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Quanto costa la maglietta che indossi? Il disastro del Rana Plaza e la globalizzazione

Quando paghi 10$ un paio di jeans, quali pensi siano le condizioni lavorative di chi li ha prodotti?

È passato quasi un anno dal disastro del Rana Plaza, l'enorme stabilimento industriale nel centro di Dacca, capitale del Bangladesh, crollato il 24 aprile scorso. Il rincorrersi delle informazioni e delle notizie ha fatto cadere rapidamente nel dimenticatoio questo fatto distante da noi migliaia di chilometri.

Un documentario interattivo online pubblicato dal Guardian in questi giorni ricorda le oltre 1100 vittime del crollo del polo tessile sotto il peso dei suoi stessi macchinari. La forza del reportage The shirt on your back (La camicia che stai indossando) sta nel riuscire ad avvicinare i due mondi, quello dei produttori e quello dei consumatori, anche solo per una consapevolezza di tutte le mani che contribuiscono a produrre i nostri indumenti.

Raccontando la storia di Mahmuda e di alcuni suoi conoscenti, lo staff del quotidiano inglese cerca di raccontare, immergendo il lettore in un mondo di suoni e video, il volto della globalizzazione che non si può intravedere tra gli scaffali delle grandi marche di abbigliamento.

The shirt on your back

Ma alla fine come sono andate le cose una volta spenti i riflettori? Attraverso l'impegno prolungato di organizzazioni non governative e di alcune rappresentanza di lavoratori alcune aziende hanno inizato a risarcire i famigliari delle vittime ed le molte persone che hanno riportato menomazioni che rendono impossibile un ritorno al lavoro.

Una delle superstiti, Shila Begum, ha incontrato anche la presidente della Camera Laura Boldrini nel corso del suo viaggio in Italia per la campagna Pay up! per sollecitare il pagamento anche da parte di importanti brand italiani che avevano commissioni negli stabilimenti crollati l'anno scorso.

 

Foto: Flickr-Flickr

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