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Test universitari e liceali allo sbando

Ormai sono decenni che il Ministero della Pubblica Istruzione opera meglio, quando non attua una delle sue periodiche riforme o modifiche ai percorsi formativi, dalla scuola d’infanzia all’università. Ministri incompetenti, sostenuti da dirigenti ministeriali altrettanto superficiali e inesperti, hanno solo generato danni vistosi alla scuola e all’università italiana, con modifiche o pseudo riforme da archiviare al più presto possibile, quando l’Italia avrà finalmente un governo e una classe politica onesta e preparata.

Tra le novità concepite dagli ultimi ministeri della P.I., logica espressione di governi inefficienti, merita il nobel per l’incompetenza scolastica l’ultima scellerata novità attuata a danno degli studenti dell’ultimo anno della scuola superiore, che dal mese di febbraio sono costretti a sospendere i loro studi scolastici per prepararsi e sottoporsi ai tanto contestati “test per l’accesso ai corsi di laurea universitari”, che ormai dilagano dal nord al sud d’Italia, con dispendio evidentissimo di soldi e di tempi utili per la preparazione all’esame di stato! Tutto questo perché le università devono monetizzare con le tasse che ripetutamente devono versare coloro che in ogni luogo d’Italia tentano la “lotteria” del superamento dei test per potersi immatricolare a settembre al corso di laurea prescelto.

Precedentemente, ho già criticato la metodica posta in essere dal nostro Ministero, che con il numero chiuso in quasi tutti i corsi di laurea, di fatto, limita da anni il diritto allo studio, mentre arricchisce le università, con la lotteria dei test d’ingresso a danno delle famiglie dei nostri studenti. Ma nessuno ne parla, con la complicità dei partiti di ogni schieramento politico e dei sindacati della scuola, che ormai fanno solo da ornamento ai governi nostrani, perdendo sempre più di credibilità e soprattutto d’iscrizioni.

Ma se ciò non fosse sufficiente a definire nefasta e deleteria la politica scolastica degli ultimi anni, con forza e con rabbia devo affermare che quest’anno, il Ministero e le Università stanno creando ulteriore caos e disorientamento nei nostri giovani studenti dell’ultimo anno delle superiori. Per esperienza diretta e professionale, devo costatare che nelle nostre scuole gli studenti da febbraio stanno facendo registrare un crollo vistoso nel rendimento e nella preparazione scolastica, perché sempre più presi a studiare manuali vari per i test d’ammissione alle Università di tutta Italia e per le Accademie delle forze armate. Al culmine dell’approssimazione istituzionalizzata, quasi tutti i licei hanno fatto a gara per organizzare corsi pomeridiani ( indovinate un po’?) per sostenere i propri studenti a preparare i test universitari!!!

Ora vorrei chiedere a tutti questi “Soloni” delle scienze dell’educazione e della formazione: a giugno, agli esami di stato, quali saranno i contenuti delle discipline ai quali dovranno sottoporsi i nostri studenti? cosa chiederanno le Commissioni d’esame ai nostri ragazzi? le prove d’esame terranno conto dei contenuti studiati per prepararsi ai molteplici test universitari oppure ancora tutto l’esame ruoterà sulla vecchia e sempre attuale letteratura italiana, la storia del Novecento e la scienza della terra?

Insomma se avessero lasciato stare i nostri studenti alle tradizionali incombenze, già così difficili d’affrontare in vista degli esami di stato, per poi successivamente solo dal mese di agosto iniziare la preparazione per accedere ai corsi di laurea, non sarebbe stato più onesto, più corretto e soprattutto più pratico? Ma naturalmente gli scienziati che ci governano e le lobby universitarie hanno orizzonti e interessi molto più ampi di un modesto professore di liceo… e questo chiude il discorso, anche perché i diretti interessati con le loro famiglie sanno solo subire essendo privi di una formazione politica adeguata.

Photo: Flickr/Filippo

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.215) 8 aprile 2014 15:14

    I test di ammissione all’Università iniziarono verso la fine degli anni ’80, per risolvere il problema del sovraffollamento in alcune facoltà.

    Prima c’erano solo per i diplomi universitari (ISEF e professioni paramediche, più che altro) in cui, notoriamente, si entrava per test + raccomandazione.
    Oggi i ventenni sono la metà di trent’anni fa.
    Che senso ha fare ancora i test di ammissione?

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