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Lista Tsipras o dell’incapacità di questa sinistra di progettare idee nuove

Una delle frasi ricorrenti - quasi un tòpos ormai - è che “la sinistra deve ritrovare l’anima”. Cioè la capacità di progettare, dire ed entusiasmare quella parte dispersa del popolo italiano che non ha più alcuna rappresentanza politica.

L’anima della sinistra è - o dovrebbe essere - la forza vitale di un discorso che parla al cuore degli esseri umani, isterilito da vent’anni di berlusconismo e una settantina di catto-comunismo. E poi un po’ anche alle loro tasche, depredate dalla peggior accozzaglia di pescecani in giacca e cravatta mai vista prima. Invece la sinistra, è chiaro, non avanza; casomai - la Francia insegna - arretra. Ma andiamo con ordine.

Punto primo: pochi giorni fa è stata trasmessa in video la presentazione pubblica di un libro che parla della vita del poeta turco Nazim Hikmet, "Il turco in Italia" di Joyce Lussu.

Con lettura da parte di una bravissima, e molto bella, giovane attrice degli strazianti versi di un uomo, comunista (quando essere comunisti era estremamente pericoloso), poeta (quando essere poeti significa rischiare letteralmente la morte per fame), turco (quando essere turchi significava - come in parte è ancora oggi - finire stritolati fra l’occidentalismo delle élite nazional-militariste di stampo reazionario alla Atatürk, e l’islamismo più ottuso e retrogrado di stampo iperconservatore e tradizionalista).

Lui invece scrisse i versi che abbiamo potuto riascoltare in una recitazione estremamente intensa che ci ha ricordato una poesia fra le più belle del novecento.

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti

Ecco che cosa abbiamo fra le mani, il regalo di un poeta turco che ci indica la via per un’utopia tutta da ripensare. Qui dovrebbe stare l’anima della sinistra.

Poi ci svegliamo dall’atmosfera magicamente onirica in cui siamo precipitati per quasi un’ora e ci troviamo di nuovo nella deprimente realtà italiana di questo primo quindicennio del secolo XXI. Che sarebbe il punto secondo.

Con una certezza, anzi con tre certezze: la prima è che abbiamo al governo, sorretto da una incogrua maggioranza, un boy-scout cattolico con la stessa faccia del bamboccio che ai suoi tempi veniva chiamato “i’ bomba” perché le sparava grosse. Il che la dice lunga.

La seconda è che l’unica opposizione residua è costituita da un gruppo mal amalgamato di sconfortanti vaffanculisti, convinti (e lo credono davvero) di essere “oltre” le differenze tra destra e sinistra (con grande piacere, ovviamente, di tutte le destre urbi et orbi), seguaci di un angosciante capellone, ex simpatizzante del pregiudicato di Arcore, in preda a deliri apocalittici; e di un autoritario e antidemocratico (sono parole sue: "Bossi sarebbe un magnifico dittatore. Un po' come me") rabbioso urlatore da palcoscenico, che guarda con favore alla catastrofe prossima ventura (sono parole sue: "ho l'ottimismo della catastrofe. Si va giù, e si ricomincia") tanto quanto i futuristi amavano la guerra “igiene del mondo”. E' un'opposizione già vista, tante volte, nel corso della storia. E non ha portato mai niente di buono. Tutt'altro.

La terza certezza è che esiste ancora una sinistra politica, virtualmente all’opposizione, ma che è ormai ridotta praticamente a niente (non siamo ancora alle classiche percentuali “da prefisso telefonico” ma manca davvero poco). Sterilizzata attorno all’ammirazione per Vladimir Luxuria (da poco è stata ventilata una sua candidatura a sindaco di Foggia) e alle patetiche narrazioni parapoetiche di Nicki Vendola. O poco più.

Una sinistra che, non riuscendo a partorire nemmeno il topolino di un progetto comune minimale, ha pensato che l’unica via di salvezza fosse aggregarsi al carro di un vincitore, che però ha vinto altrove. In questo caso la Grecia di quel Tsipras che sarà pure un bravo ragazzo, che sarà pure un abile politico, che sarà pure un uomo pulito e intelligente, ma che dalle nostre parti è - senza ombra di dubbio alcuno - il classico cavolo a merenda. O, peggio, la dimostrazione plateale del fallimento della nostra sinistra autoctona.

Ma alle tante frange di una sinistra autoreferenziale, ottusa e litigiosa, è apparso come il vero Messia, il Cristo risorto e capace di far risorgere dalla morte tutti quelli che credono in lui. E i morti hanno immediatamente stravisto per lui. Salvo cominciare ad azzuffarsi di nuovo cinque minuti dopo aver sottoscritto l’adesione alla Lista che porta il suo nome.

