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Perché difendo Zam

Nei giorni scorsi è comparso in youtube una clip preparata per conto di un “comitato mamme della basilica di San Lorenzo”, poi ripreso dal sito di Grillo, che attacca pesantemente il centro sociale Zam per l’occupazione di una scuola in zona Vetra. Le accuse sono quelle solite in questi casi: rumore, degrado, spaccio, illegalità, violenza, concorrenza sleale ai ristoratori e baristi della zona ecc. Come sempre, per quel che compare in rete, non sappiamo esattamente se la firma corrisponda alla verità o dietro essa ci sia chissà chi altro, ma lasciamo la questione da parte. Quello che conta è il merito. E mi corre l’obbligo di dare una testimonianza: giro spesso per dibattiti fra scuole, circoli culturali, fondazioni, sezioni Anpi ed anche centri sociali, per cui conosco bene questo tipo di aggregazioni giovanili, da Zam al Cantiere, da Torchiera al Baraonda al Vittoria ecc. e so che in città c’è un immaginario molto distorto in proposito.

Si pensa ad oscuri covi di violenza, frequentati da chissà quale feccia sociale. Va detto che questo è in parte il prodotto del modo di porsi degli interessati, il cui obiettivo sembra essere quello di dare l’immagine peggiore di sé possibile. Ma vi assicuro che sono bravissimi ragazzi che hanno un ruolo molto positivo nel combattere il disagio sociale, in particolare dei giovani con meno mezzi economici.

In altri tempi avrebbero detto apaches, teddy boys, gioventù bruciata (ricordate?), ma vi garantisco che, nella maggioranza dei casi, a dispetto delle apparenze, sono delle mammolette: diciamolo, questi ragazzi sono dei boyscout di cattivo carattere (e lo so che se ne sentiranno offesi, ma lo faccio di proposito!).

I centri sociali, da oltre tenta anni, sono in prima linea nel contrastare lo spaccio di eroina e simili (o devo ricordare la vicenda del Leoncavallo e di Fausto Tinelli e Iaio Iannucci?). Svolgono attività sociali (dagli ambulatori di medicina sociale alle scuole per immigrati), culturali (in ogni centro c’è sempre una biblioteca, si organizzano dibattiti, talvolta convegni, spesso ci sono doposcuola per ragazzini), artistiche (mostre, corsi di canto, musica, disegno, a volte ci sono laboratori di serigrafia che producono manifesti, realizzano anche videoclip come quella di Zam di cui abbiamo detto ecc.).

Spesso sono delle vere e proprie comunità (un po’ famiglia allargata ed un po’ gang di amici con aria truce) che accolgono ragazzi con problemi psicologici seri, che qui trovano sostegno. Di frequente ospitano, nelle loro attività, immigrati sottraendoli a giri ben più pericolosi e favorendone l’integrazione.

I centri, sono anche un centro di aggregazione per delle feste e spesso animano delle mense molto a buon mercato. E qui casca l’asino, perché si solleva la protesta di ristoranti, pub, bar e trattorie:

I centri sociali occupano locali senza pagare fitto, non emettono scontrini e non pagano tasse, usano lavoro gratuito e non pagano salari e contributi, per forza fanno prezzi più bassi dei nostri. Questa è concorrenza sleale.

In sé l’argomento ha del vero (in effetti non pagano fitto, tasse e contributi), ma il fenomeno è enormemente sovradimensionato. So per conoscenza diretta come stanno effettivamente le cose: le serate sono molto saltuarie e stagionali, qualcuno fa una mensa un po’ più stabile, ma per un numero molto limitato di persone (non hanno né spazio né attrezzatura per fare di più). Nel complesso, il “giro d’affari” (e mi viene da ridere ad usare una espressione del genere) ammonta si e no a qualche migliaio di euro all’anno e nei casi più “ricchi”. Se ciascun centro sociale chiudesse e la sua “clientela” si riversasse nei bar, pub, ecc. della zona, questi non aumenterebbero il loro giro nemmeno dell’1%. Quei quattro soldi, che i ragazzi dei centri sociali riescono a mettere insieme, servono ad integrare le magre risorse per finanziare qualche mostra, un ciclo di proiezioni, uno spettacolo o un laboratorio.

La verità è che i centri sociali non solo non rappresentano un pericolo, ma sono una risorsa per la città. Una risorsa che la città non sa valorizzare ed usare. In questo pesa anche la formidabile incapacità comunicativa dei “centrosocialisti”, che sanno tutto in tema di forme di comunicazione, web, nuovi mezzi ecc, ma che quando devono comunicare con il Mondo sono delle vere bestie! Non riescono a dare conto della massa di lavoro che fanno e sono bravissimi ad attirarsi antipatie. Ad esempio, questo lo riconosco, sono dei fracassoni che si curano poco del vicinato. Ma alla fine, abbiamo avuto venti anni anche noi, ricordiamocelo.

E poi l’utilità della loro azione è di gran lunga maggiore dei disagi. L’utilità inizia proprio dal terreno della sicurezza: una decina di anni fa, all’Isola sorgeva il centro sociale “Pergola”, nel 2006 venne sgomberato e, dopo poche settimane, era diventato un ricettacolo di spaccio di eroina, il rifugio di trafficanti e sbandati vari. E più o meno le stesse cose si possono dire del centro di via Gola o di altri ancora.

Insomma, qui si fa passare il messaggio per cui è meglio che uno stabile resti vuoto, piuttosto che darlo ad un centro sociale. Perché poi, quando resta inutilizzato, abbandonato al degrado, agli spacciatori ed ai topi, migliora il livello di “sicurezza” del quartiere.

Ma vi rendete conto di che scemenze si dicono? Mai nessuno che dica: “togliamo il centro sociale e mettiamoci un ambulatorio” oppure un centro culturale o qualsiasi cosa. Nessuno che si ponga il problema dei danni che produce l’abbandono di centinaia di stabili inutilizzati. Questo spetterebbe all’istituzione locale che, almeno, potrebbe fare l’inventario di quante sue proprietà sono inutilizzate. E questa è stata un’altra delle delusioni di questa inconcludente giunta Pisapia.

Ecco perché difendo Zam e chiedo pubblicamente al sito di Grillo di ospitare, per ragioni di equità, anche il video di risposta elaborato da Zam.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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