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Revenge porn: la nuova frontiera della violenza sessuale

Revenge porn”, letteralmente “porno per vendetta”, è un fenomeno realtivamente recente che parte dagli Stati Uniti, ma che si sta diffondendo anche in Europa. Il “revenge porn” consiste nella condivisione sul web di materiali multimediali intimi di un soggetto ignaro, al fine di danneggiarlo. La maggior parte dei casi di “revenge porn” vede coinvolti ex fidanzati (o findanzate, anche se molto più raramente) che pubblicano contenuti osceni, come foto o video, delle ex amanti, ignare vittime del raggiro.

Negli ultimi giorni, in Inghilterra, ha fatto scalpore il caso di Anisha Vora, il cui ex fidanzato non solo ha pubblicato su oltre 200 siti porno una foto che la ritrae completamente nuda, ma si è inoltre divertito a fornire i suoi dati personali, dal numero di cellulare all'indirizzo email, fino alla sua pagina Facebook. Anisha riceve ogni giorno sms e email che contengono messaggi a sfondo sessuale, qualcuno la riconosce per strada e spesso gli sguardi della gente la mettono in imbarazzo. Ma non è tutto. Anisha ha anche difficoltà a trovare lavoro, perché basta cercare il suo nome su Google per trovare quella foto caricata senza il suo consenso.

In un'intervista rilasciata alla BBC, Anisha confessa: “Non ho frequentato la scuola per quasi un anno e mezzo, avevo paura di uscire di casa ed essere riconosciuta […] Tutti dicono che è solo colpa mia se lui aveva quella foto e ammetto che è stato uno stupido errore, ma mi fidavo cecamente di lui. Lo conoscevo da 10 anni e non avrei mai pensato potesse fare una cosa del genere”.

Purtroppo per la maggior parte delle vittime di una “revenge porn” è davvero difficile ottenere giustizia. Negli Stati Uniti, ad esempio, non c'è una legislazione federale che regoli il problema e solo tre Stati (California, Texas e Utah) hanno promosso delle leggi per contrastare questo fenomeno. Carrie Goldberg, che lavora per il Vera Institute of Justice, ha dichiarato: “Ricevo ogni giorno richieste d'aiuto da parte di vittime della 'revenge porn' […] Lo scambio di contenuti multimediali a sfondo sessuale è sempre esistito, e il fatto d'inviare o ricevere questi contenuti è molto più comune di quanto si possa pensare; il che significa che le persone hanno bisogno di una maggiore protezione da parte della legge”.

Per quanto riguarda l'Europa, anche qui la situazione rimane complessa. Nel Regno Unito in casi di “revenge porn” possono essere applicate le leggi sulla privacy o sulle molestie, ma solo se l'offesa verso la parte lesa è ripetuta più di una volta. Proprio nel Regno Unito, la ventritrenne Heather Robertson, studentessa di legge, ha lanciato una campagna affinché vengano presi seri provvedimenti in termini legislativi per tutelare le vittime della “revenge porn”. La stessa Heather ha scritto una lettera al primo ministro David Cameron, in cui afferma: “Molte donne che frequentano gruppi di sostegno hanno collegato i casi di 'revenge porn' a quelli di violenza domestica. Infatti succede che vengano costrette dai mariti violenti a posare per queste foto, per poi minacciarle di mettere la foto sul web nel caso in cui vogliano denunciarli. Si tratta di una violazione della dignità, e una tale umiliazione deve essere riconosciuta dalla legge come molestia o violenza a sfondo sessuale”.

Il problema della "revenge porn" riguarda anche l'Italia, dove il caso più celebre ha visto coinvolta una giovane coppia di Ischia, protagonisti di un filmato porno, pubblicato su un sito online senza il loro consenso. 

Rimuovere contenuti di questo tipo dalla rete è davvero difficile, dal momento che i gestori dei siti porno diventano immediatamente proprietari dei materiali caricati sulla pagina, in più le condivisioni e i download di foto e video a sfondo sessuale sono immediati. A questo punto, com'è possibile non considerare la "revenge porn" come una forma di violenza sessuale?

 

Foto: GoogleImage1/2 & banrevengeporn

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