Come ci racconta l’esilarante video parodia che illustra con la capacità persuasiva delle immagini la fulminea parabola della proposta “nuova” della sinistra italiana, che gli ultimi sondaggi accreditano di quel solito 4% - con pochi decimali di variazione - che rappresenta il consolidato zoccolo duro del radicalismo di sinistra in Italia. Niente di più e niente di meno: 1 virgola qualcosa a Rifondazione, 2 virgola qualcosa a SEL, lo zero virgola qualcosa ancora più a sinistra. Percentuali da casa di riposo.

Rissosità e scarso appeal che dimostrano al di là di ogni ragionevole dubbio che un certo modo di fare politica, a sinistra non è mai tramontato.

Così, a questo punto, posso spiegare perché ho parlato di Nazim Hikmet e della Lista Tsipras: del turco e del greco.

Ne ho parlato perché per il poeta di Istanbul “i giorni più belli sono quelli che non abbiamo ancora vissuto” e “i mari più belli sono quelli che non abbiamo ancora navigato”. Mentre per l’ormai decrepita sinistra radicale italiana, costretta a cercarsi un leader all’estero per manifesta incapacità di produrre qualcosa in casa, è evidente che “i giorni più belli sono quelli che abbiamo già vissuto”. Una quarantina d’anni fa, dalle parti del Sessantotto. E continua imperterrita a riproporre quella storia, quei mari navigati tanto tempo fa in cui un'intera generazione è affondata come il Titanic.

Dovremmo allora imparare dai poeti - non dai politici, non dai filosofi, non dai teologi - a guardare al futuro; e siamo invece continuamente costretti a guardare com’era bello il passato degli zombie di casa nostra. Ma non sarà ora di chiudere quella porta e di buttare la chiave ? Non sarà l'ora di seppellire il passato, che è l'unico modo per far nascere davvero un qualche futuro ?

La poesia di Hikmet - su cui la sinistra dovrebbe riflettere se mai avesse voglia di battere ancora un colpo - finisce così:

E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto
”.

Ecco, siamo in attesa che la sinistra politica italiana si accorga di questo.

 

Foto: Flickr (Riccio)

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.228) 26 marzo 2014 13:50

    mi sa che l’autore inverte l’ordine delle cose: la sinistra nostrana era già moribonda, e quindi è arrivato tzipras, e con lui un ricambio della classe dirigente: e trovo infatti piuttosto ridicolo il fatto di lamentarsi perchè hanno finalmente smesso di candidare le solite cariatidi nostrane. ricordo inoltre che i nostri sondaggisti tendono a non azzeccarne una, e trovo prive di fondamento le analisi che si reggono sulle valutazioni di un renatino mammehimer o di un masia.

    per il resto noto che il blogger sfoggia una quantità di poesie che vendola gli fa un baffo: con questo curriculum poetico utopico mi chiedo come mai non si sia candidato: ha tutte le carte in regola per la riproposizione dell’uguale
    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.160) 26 marzo 2014 14:04
      Fabio Della Pergola

      Cos’è che il commentatore non capisce della frase: "i morti hanno immediatamente stravisto per lui. Salvo cominciare ad azzuffarsi di nuovo cinque minuti dopo aver sottoscritto l’adesione alla Lista che porta il suo nome" ?

      p.s.: i nostri sondaggisti non ne azzeccano mai una perché hanno la tendenza a sovrastimare la sinistra e a sottostimare la destra. Basta ripensare alle ultime tornate elettorali quando la sinistra era data ampiamente per vincente e poi - quando andava bene - si è trovata al massimo con uno zero virgola qualcosa in più. In ogni caso, se non vanno bene i sondaggi, non resta che aspettare le votazioni.

      Per il resto cito una sola poesia (di un poeta). Se il commentatore non ne capisce il significato e la equipara alle narrazioni vendoliane credo che indirettamente confermi il senso di tutto il mio articolo.

      Saluti.

    • Di (---.---.---.228) 26 marzo 2014 15:24

      mah rispetto alla scorsa tornata non vedo molte zuffe. al massimo, se se è andato via l’inconcludente forcaiolo flores d’arcais, e la cosa mi sembra un guadagno. riguardo ai sondaggisti, se il geniale della pergola ha dei dati ancora più sicuri, casomai attinti direttamente dalla palla di vetro li mostri, sennò l’unico dato concreto che rimane è che i nostri sondaggisti fanno sempre le solite quattro telefonate alle solite quattro persone, e quando cambia qualcosa ne sono sistematicamente ignari...

      per il resto trovo stucchevole la gara poetica tra il dalla pergole e il vendola, ma si sa che la sinistra italiana è inflazionata di balordi che fanno a gara, sia per stabilire chi ce l’ha più lungo, sia per stabilire chi ha la verginità più intatta.
      in definitiva risulta ridicolo il tentativo di elevarsimoralmente dal tanto vituperato milieu della sinistra quando in realtà se ne ripropongono le meccaniche più tristi
    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.160) 26 marzo 2014 16:05
      Fabio Della Pergola

