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 Home page > Tribuna Libera > Aborto: obiezione o boicottaggio?

Aborto: obiezione o boicottaggio?

E chi sarà mai Claudio Montaldo? Domanda più che legittima se non siete liguri e se non vi occupate di sanità pubblica.

Ne vengo a sapere anch’io, che non sono ligure e non mi occupo di solito di sanità pubblica, un po’ per caso leggendo un articolo de Il Fatto Quotidiano dove scopro che Montaldo è l’attuale assessore alla salute della Regione Liguria.

Un signore di una sessantina d’anni o poco più, dall’aspetto simpatico per quanto un po’ troppo azzimato (porta con orgoglio due baffetti con le punte all’insù che fanno tanto primi Novecento e bisogna essere parecchio blasé per farlo); ed è uno che ha anche il suo bravo curriculum di sinistra con tutto il classico Gran Tour dal PCI al PDS ai DS al PD.

Ed è infine, lo apprendo dall’articolo citato, anche il coordinatore nazionale di tutti gli assessori alla sanità italiani.

In questa sua veste pubblica ha quindi un significativo ruolo in merito ad un argomento che in questi ultimi tempi si è (di nuovo) conquistato le prime pagine dei giornali e dei telegiornali: parlo di aborto e obiezione di coscienza, tema sul quale pesa la denuncia recentissima di una giovane donna che ha avuto il coraggio di raccontare pubblicamente la sua odissea

Immaginavo quindi di trovare l’argomento in prima pagina nel blog dell'assessore Montaldo.

Invece il nostro parla di costi della sanità, di tassazione, di riabilitazione, di disabilità, di politica e di candidature, di sindacati e precarietà, di assistenza per i carcerati, di tortura e G8, di convegni e di malattie rare, di macchinari e medicinali innovativi e poi ancora di alta tecnologia e di elisoccorso, di emergenze e di investimenti, di contratti e di brucellosi. Tutti argomenti importanti e informazioni preziose, ma su aborto e di obiezione, almeno per ora, nemmeno una parola.

Eppure la cosa dovrebbe riguardarlo da vicino, sia perché è argomento di pertinenza del suo assessorato (di chi altri sennò?), sia perché proprio a Genova una ginecologa molto apprezzata - non obiettrice per decenni - Rossana Cirillo ha deciso di smettere di praticare aborti per una situazione diventata insostenibile. Questo almeno è ciò che si deduce da un recente articolo di Repubblica

E infine perché sempre a Genova vive e lavora un’altra ginecologa storica, Sandra Morano, che ha apertamente denunciato il “problema di tutela della professione perché nel caso dell’ivg molti ginecologi sono esposti ad un vero e proprio depauperamento professionale”.

Costretti a praticare aborti su scala industriale proprio perché la percentuale di obiettori ha quasi raggiunto la soglia del 70% a livello nazionale e il 90% in certe regioni - il che ci è costata una reprimenda da parte dell’Unione europea - costringendo di fatto i pochi non obiettori ad un superlavoro alienante e professionalmente limitante. Oltretutto soggetto ad una sorta di discredito e di ostilità da parte delle direzioni sanitarie e di ostracismo da parte dei colleghi obiettori.

E’ evidente che quando l’obiezione raggiunge certi livelli, del tutto incoerenti rispetto a quanto risulta dall’opinione pubblica sulla legittimità dell’aborto (ogni tentativo di abrogare la legge 194 è fallito per volontà popolare), appare lecito porsi delle domande sulla realtà dell’obiezione stessa.

Posto che spetta alla Guardia di Finanza indagare su eventuali obiezioni “di comodo” e su un eventuale “doppio standard” per cui qualcuno potrebbe essere obiettore nel pubblico, ma non tanto nel privato dove le interruzioni di gravidanza sono fonte di guadagno non indifferente, resta comunque aperto il problema di come garantire il rispetto della legge e del diritto delle donne decise a ricorrere all’ivg.

Le percentuali di obiezione che conosciamo parlano evidentemente di un boicottaggio della legge più che di una credibile obiezione di coscienza.

E' quindi condivisibile quanto scrive l’articolista del Fatto: “Siccome credo che il principio dell’obiezione di coscienza debba essere salvaguardato credo anche che per salvaguardarlo si debbano combattere tanto le coartazioni, quanto gli abusi e difendere allo stesso modo il diritto degli obiettori sinceri e dei non obiettori. Chi non lo fa è semplicemente in malafede”.

Ma ripeto anche quanto ho già avuto modo di dire: è comprensibile e anche accettabile che qualche ginecologo maturi una sua personale convinzione in merito all’ivg nel corso della sua esperienza, ma non è concepibile né accettabile che si diventi ginecologi avendo a priori una posizione antiabortista.

Optare per questa specializzazione essendo contrari all’aborto non è più “obiezione di coscienza”. Si chiama boicottaggio di una legge dello Stato. Cioé azione politica e ideologica volta a cancellare nei fatti una legge approvata dal Parlamento e dalla maggioranza degli italiani.

E si chiama anche boicottaggio del diritto delle donne ad essere tutelate anche quando decidono di non voler proseguire una gravidanza evidentemente indesiderata. 

Se si è obiettori di coscienza (per scrupoli veri e non fasulli) si decida per altra specializzazione: c'è tanto bisogno di pneumologi, in Italia. O magari di ortopedici.

Nel frattempo attendiamo una risposta dall'assessore Montaldo. A una mia richiesta ha gentilemente risposto che il tema gli sta a cuore. Non è poco. Ma vedremo come si potrà approfondire l'argomento.

 

Foto: Gaelx/Flickr

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