• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > La lenta agonia della storica Circumvesuviana

La lenta agonia della storica Circumvesuviana

 

 

Agli italiani piace usare l'auto, statisticamente sembra che troppi mezzi privati circolano in Italia, il carburante aumenta ma le persone imperterrite usano spesso l'automobile per recarsi a lavoro.

Per incitarle a lasciare l'auto a casa occorrerebbe un'alternativa: dare la possibilità di poter usufruire dei servizi pubblici che dovrebbero quanto meno funzionare.
Volendo entrare nel vivo, mi focalizzo su un trasporto che conosco abbastanza: la Circumvesuviana
La Circumvesuviana è una rete ferroviaria che collega Napoli con diversi paesi dell'hinterland napoletano, dispone di una capillare rete su ferro oltre 142 km, distribuiti su 6 linee e 96 stazioni. La Circumvesuviana è stata pubblica per oltre un secolo (1890-2012), il 27 dicembre 2012 insieme a SEPSA e MetrCampania NordEst è confluita nell'Ente Autonomo Volturno S.r.l.
 
Ebbene oggi nel 2014, questa rete storica rischia, vi è un urgente bisogno di ripristino. 
I treni sono stracolmi, le corse dimezzate, i casi di treni soppressi sempre più frequenti. Sono stati comprati treni nuovi, ma risultano ahimè "non idonei", avrebbero potuto pensarci prima, e invece no, i treni nuovi escono solo in caso di emergenza, con il bel tempo e per tratti brevi sono treni delicati.
 
 
Mi è capitato sul tratto Napoli Ottaviano, di restare bloccata, esattamente a Barra per una ventina di minuti. Il capo treno continuava ad annunciare che il nostro treno aveva un guasto e non si sapeva quando sarebbe ripreso il viaggio. Io ero seduta accanto ad un signore che in seguito si rivelò essere un macchinista delle ferrovie, quest'uomo ascoltando il rumore del treno esclamò: "Non è questo ad avere un guasto è l'altro che sta sui binari devi sapere che il treno nuovo quando si blocca ha bisogno di 15 minuti per ripartire", infatti dopo l'attesa prognosticata dall'esperto il nostro treno ci portò a destinazione.
 
Quindi usare la Circumvesuviana è un'avventura in tutti i sensi: non sai se il treno sarà soppresso, non sai se ci saranno problemi durante il viaggio, in caso di pioggia potrebbe capitare di aprire l'ombrello per non bagnarsi in treno, per non parlare poi che il viaggio non lo si fa solo in piedi ma a stretto contatto con gli altri viaggiatori, sono tutti stipati ma almeno non si rischia di cadere, la densità è alta e la caduta impossibile.
 
 
Ma oltre a questi disagi, esiste purtroppo la possibilità di sfascio completo della storica azienda, che a mio parere sarebbe ancora peggio.
 
Poi non ci sono i controlli, in tanti ma davvero in tanti il biglietto non sanno manco cosa significa.
Prendono il treno a gratis, tutti i santi giorni, ci sono delle porte per impedire di entrare a chi non possiede un valido titolo di viaggio, i famosi varchi di controllo, ma sono o sempre aperti o non ci sono del tutto, o ci sta sempre una porticina lasciata aperta. Ogni tanto il personale rimasto effettua un controllo, una tantum. Questi fatti sono noti a coloro che usufruiscono del servizio ma il punto è che sono noti anche a chi il servizio lo gestisce, allora perchè aspettano che la situazione peggiori sempre di più?
 
Perché non prendono in mano la situazione e cercano di migliorarla? La Circumvesuviana è in crisi? Bè, occorre limitare le perdite. Iniziamo a far pagare il biglietto poi magari il servizio migliora. Uno potrebbe magari concedersi anche un viaggio tranquillo con la quasi certezza di arrivare in tempo.
Questa gestione così volutamente disfattista concepita cosa ha di machiavellico? Cercare di accaparrarsi almeno gli incentivi dello stato, se esistono ancora? I famosi aiuti statali? A pagare poi sempre i soliti: i cittadini. Coloro che gestiscono conoscono bene la situazione e la loro inerzia lascia dei dubbi, magari il piano è un altro: qual è? La risposta è semplice e scontata: non lo so, di ovvio per me è che è una guerra recarsi a Napoli per lavorare e se non ci fosse il trenino sarebbe ancora peggio.
 
Foto: John Haslam /Flickr

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità