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The Cloth, l’esorcista è Danny Trejo ma non si vede

 
Da oggi se vi chideono il titolo di un brutto film sugli esorcismi potete tranquillamente rispondere The Cloth. Peccato, perchè le premesse con Danny Trejo esorcista come lo avevamo visto nel trailer c’erano tutte ed invece…

Ed invece il nostro Machete è solo uno specchietto per le allodole perchè compare nell’intro del film, prima dei titoli di testa e poi tanti saluti.

Da quel momento in poi Justin Price si dedica ad un filmetto più o meno giovanilistico con una schiera di preti combattenti (ma mica solo preti) impegnati a combattere il maligno in tutte le sue espressioni demoniache molto fisiche e poco spirituali.

L’inizio è discreto, con l’esorcismo di Trejo. Non certo un esorcismo memorabile ma decisamente con risvolti sexy (la prima inquadratura è la ragazza mezza nuda legata al letto a gambe aperte ed inquadrata dal fondo del letto – per dire), buon trucco, make up abbondante ma corretto. Insomma una roba discreta che lascia ben sperare.

Poi tutto cambia e abbiamo un giovane scelto misteriosamente dalla combriccola di lottatori e buttato nel pieno della mischia. Lui non vuol entrarci, però c’è una vecchia storia col padre morto e soprattutto una ragzza figa che fa parte del gruppo, e allora…

Poi c’è l’altro giovane, quello che costruisce improbabili armi a base di croci ed acqua santa. E allora la lotta può cominciare e il gruppetto se ne va in giro a cercare posseduti da far fuori nel tentativo di arrivare a Kasdeya, l’unico demone davvero pericoloso (interpretato dallo stesso Price).

Gli effetti speciali sono parecchi e tutti ugualmente teribili, mal fatti, esagerati, poco credibili… brutti, insomma!

Meglio, ma mica poi tanto, il tentativo di rendere molto sexy soft l’intero film con inserimenti a casaccio di giovani ragazze pronte a strusciarsi con demoni qualunque e naturalmente con il giovane e biondo Kyler Willett.

Poi però arriva il finale e allora… allora si che il film diventa davvero ovvio e scontato, oltre che clamorosamente lento e moscio. Una delle battaglie finali più alla ricotta che riesco a ricordare.

Insomma, lasciate perdere!

Questo articolo è stato pubblicato qui

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