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Firma anche tu per Silvio alle Europee

Così ha titolato IGiornale domenica per diffondere oltralpe, come una pandemia, il nostro patrimonio “tragicomico” nazionale. Berlusconi è pronto a candidarsi ovunque e il quotidiano “capitanato” dall’alto Feltri e “ben disposto” nelle trincee dal sergente Sallusti lancia una petizione-protesta per realizzare il sogno del “papi padrone”.

Non si vedeva tanta reverenza da parte dei media nei confronti di un soggetto megalomane dai tempi de Il Popolo d’Italia; ma si sa, Feltri e Sallusti la battaglia ce “l’han nel sangue.” È più forte di loro, sono pronti ad intervenire e stanare ferocemente l’obiettività e la decenza ovunque si annidino.

Berlusconi va candidato, “ne va della credibilità democratica del paese”, come afferma con circospetta seriosità lo stesso pregiudicato, ben cosciente che le sue speranze di esser preso sul serio saranno sempre premiate.

È impensabile che per una misera condanna penale per frode fiscale, si impedisca al leader dei moderati di candidarsi a delle libere elezioni. In effetti le elezioni europee sono libere, il guaio è che è Berlusconi a non esserlo! Silvio si è evoluto in una forma superiore, agli inizi della sua carriera il conflitto di interessi lo perseguitava, ora addirittura lo precede.

Innanzitutto cominciamo col dire che Silvio è (ahinoi) un leader ma non è mai stato un moderato: Berlusconi sta ai moderati come la dama bianca sta all’import-export di borotalco.

Per vent’anni si è spacciato per il salvatore della patria contro la deriva comunista ma a ben vedere ha rappresentato il potere più accentratore e autoreferenziale dai tempi del fascismo: sotto il suo controllo erano i mezzi di comunicazione, se una sua mano tastava le chiappe di qualche giovincella, l’altra la allungava sul servizio pubblico nazionale, si è infiltrato nella Rai sia con il suo peso politico e sia con le sue società (la Endemol è solo l’ultima in lista), ha egemonizzato indisturbato le istituzioni, l’editoria e il costume di un’intera società fino a farli macerare tristemente, ed ora passa (grazie all’allievo Renzi) anche per padre costituente.

Altro che comunista, se guardassimo con la dovuta lucidità la storia d’Italia degli ultimi vent’anni potremmo tranquillamente affermare che Berlusconi ha fatto – e continua indisturbato a fare – una sonora pippa al più ortodosso e tirannico dei Soviet SupremiQuesto soggetto – duro a morire come Gandalf ma con le fattezze di un hobbit – con la scusa del liberismo, della democrazia e della moderazione ha lavorato alle terga il paese come Dio comanda! A dirla tutta, se Silvio Berlusconi fosse vissuto nella Russia del 1924 Stalin lo avrebbe accoppato per evitare la concorrenza!

Ma per Feltri e Sallusti Berlusconi è una vittima, un grande uomo da sempre ostacolato dall’evidente tirannia della sinistra e vessato dagli attacchi antidemocratici de giudici mangiabambini. È vero! Come dare torto all’evidente attacco dei poteri forti subito da Berlusconi? Eh già! Perché dalle nostre parti circolano perseguitati politici del tutto originali: mica i nostri martiri sono come Gandhi o Mandela? No!

I nostri “oppressi” non vanno mai in galera – anche se condannati in via definitiva - governano il paese indisturbati, hanno aziende che aumentano i propri capitali – anche in periodi di crisi -frodano lo stato, fanno leggi con sedicenti leader dell’opposizione, e nel tempo libero organizzano orge con minorenni, cantano con Apicella e vanno in giro per il mondo a fare epiche figure di merda, casomai accompagnati ai G8 da un’esperta di diritto internazionale che arrotonda importando un quarto di quintale di cocaina dal Sudamerica! Che vita grama per i nostri martiri della libertà!

Ma la battaglia del Giornale sarà senza quartiere, lotteranno fino alla morte (basta guardare Sallusti) per i diritti “persi” di un condannato in via definitiva che ha frodato lo stato mentre era presidente del consiglio.

In fondo è universalmente noto che noi siamo un popolo di rivoluzionari incalliti. Quando i nostri diritti vengono lesi non ci ferma nessuno… perché nessuno ha bisogno di fermarci: non scendiamo per le strade, perché proprio quella sera c’è la Champions, e non alziamo barricate perché il nostro vicino si ostina a non prestarci il suo mobilio (parafrasando Longanesi).

Non facciamo sentire le nostre voci perché c’è sempre un “provvidenziale” imbonitore che tanto tempestivamente quanto puntualmente ci “ruba” le parole di bocca per appropriarsene strumentalmente, e, infine, ci sentiamo autorizzati a restare in silenzio pacificati perché c’è chi lavora per noi anche se non lo abbiamo eletto!

 

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