoto: sarebbero infatti necessarie almeno 800 nuove assunzioni per un corretto funzionamento dell'organismo giudiziario.

Il profondo malessere espresso da parte della poliza penitenziaria è l'immediata conseguenza della disastrosa situazione in cui versano gli istituti detentivi transalpini che, in quanto a sovraffollamento e qualità della detenzione, sono assolutamente sullo stesso pessimo livello di quelli italiani. Le denunce e le sanzioni dell'Unione Europea in merito ancora non hanno sortito effetti positivi.

Il problema del sovraffollamento sta seguendo in modo inesorabile il trend in ascesa: se nel 2006 si era già al 121% della capacità, negli anni successivi è continuata l'escalation (con un picco al 126% nel 2008). Oggi in media per ogni cento posti ci sono circa 120 detenuti, ma alcuni penitenziari si trovano ad ospitare oltre il doppio delle persone per cui sono stati costruiti. 

Questo si traduce in condizioni di vita assolutamente indegne e precarie all'interno delle celle: d'altronde che qualità di vita si può avere avendo a disposizione 2-3 metri quadrati pro capite? Non è difficile capire per quale motivo nelle carceri francesi si registri il maggior numero di suicidi di detenuti in Europa (100 nel 2011) e perché sia così alta l'incidenza delle malattie mentali. Soffrono di patologie psichiche di vario genere l'80% degli uomini ed il 70% delle donne carcerati: per la metà dei casi si parla di depressione, per quasi uno su quattro di dipendenza da alcool o stupefacenti.

Karim Mokthari, reduce da sei anni dietro le sbarre per rapina a mano armata, ha scritto un libro per raccontare come si vive l'esperienza detentiva. In un dibattito sottolinea, tra i mille problemi, la precarietà delle prestazioni sanitarie: "La sanità nell'ambito carcerario resta una questione assai complessa a partire dal problema che ogni prestazione va richiesta per iscritto, mettendo in difficoltà i detenuti analfabeti. Dalla mia esperienza mi è sembrato evidente che ci fosse una certa penuria di personale medico e gli stessi trattamenti operati mi sono sembrati più improntati a contenere e controllare il paziente, piuttosto che a curarlo. Il segreto medico? Manco a parlarne".

 

 

Foto: Wikipedia

Commenti all'articolo

  • Di Spago (---.---.---.101) 7 maggio 2014 15:44
    Spago

    In Italia mi pare che forse il sovraffollamento sia ancora peggiore, ma inssomma il succo è lo stesso.. l’articolo è molto interessante, ma la prima cosa che viene in mente finito di leggerlo è:
    possibili soluzioni?

    a me verrebbe da dire che dato il numero dei posti disponibili non dovrebbe essere possibile detenere una persona in più.. quindi o si aumentano i posti o si fanno scontare le pene altrove e in altro modo o si depenalizzano alcuni reati, comunque sia dovrebbe valere una specie di automatismo.. se posso detenere X persone legalmente all’arrivo di una persona in più qualcuno dovrebbe uscire.. (chi ha compiuto il reato meno grave, chi ha meno pena da scontare, chi non è pericoloso spedire in altro luogo a scontare la pena, altri criteri da studiare..).

    In fondo il giudice condanna l’imputato ad una pena (detenzione x tot tempo in certe condizioni), lo Stato gliene fa scontare un’altra (detenzione x tot tempo ma in tutt’altre condizioni)..

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