• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > Corruzione a Foggia: nuovi nomi nell’inchiesta

Corruzione a Foggia: nuovi nomi nell’inchiesta

Nuovi avvisi di garanzia sarebbero in arrivo nei confronti di altri soggetti coinvolti nel recente scandalo tangenti per l'occupazione del suolo pubblico a Foggia. Gli avvisi riguarderebbero personaggi comunque vicini alle stanze di Palazzo di Città, oltre che a compiacenti imprenditori edili. Questo il dato che emergerebbe da alcune fonti riservate ma ritenute attendibili.

Venti gelidi spirano nei corridoi del comune tra facce incredule, dolorose cadute dal pero di chi pare non si sia mai accorto di nulla e qualche indignato sulla presunta e inappropriata pervasività della magistratura in politica.

Ma fin troppo chiaro è stato l'appello che il Procuratore capo, Leonardo Leone de Castris, ha rivolto ad “eventuali vittime di comportamenti analoghi”, sollecitandole “nei prossimi giorni a collaborare per l'accertamento della verità e comunque chiarire la propria posizione.”

Così come sarebbe legittimo chiedersi quale sia il collegamento tra lo Sportello unico per le attività produttive (Suap ), l'ufficio lavori pubblici e urbanistica, interfacciato con quello legale, che appone il sigillo alle pratiche.

Concussione e tentata concussione ai danni dell'imprenditore edile, Lello Zammarano, sono stati i capi d'accusa emersi dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Foggia, e che hanno portato alla notifica dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale nei confronti di Fernando Biagini, dirigente del servizio lavori pubblici e del Suap, del consigliere comunale Massimo Laccetti e dell'imprenditore Adriano Bruno, quest'ultimo ai domiciliari.

L'inchiesta sull'affitto del nuovo palazzo di piazza Padre Pio, destinato ad ospitare i nuovi uffici giudiziari, partita ad ottobre 2013 in seguito ad accertamenti patrimoniali, intercettazioni ambientali e telefoniche tra il Biagini e Laccetti, ha fatto emergere un giro di tangenti per l'aggiudicazione di appalti con l'amministrazione comunale, riguardanti il servizio dei Lavori Pubblici “in forma sistematica”.

Con queste accuse, la sera stessa sono scattati i sequesti per “equivalente”. In particolare personale della squadra mobile e della Guardia di Finanza hanno sequestrato rispettivamente al Biagini un'Audi A6 da 30mila euro, 32mila euro depositati su un suo conto di deposito, oltre ad alcuni oggetti in oro custoditi in casa. 4.500 è la somma invece confiscata nell'abitazione del Laccetti.

Intanto si sono svolti gli interrogatori di garanzia per tutti e tre gli imputati. Il Biagini e Laccetti rispettivamente difesi dagli avvocati Giulio Adolfo Treggiari e Michele Curtotti. Il dirigente comunale del Suap ha negato di aver mai preso “mazzette” dall'imprenditore Zammarano, mentre Laccetti si è avvalso della facoltà di non rispondere. In ultimo l'imprenditore Adriano Bruno ha dichiarato di aver agito esclusivamente nell'interesse di Zammarano per perorare la sua causa di fronte al Biagini, che a luglio del 2013 aveva espresso reticenze sul fitto del palazzo di Piazza Padre Pio.

AGGIORNAMENTO: NELLA RETE ANCHE ARCHITETTO DEI LAVORI PUBBLICI?

 

[email protected]

Foto: Flickr (Davharux)

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità