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Bologna: annunciato lo sgombero del collettivo Atlantide

Dopo quindici lunghi anni di attività culturale, sociale e politica, dentro e fuori le mura della città, il collettivo Atlantide si è visto recapitare una lettera firmata da Comune e Quartire in cui si invita l'associazione a sgomberare il cassero di Via Santo Stefano, a Bologna.

Atlantide nasce nel 1997, con l'occupazione del piano terra del cassero di Porta Santo Stefano, e da allora è sede di gruppi femministi, lesbici, gay, queer e punk, convogliando in sé i più disparati collettivi: Antagonismogay, Laboratorio Smaschieramenti, Clitoristix e NullaOsta.

Negli ultimi anni Atlantide è stata al centro di numerose e complicate vicende, tra proteste e trattative, il Comune ha già tentanto in passato di spiantare il collettivo dalla sede attuale. Oggi, con questa lettera arriva l'ultimatum che impone lo sgombero entro le prossime due settimane.

In un comunicato stampa pubblicato dal collettivo si legge: "Atlantide non ha alcun debito, né materiale né simbolico, con il Comune, né con altri tipi di Istituzione. Non abbiamo mai ricevuto né richiesto finanziamenti pubblici, né privati. Al contrario, abbiamo utilizzato la nostra sede per finanziare altri progetti sociali, culturali e politici in cui credevamo". Atlantide vive da allora "grazie all'impegno collettivo" che però non è volontariato" ma "autogestione".

Radio Città del Capo, emittente radiofonica locale, da sempre vicina alle vicende che hanno coinvolto il collettivo Atlantide, ha raccolto in un'inchiesta le opinioni di chi ha da sempre lottato per la sopravvivenza del collettivo e che oggi descrive la situazione attuale come "una serie di errori commessi dall'amministrazione comunale".

Tra questi, Cathy La Torre, capogruppo dei vendoliani in Comune, ricorda che: "Atlantide è una delle poche realtà convenzionate a non aver avuto il rinnovo del bando", definendo questa vicenda come una "chiara scelta politica, non semplicemente un atto tecnico".

Intanto Atlantide annuncia di non voler sottomettersi alla decisione del Comune, come si legge nel comunicato: "Non è più tempo di permettere che ci mettano a(l) bando. È il tempo di rivendicare a viso aperto tutto l’orgoglio per la nostra diversità. Atlantide resta dov’è."

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