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Le riforme non si toccano, purtroppo!

La riforma elettorale lasciata in sospeso è una brutta copia del porcellum? Fa niente, rappresenta il nuovo ed è urgente, è il paese che ce lo chiede.

Il Senato da pietra angolare delle nostre istituzioni è diventato un peso inutile anche se la sua riforma è palesemente incostituzionale e confusionaria? Non è un problema, e, diciamolo una volta per tutte, soffermarsi su dettagli essenziali è da disfattisti reazionari! La riforma si deve fare, sono i nostri figli a chiederlo!

Il bicameralismo perfetto, a dispetto del nome, è un danno per le tempistiche legislative contemporanee (dice tante cazzate Renzi, non vedo perché non possa scriverne una io per spiegare le ragioni che motivano le sue riforme).

Il paese e i suoi figli si lamentano da anni, chi di noi non li ha sentiti?

Le loro voci sono diventate drammatiche cantilene che non ci chiedono lavoro ed equità, né più democrazia e rappresentanza, no! Le loro domande sono altre: quando cancelleremo il Senato? Perché non ci sono più le mezze stagioni? Perché quando lavi l’auto dopo un quarto d’ora piove? Perché il passamano delle scale mobili è più veloce dei gradini e, soprattutto, perché Salvini non ha specchi in casa e la Santanché galleggia senza sforzi?

E i politici ora rispondano! Ora c’è una generazione iperattiva e con tanta voglia di fare; ma non solo di fare tanto per fare: ma di fare per fare del fare il solo modo di fare…altrimenti che ci sta a fare?

Per dare un senso questo delirio dialettico di stampo trapattoniano – purtroppo non commentato dalla Gialappa’s, altrimenti il tutto acquisterebbe un senso – la politica si appella sediziosamente all’urgenza: sin dall’era Monti non c’era più tempo, tutto si doveva fare in fretta altrimenti la catastrofe.

Il sentimento dell’urgenza alimenta il panico e anticipa da sempre lo stato d’eccezione, ma questo è un discorso difficile e non possiamo chiedere tanto al nuovo che è nato per mitosi dal peggior passato, e questo sentire ora si è insinuato nel nostro quotidiano come una drammatica nevrosi!

Il vuoto è a un passo e la disperazione dilaga… bisogna agire in fretta! Sono i paesani e i loro figli che lo chiedono a gran voce! Poco conta se lo stato d’ansia innescato ad hoc ci fa essere poco lucidi e, presi dal panico, iniziamo ad aggrapparci a qualsiasi cosa per non cadere nel precipizio scavato sotto i nostri piedi; è secondario se le riforme non portano a nulla o peggioreranno inevitabilmente le cose, è necessario che si cambi, se poi questo cambiamento si rivelerà deleterio è un dettaglio trascurabile.

Non importa se dopo un ventennio di sistematico annientamento della cultura e della politica di questo paese si spacciano i calcinacci per novità rivoluzionarie, a noi basta già solo percepire l’ottimismo e l’iperattività, è l’effetto che conta per ora, non la realtà delle cose.

Il berlusconismo non ci ha insegnato niente e, forse, per questo assistiamo alla grottesca appendice del renzismo: demandiamo, deleghiamo e facciamo il tifo per questo o quello come degli ultrà esagitati in uno stadio senza domandarci nulla, senza avanzare il benché minimo dubbio, o semplicemente informarci su quello che sta accadendo.

Non ci interessano le conseguenze, ci accontentiamo del demagogico zuccherino della propaganda. La riflessione e la coscienza civile sono diventate demodé e reazionarie: o si fanculizza a 360 gradi alla Grillo o si è adepti della mediocrità annunciata dalla triste retorica renziana. Triste e misera dicotomia: o la rabbia o la malriposta speranza destinata a deludere; tutto fuorché la coscienza e lo spirito critico.

Così, in questa perenne resa delle coscienze ingoiamo di tutto e di più: l’ignoranza dilagante e irreversibile della nostra classe dirigente, il definitivo distacco della politica dalla vita reale, gli intrallazzi istituzionali tra schieramenti solo in apparenza opposti e il criminale connubio tra la galvanica finzione demagogica di Renzie e un pregiudicato che ancora detta le regole in questo paese.

Ah, allora ci meritiamo tutto! Ben vengano allora tutte le Daniela a dito medio fiammeggiante, tutti i Razzi, gli Scilipoti di questo paese e tutte le riforme inutili e pericolose annunciate, prima progettate a tavolino e poi spacciate per popolari da una marionetta e un pregiudicato. Tutto è ampiamente meritato.

Chissà, forse un giorno, tra una minorenne marocchina, un inno alla bellezza e un calippo assisteremo ad un reale cambiamento, ad una rivoluzione interstiziale che esploderà inaspettatamente durante la frenetica concitazione del “fotti fotti” generale.

 

Fonte immagine: Natangelo

Questo articolo è stato pubblicato qui

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