• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Home page > Tempo Libero > Cinema > Lupita Nyong’o erede della Roberts?

Lupita Nyong’o erede della Roberts?

Forse è ancora presto per dirlo, certamente la Roberts era l'altra ed affermatissima candidata alla "nomination" come miglior attrice non protagonista; anche se per lei l'attribuzione della celebre statuetta sarebbe stata un'autorevole conferma ad una carriera da tempo mondiale e non necessitante di ulteriori riconoscimenti ufficiali, a differenza della giovane laureata della Yale School of Drama.

Il film è 12 anni schiavo, e il ruolo di non protagonista è quello di una giovane schiava vittima di soprusi e violenze. Un ruolo di borderliner ed è forse il tratto che la accomuna ai ruoli della Roberts debuttante di ormai diversi decenni addietro e che sono divenuti icone hollywoodiane (e mondiali) nei rispettivi generi, da "Pretty woman" a "Mona Lisa Smile".

Leggi anche: 12 anni schiavo. Steve McQueen e i polpacci di Fassbender

Se per Julia Roberts il nominativo più indiscutibilmente affermato era quello del suo partner sullo schermo, Richard Gere, per Lupita lo è invece quello di chi dietro lo schermo la dirigeva nelle riprese: il regista di 12 anni schiavo è infatti nientemeno che il grandissimo Steve McQueen in persona, che quest'opera riconferma come regista di primissimo livello.

Meno sbarazzina ed improvvisata sullo schermo (e nella realtà) rispetto alla Roberts dell'epoca, Lupita è più professionale ed affermata di per sé: figlia di un senatore keniota, ha debuttato come attrice con Romeo e Giulietta a 14 anni, per passare a 17 allo Hampshire College del Massachussett, e poi, giovanissima, ad assistente di produzione per Il giardiniere tenace, dall'omonimo romanzo di Le Carré.

Certo è che, al pari di Julia Roberts, le piace quello che già De Niro e Depardieu avevano definito essere l'essenza dell'essere attore: immedesimarsi. E, a tal proposito, se da giovane era forse titubante al punto da dire: "Non ero certa che avrei fatto questo lavoro: a casa nostra c'erano sempre artisti, ma recitare era un passatempo, una cosa da tempo libero", oggi Lupita dichiara esnza esitazione: "Fare l'attore significa vivere vite diverse, anche provare disagio e paura. Mi piace per questo".

L'assegnazione della statuetta segna il passaggio del "testimone" con la Roberts? E' presto per dirlo. Per adesso si può dire con certezza che segna una indiscutibile attestazione al merito.

 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità