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Doveri civili e religione

E’ ancora fresco di cronaca il caso di Uli Hoeness, presidente della società cui appartiene lo squadrone del Bayern Monaco e già famoso calciatore della compagine bavarese e della nazionale tedesca, il quale è stato condannato dal tribunale di Monaco a una pena di tre anni e sei mesi di reclusione per un'evasione fiscale di oltre ventisette milioni d’euro.

A latere di tale vicenda giudiziaria, che ovviamente, ha avuto risonanza mediatica a livello internazionale, ha peraltro colpito la decisione di Hoeness di accettare con piena consapevolezza il verdetto della magistratura, rinunciando quindi a ogni eventuale ricorso, di scontare incondizionatamente la pena, di assumere, infine, l'impegno di ottemperare fedelmente e rigorosamente, di qui in avanti, ai doveri e obblighi nei confronti del Fisco. In certo senso, si potrebbe parlare di desiderio, da parte del personaggio, di riscatto sul piano morale, sia pure postumo.

Tuttavia in queste righe non ci vuole soffermare sul reato e le conseguenti decisioni giacché, in materia, entro le frontiere del nostro paese non dimorano pecorelle tutte candide e, anzi, laddove i trasgressori individuati, accertati e condannati si comportassero come Hoeness, forse la capienza del sistema carcerario si rivelerebbe presto vieppiù insufficiente rispetto alla già critica situazione ordinaria.

Invece, collocabile a valle oppure a monte a seconda dei punti di vista, della richiamata vicenda, ricorre una notazione di tutt'altro genere ma altamente indicativa sul piano del costume collettivo. Durante la Messa domenicale in una parrocchia di Monaco, fra le invocazioni contenute nella preghiera dei fedeli, è stato dato d’ascoltare la seguente: “Preghiamo per coloro che pagano (regolarmente) le tasse e, anche, per chi ha ora deciso che, da questo momento in poi, le pagherà”. A buon intenditor poche parole, non occorrono commenti.

È parso di rivedere la scena in cui Gesù, alla domanda se fosse giusto che gli ebrei versassero i tributi all'imperatore romano, così ebbe a rispondere: “ Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Matteo 22,15-21). Cioè a dire, sono millenni che la religione cattolica insegna anche il dovere di obbedire alle autorità civili e di rispettare le relative leggi. 

Rocco Boccadamo 

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