      Non c’è bisogno di essere geniali per attingere ai dati dei sondaggi, come l’arguto commentatore ben sa. Basta leggerli e, ad oggi, la forchetta accreditata alla Lista è tra il 4 e il 6%. E sulle tendenza a sbagliare dei sondaggisti rimando alla risposta precedente. Forse il commentatore non se lo ricorda, ma così sono andate le cose con Prodi (memorabile la notte partita con un vantaggio strabordante e finita all’alba con 25mila voti di scarto) o anche con Bersani l’ultima volta in cui il giaguaro doveva essere smacchiato. Naturalmente dai flop non è stata esente la sinistra radicale che, via via, ha perso pezzi, voti e credibilità nei passaggi dal vellutato Bertinotti al saltellante Vendola, dal serioso Ferrero alle macchiette della rivoluzione d’ottobre come Rizzo e similari. Oggi riproponiamo Bifo e Casarini e capirai la differenza...

       

      Detto questo sarà anche che sulla Lista Tsipras io mi sbagli, ma le mie impressioni sono e restano quelle che ho scritto, soprattutto dopo i vari articoli che parlano delle bagarre interne alla stessa http://www.ilfattoquotidiano.it/201...

       

      Sul “vituperato milieu della sinistra” stendiamo un velo pietoso. Si è vituperato abbondantemente da sé e rifiutarne le stantìe riproposizioni non è "riproporre le meccaniche più tristi" ma, appunto, rifiutarle.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.140) 30 marzo 2014 22:32

    Lei ha ragione quando auspica che la sinistra recuperi l’utopia di un mondo migliore, ed ha ancora ragione quando indica nella ridicola litigiosità tra ortodossie, ciascuna convinta di essere l’unica rispondente ai canoni, a rendere impossibile il costituirsi di una rappresentanza efficace di quanto ancora esiste "di sinistra" nella società.
    Purtroppo omette di considerare la potenza dell’avversario ideologico e politico della Sinistra.

    Non sono solo le incapacità delle persone e dei gruppi a costituire un ostacolo per la rinascita di una utopia credibile che sappia ispirare una proposta politica efficace della Sinistra: contano molto, questo è certo, ma a costringere nelle catacombe quel che resta della ideologia, della capacità organizzativa, perfino del fascino evocativo della storia della Sinistra, è un potere che ha mezzi illimitati e nessuno scrupolo ad usarli.

    Prenda ad esempio la sorte del movimento Occupy Wall Street, al quale perfino il presidente Obama ha espresso pubblicamente la sua simpatia: è finito infiltrato dall’FBI; i suoi leader sono stati spiati e minacciati; è stato bombardato mediaticamente con accuse infamanti di abusi sessuali e contiguità col terrorismo; gli è stata progressivamente interdetta l’occupazione del suolo pubblico con vari pretesti; i suoi militanti sono stati arrestati per ogni minima infrazione. Il tutto grazie all’imponente sistema repressivo messo in piedi dai neocon/sionisti che ancora hanno in pugno l’amministrazione americana assieme alle varie lobby espressione dei potentati economici e finanziari e agli strumenti normativi varati col Patriot Act che ne costituiscono la base giuridica.
    E, lo ripeto, il Movimento godeva della simpatia dell’uomo nominalmente più potente della Terra: il presidente degli Stati Uniti.
    Dunque non è solo la incapacità dei rappresentanti della Sinistra a limitare le possibilità di rinascita della Sinistra, il maggiore ostacolo è un concreto e pervasivo potere di interdizione del suo avversario ideologico e politico.
    La concretezza e la forza di questo potere la può apprezzare in tutta la sua efficacia grazie alla crisi ucraina.
    Consideri solo questo: la vice di Kerry, Victoria Nuland, dichiara pubblicamente che gli Stati Uniti hanno speso 5 mld di dollari in 20 anni per portare l’Ucraina nell’area di influenza occidentale: i mass media continuano imperterriti e compatti a parlare di espansionismo russo. Come si ottiene l’obbedienza di decine di testate giornalistiche se non con un potere reale molto forte?

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.160) 30 marzo 2014 23:34
      Fabio Della Pergola

      Interessante...a parte il solito refrain sui "sionisti" che non si sa bene che cosa c’entrino in questo discorso. Ma tutto quello che dice riguarda la politica estera. Ma noi siamo in Italia. Ed è la sinistra italiana che non sa produrre niente da tempo immemorabile. E’ un problema di potentati economici? Certamente i potentati economici giocano il loro gioco. Ma la sinistra perché non sa progettare niente? Perché è infiltrata dall’FBI ?! Perché è spiata e arrestata ?! Forse il movimento NoTav, viste le idiozie che fanno...

      No, caro mio. Qui il problema è di assenza di progettualità culturale cioé di fallimento di quello che si è visto finora, non di sconfitta. E la Lista Tsipras mi sembra si allinei perfettamente a questa tendenza.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.140) 31 marzo 2014 00:33

      Se dico fascista intendo fascista, non italiano; se dico sionista intendo sionista, non ebreo. Non faccio confusione tra termini di significato diverso.
      Riguardo alla differenza tra politica estera e politica interna: non esiste una differenza sostanziale nella battaglia contro la Sinistra, che è a tutto campo.

      Sembra che lei abbia dimenticato il Caso Moro, gli Anni di Piombo, Gladio. E tantissime altre cose analoghe avvenute in molti paesi del mondo dove la Sinistra è andata al potere o rischiava di andarci.

    • Di (---.---.---.160) 31 marzo 2014 09:24

      Non ho detto che lei fa confusione fra i termini, ho detto che parlando dell’incapacità della sinistra di elaborare un progetto minimale di coesione e di un qualche senso, parlare di ’sionismo’ non c’entra una beamata mazza.

      E poi non dimentico niente. Conosco benissimo, se non altro per averle vissute le manovre globali contro la sinistra. Ma - proprio per averle vissute - conosco anche bene le falle teoriche che hanno portato a un FALLIMENTO ben prima che si delineasse una SCONFITTA.
      Quindi ribadisco quello che ho già detto prima.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.140) 1 aprile 2014 12:01

      << Non ho detto che lei fa confusione fra i termini, ho detto che parlando dell’incapacità della sinistra di elaborare un progetto minimale di coesione e di un qualche senso, parlare di ’sionismo’ non c’entra una beamata mazza. >>

      Guardi, il tema è complesso e sensibile, e non ho voglia di riassumerne i termini. Se ha voglia di capire di cosa parlo può iniziare con qualche ricerca in rete. Ad esempio può leggere criticamente questo articolo:

      http://www.veteranstoday.com/2013/0...

      Tenga presente che la mia opinione in merito al ruolo del sionismo quale ideologia ultranazionalista e organizzazione internazionalista nella elaborazione della politica estera americana in senso imperialista, nella promozione della politica di destra negli USA e nel resto del mondo e nella conseguente campagna a tutto campo per la sconfitta della Sinistra, non deriva dalla lettura di articoli come questo o dalle opinioni diffuse da movimenti o partiti politici. Deriva dalla lunga e attenta analisi dei fatti e dai molti riscontri ottenuti.

      La mia attuale ipotesi di lavoro è che per le forze più retrive del Capitalismo globale il sionismo odierno sia un utile cavallo di Troia, e all’occorrenza un comodo paravento, per attuare il progetto di un ordine mondiale funzionale alle loro esigenze di dominio.

      Tenga anche presente che non ho pregiudizi antisemiti, tutt’altro, e che non sono affatto anti israeliano, al contrario.

      << E poi non dimentico niente. Conosco benissimo, se non altro per averle vissute le manovre globali contro la sinistra. Ma - proprio per averle vissute - conosco anche bene le falle teoriche che hanno portato a un FALLIMENTO ben prima che si delineasse una SCONFITTA.
      Quindi ribadisco quello che ho già detto prima.>>

      Se non dimentica allora non collega i fatti tra loro. Forse è per questo che sbaglia a calcolare il peso relativo avuto nella sconfitta della Sinistra dalle falle teoriche (che pure ci sono state e ci sono) e dall’azione politica e militare dell’avversario ideologico. Esagera il peso delle prime e sminuisce quello delle seconde. E’ esattamente il contrario.

    • Di (---.---.---.160) 1 aprile 2014 12:21

      Conosco bene le sue opinioni su sionismo, Israele eccetera. Ne abbiamo discusso animatamente a iosa. E non sono d’accordo con lei.

      Quanto al fatto che io esageri il peso delle prime (le falle teoriche del marxismo) e sminuisca quello delle seconde (l’attività anticomunista o, più genericamente, contro la sinistra), resta una mia convinzione che, senza nulla negare alla portanza storica indiscutibile della reazione, il fallimento fosse già iscritto a monte in quelle falle teoriche che lei minimizza. Da qui l’altra mia convinzione che i tardi fautori e sostenitori di quella sinistra teoricamente "fallata" sono oggi un decisivo ostacolo per la totale revisione e rifondazione di una sinistra teoricamente più coerente e corretta.

    • Di (---.---.---.160) 1 aprile 2014 12:26

      Sorry. Mi sono dimenticato il login.... FDP

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