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Il tradimento della Sinistra italiana

Dall'intransigenza della lotta di classe, alla via italiana al Socialismo, alla svolta liberista del PD di Renzi: la metamorfosi della dottrina della sinistra.

Ritornello frequente nel dibattito politico è che le ideologie sono morte, che si va verso la personificazione (sia in senso di leader, sia in senso di correnti) dei partiti politici. Però non si può negare che vi sia un'idea con funzione propulsiva di un movimento politico: ecco, c'era una volta un'idea che era la Sinistra italiana.

Ovviamente quest'idea non si è potuta sottrarre alle vicende geopolitiche nel corso della storia:
non si vuol dire qua che il comunismo deve tornare ad essere l'ideale-cardine della sinistra. Si vuole solo osservare che le idee non sfuggono all'opera erosiva del tempo e che non possono rimanere sempre uguali. Ciò non vuol dire che debbano essere stravolte, quali sono. Sta avvenendo sempre con maggiore frequenza nell'agone politico italiano, da Togliatti in poi.

Che la brusca accelerazione avvenuta con la seconda Repubblica sia colpa della globalizzazione?Forse, ma ciò non esime gli esponenti politici responsabili dall'aver lasciato che gli ideali di cui si erano fatti latori fossero coinvolti, o meglio, non abbiano fatto in modo di lenire le conseguenze del contatto con una realtà politico-economia praticamente globale. D'altra parte lo stesso ideale socialista non è frutto di dottrine meramente nostrane, bensì ha attecchito, fin dalla sua nascita, in tutti i Paesi industrializzati.

Facciamo un rapido excursus di come, nel corso della nostra storia repubblicana, i partiti "rossi" abbiano stravolto i loro principi, o li hanno addirittura abbandonati per abbracciare quelli della parte avversa. Tendiamo ad escludere (magari per mera tolleranza) l'adozione della "Via italiana al Socialismo" di Togliatti, adottata all'indomani dell'adozione della Carta Costituzionale. Si può eccepire che l'aver abbracciato un metodo di lotta di classe "dentro gli schemi" delle istituzioni democratiche era più che coerente con la partecipazione all'Assemblea Costituente, in altre parole il PCI aveva tacitamente accordato la sua partecipazione democratica alla vita della neonata Repubblica.

Su questa via potremmo anche "perdonare" il compromesso storico a Berlinguer, d'altra parte la prima è il presupposto logico del secondo, cioè la possibilità di una partecipazione effettiva all'attività di governo con l'inserimento - mai avvenuto - di comunisti nella compagine governativa. A tal proposito si potrebbe dire, paradossalmente, che i veri traditori sono stati Berlinguer e i suoi compagni di partito, i quali si sono svincolati dall'orbita sovietica e hanno sposato metodi di lotta politica più democratici che non i democristiani intransigenti, proprio quelli che, secondo tesi rimaste allo stadio di pure congetture, avrebbero favorito il rapimento Moro. Secondo il pensiero mainstream della storia politica italiana è blasfemia, ma è un'interpretazione plausibile dei fatti, se compiuta tenendo conto dello spirito di questo articolo.

Controversa è stata l'opera dei governi Craxi, in particolare il Craxi I: da una parte il celeberrimo politico socialista è stato il fautore degli Accordi di Villa Madama, meglio noti come la revisione dei Patti Lateranensi: la sottrazione alla Chiesa dell'esclusiva giurisdizione sui casi di scioglimento del matrimonio, sull'abrogazione dell'art.1 del Concordato secondo cui l'Italia era uno Stato di confessione cattolica e sull'introduzione dell'insegnamento della religione cattolica come materia non più obbligatoria, ma facoltativa, non possono che essere risultati ispirati da una linea d'azione politica prettamente laica.

Più controversa è stata la riduzione della scala mobile di tre punti, abrogata completamente dal Governo Amato nel 1992; sempre controverso è stato il "decreto Berlusconi" che ha capovolto gli effetti delle sentenze per cui le emittenti private, quali quelle dell'imprenditore brianzolo sarebbero dovute essere oscurate, un preludio alla sciagurata intesa D'Alema-Berlusconi. Controverso è stato anche l'assenso all'installazione dei missili Cruise in Sicilia, i quali sono stati dei fattori di deterrenza determinanti per portare alla politica moderata di Gorbaciov.

Andiamo ai giorni nostri,ossia quelli della c.d. Seconda Repubblica: si possono agevolmente sintetizzare fatti già noti al pubblico più attento alle vicende politiche: vale a dire l'opera gigantesca e infinita di privatizzazione delle aziende pubbliche, vero perno del Boom economico e germinate dall'ispirazione "quasi socialista" della c.d. "Costituzione economica", cioè dalle disposizioni costituzionali sull'assetto socio-economico del nostro ordinamento, entro le quali si può rinvenire la definizione "programmazione economica"; il c.d. "Patto della crostata", con il quale D'Alema barattò una legge sulla regolamentazione delle frequenze televisive con l'appoggio di Forza Italia alle riforme costituzionali tanto agognate (patto che poi non vide l'attuazione). Di sicuro non è stata una condotta coerente con la linea della sinistra del tempo, orientata giustamente alla neutralizzazione politica (e non solo) dell'avversario Berlusconi, paladino del liberismo e nemico della sinistra "rossa".

Ma l'attuale governo Renzi sembra intenzionato a infrangere ogni barriera del dogmatismo: basta guardare il famigerato Jobs Act e il suo piano sfacciato di liberalizzazione del lavoro; l'abrogazione sperimentale dell'art.18 per tre anni manda in fumo le lotte operaie del '68, quelle sostenute per ottenere più tutele, le stesse che una congrega di "eurocrati", presenti sia a destra che a sinistra dell'emiciclo, stanno destrutturando in nome della competitività. Ciò varrebbe a dire che l'Italia non era competitiva negli anni '60-'70,con gli stessi livelli di tutela? Ecco, una Sinistra retta e fedele alle sue idee dovrebbe essere un muro invalicabile di fronte alle dubbie ricette di ripresa degli emissari di Bruxelles.

Invece, hanno lasciato campo libero alla Destra e, più in generale, ai movimenti populisti che racimolano voti con poco, portando con sè, non solo le proposte che la Sinistra avrebbe dovuto far proprie sin dall'inizio, ma anche le idee tradizionali più pericolose, quali la xenofobia. Ecco che, questo momento storico difficile ha visto l'improbabile, ma purtroppo veritiera, unione tra "terza via" e Sinistra. Rimane solo una domanda: chi tutela ora le fasce deboli della società? Domanda ardua dalle possibili risposte inquietanti.

 

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