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Università, numero chiuso e test d’ingresso

Gli interessi economici, è cosa risaputa, prevalgono su scienza e coscienza e ogni giorno possiamo verificare, purtroppo, questa triste realtà, con nuovi e squallidi esempi di inefficienza, qualificati, di converso, come illuminanti realizzazioni di progresso sociale. Però, quando la disorganizzazione coinvolge la formazione e il futuro dei giovani, gridare allo scandalo e apostrofare solo con qualche epiteto gli autori di tante incongruenze, è il minimo che si possa fare…anzi doveroso!

Vengo subito al dunque! Negli ultimi anni scolastici, abbiamo assistito e subito dei “tour” pubblicitari, da parte di tutte le università italiane, presso i nostri licei per “catturare” nuove immatricolazioni, con l’arte della persuasione, camuffata con il rito dell’orientamento. Ho costatato di persona , come docente di classi quinte, che i ragazzi più di essere orientati, dopo tante chiacchiere mi sembrano piuttosto rintronati e confusi, anche perché, dove aspirerebbero ad immatricolarsi, trovano subito il cosiddetto “numero chiuso” e i “test d’ammissione” che sono una vera panacea per le casse delle nostre università.

Tutto ciò a discapito delle famiglie, che già dal mese di febbraio devono spedire i loro figlioli presso le diverse università italiane per far “compulsare", attraverso pseudo test, le attitudini dei “matricolandi” non ancora diplomati!!! Tutto ciò comporta una barca di denaro per le trasferte, le iscrizione ai test, ma ciò che è peggio distraggono i nostri studenti maturandi, che nel bel mezzo dell’anno scolastico, mentre dovrebbero seguire regolarmente i percorsi formativi, imposti dal ministero della Minerva, per l’esame di Stato, tralasciano tutto o quasi, per prepararsi ai vari test dislocati in ogni dove!

E i nostri vari Ministri della P.I. che cosa fanno? Anche l’attuale governo Renzi, che cosa sta facendo a tal proposito? Semplicemente eredita dal recente passato e conferma tutto, con insipienza e inesperienza. Ma se non è una novità l’impreparazione e l’incompetenza dei nostri signori ministri, ciò che mi sorprende, parzialmente, ma con indescrivibile stizza, è la rassegnazione, l’acriticità, il qualunquismo dei nostri giovani, sempre pronti a riconfermare quei rituali scioperi tra ottobre e novembre, senza saper neppure cosa vanno a contestare e poi da “pecoroni” accettano questa indecente e arrogante imposizione che vede correi i nostri politici e sindacalisti del (Kaiser) e in modo specifico in Ministero della P.I. congiuntamente alle lobby universitarie.

Noi studenti della generazione degli anni sessanta-settanta, come si usa dire "ai nostri tempi” avremmo fatto vedere i “sorci verdi” ai politicanti, ai sindacalisti e alle università, se solo avessero proposto qualcosa del genere. Il diritto allo studio è una conquista sacrosanta e ognuno deve iscriversi dove vuole, sempre che sappia e voglia studiare come i percorsi prescelti impongono! I test, una vera lotteria, al di là della scientificità e dell’attendibilità del loro criterio selettivo, rappresentano una palese distrazione per gli studenti che si stanno preparando per l’esame di stato e nel contempo, per poter affrontare con la migliore preparazione i successivi impegni universitari, che anche con il buon senso dovrebbero riproporsi solo da settembre!

Guardo con ammirazione quelle poche organizzazioni studentesche che s’impegnano politicamente a contrastare quest’andazzo, ma nel contempo devo anche recitare il mea culpa insieme alla mia categoria di docenti, se tanti giovani non sanno far politica e stanno lì imbambolati a trastullarsi con gli smartphone, a raccontarsi banalità su facebook, senza saper manifestare una qualsiasi coerente coscienza politica, neppure per le questioni che riguardano la loro condizione presente e soprattutto il loro avvenire!

Foto: Wikimedia

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