• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > Digital Divide, Gap e Pantalone

Digital Divide, Gap e Pantalone

Una nota sulla regione ormai nota per "Mandrilleide" e "Rimborsopoli". Le recenti vicissitudini raccontate dalle cronache su Finmeccanica, Selex Se.Ma. e il progetto Sistri sulla tracciabilità dei rifiuti speciali che doveva partire nel 2010 e tutt'oggi ancora fermo sui blocchi di partenza hanno avuto rimandi anche sull'Abruzzo.

Come farà l'Abruzzo a superare il "digital divide", cioè il gap digitale che affligge i territori non raggiunti dalla banda larga?

Bisogna risalire indietro negli anni, fino al maggio del 2012, quando nel corso di un convegno organizzato dal Comitato regionale per le comunicazioni, attraverso la provvidenziale partecipazione di un celebre comico, si riuscì ad attrarre l'attenzione della Regione sulla necessità di accelerare sulla digitalizzazione e gli investimenti sulla banda larga.

"C'è tutto il nostro impegno a farlo", dichiarò allora il governatore, "ma purtroppo in Abruzzo si è già investito molto e male nella banda larga. Avevamo a disposizione 40 milioni di euro dall'Europa che sono stati sperperati dal carrozzone politico di Abruzzo Engineering, così alla fine il progetto è costato 110 milioni di euro ed è stato fatto davvero poco".

Comunicazione e democrazia passano nella cruna della trasparenza nella pubblica amministrazione quanto un cammello abbeverato. Così facendo, sarebbe problematico ricostruire un rapporto di fiducia tra politica e cittadini.

A due anni dall'incontro con l'attore Giobbe Covatta, il presidente uscente e aspirante rientrante, seppure indagato della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi ha siglato a ridosso delle elezioni per il rinnovo della giunta del 25 maggio 2014, un accordo con Fastweb attraverso Consip per il trasporto dei dati tra le sedi regionali, utilizzando l'anello in fibra ottica di proprietà dell'Ente Regione.

Una promessa di abbattimento del digital divide entro l'anno: "Nello spirito rivoluzionario di internet che ha cambiato il mondo, il modo di fare politica, economia e di essere società. In questa accezione l'Abruzzo entra nel XXI secolo". Amen!

Ora, che un politico coetaneo di Bill Gates e testimone più o meno lucido dei tempi che corrono in questi anni '20, abbia colto con inesprimibile ritardo l'importanza della rete nelle scambievolezza tra i popoli, non è certo cosa consolante ma, a dirla con il maestro Manzi, di certo non sarà e non dovrebbe essere mai troppo tardi.

Solo lo scorso anno, il 7% della popolazione abruzzese era fuori dalla connessione della banda larga e, secondo quanto passa per la testa del governatore, entro la fine del 2014, grazie a tutte le attività poste in essere dalla Regione - si tenga a mente l'accordo con Fastweb - si riuscirà nell'impresa di abbattere le ultime differenze digitali nei più reconditi territori dell'Abruzzo.

Una regione non più in ritardo ma all'avanguardia nei processi di digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Un modello per il XXI secolo non solo sotto il profilo dell'organizzazione della banda larga, ma anche sul piano della competitività finanziaria.


Sempre secondo il pensiero di Chiodi, l'Abruzzo oggi sarebbe una regione normale, che combatte contro una crisi violentissima che tuttavia avrebbe registrato nell'ultimo quadrimestre una disoccupazione più bassa di quella delle Marche.

Ecco di seguito, i dati statistici ufficiali dell’ISTAT:

Tecnicamente, gli occupati sono le persone che nel periodo preso in considerazione abbiano svolto almeno un’ora di lavoro che preveda un corrispettivo monetario o in natura.

Alla fine del 2008, gli occupati in Italia erano 23.405.000. Alla fine del 2013, 22.420.000. Nell’ultimo quinquennio la perdita di occupazione è stata pari al 4,21%. Alla fine del 2008 gli occupati in Abruzzo erano 518.000.

Nel 2013, gli occupati in Abruzzo erano 490.000. Sempre nell’ultimo quinquennio, la perdita di occupazione è stata pari al 5,41%. Fatti i conti, forse della serva, il presidente Chiodi risulterebbe responsabile di un'ulteriore perdita del 1,20% di occupati abruzzesi. Se li si contasse, ammonterebbero – i disoccupati – a 6.200 persone finite sul lastrico.

Ancora una nota sulla regione ormai nota per "Mandrilleide" e "Rimborsopoli". Le recenti vicissitudini raccontate dalle cronache su Finmeccanica, Selex Se.Ma. e il progetto Sistri sulla tracciabilità dei rifiuti speciali che doveva partire nel 2010 ed è tutt'oggi ancora fermo sui blocchi di partenza, hanno avuto rimandi anche sull'Abruzzo.

Alle solite, associazione a delinquere e corruzione. Sarebbero stati costituiti fondi neri all'estero costituiti attraverso un sistema di false fatturazioni e fatturazioni gonfiate tra la Selex Service Management e diverse società affidatarie "compiacenti" finalizzati al pagamento di tangenti destinate ai vertici del gruppo industriale.

Dalle carte dell'inchiesta spunta anche l'ipotesi di tangenti destinate a "sponsor politici" dei vertici del gruppo Finmeccanica. Maurizio Stornelli ha riferito di notizie a suo dire apprese da Nicola Lobriglio, titolare della società Sediin, che avrebbe ottenuto subappalti dal gruppo industriale. Lobriglio gli avrebbe raccontato che "tramite Borgogni aveva provveduto a finanziare con i soldi delle commesse ricevute da Finmeccanica i suoi sponsor politici, e segnatamente l'onorevole Lorenzo Cesa".

L'Abruzzo Engineering, società in liquidazione dal dicembre 2010 a causa di un deficit di 19 milioni di euro, negli anni 2009/2010 si è occupata in subappalto proprio del progetto Sistri, inviando parte del proprio personale in missioni fuori regioni. A Nepi (VT), presso gli stabilimenti della Sediin e a Castellammare di Stabia, alle dirette dipendenze dell'imprenditore Francesco Paolo Di Martino.

 

 

Foto:Snazzo /Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità