I 10 migliori documentari di tutti i tempi

Richard Brody, giornalista del New Yorker e famoso critico cinematografico ha stilato sul suo blog una classifica dei dieci migliori film documentaristici di tutti i tempi.

I suoi dieci capolavori sono i seguenti:

“Shoah” (1985, Claude Lanzmann)

“Histoire(s) du Cinéma” (1988-98, Jean-Luc Godard)

“Ritratto di Jason” (1967, Shirley Clarke)

“The Children Were Watching” (1961, Robert Drew)

“Cronaca di un'estate” (1960, Jean Rouch and Edgar Morin)

“Notte e nebbia” (1955, Alain Resnais)

“Numéro Zéro” (1971, Jean Eustache)

“Strange Victory” (1948, Leo Hurwitz)

“The Emperor’s Naked Army Marches On” (1987, Kazuo Hara)

“Welfare” (1975, Frederick Wiseman)

Quello che salta all'occhio a prima vista, oltre al fatto che sono tutti datati (il più recente è del 1988), è che 5 su 10 sono francesi e ciò è dovuto, come Brody stesso dichiara sul New Yorker, oltreché a una sua personale questione affettiva, anche al fatto che la cinematografia francese ha il pregio di "reinventare i fatti" e non solo di investigarli e riportarli passivamente.

Sono stati scelti infatti film-documentari che aprono a nuove visioni della produzione documentaristica. I criteri utilizzati da Brody per l'ardua selezioni sono stati come lui stesso afferma:

La visione storica, la costruzione della storia da un punto di vista cinematografico e l'impegno personale manifestato dai cineasti impegnati in questo filone.

Altro criterio non meno importante che ha spinto Brody a scegliere questi 10 documentari, da lui definiti vitali, dinamici ed esempi da imitare per i cineasti a venire, è stato il concetto di tempo: il compenetrarsi fra passato e presente e presente e futuro e la maestria nella disgiunzione fra il tempo reale della registrazione e quello fittizio del documentario.