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Remo Anvonzino, "Vivo" (Incipit Records)

Una serie di brani antologici tratti dai suoi 4 CD registrati in studio, arricchita da due inediti. E’ quanto contiene "Vivo", l’ultimo lavoro del pianista e compositore pordenonese Remo Anzovino, inciso in concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 20 aprile 2013, e inserito in una scatola di cartone assieme ad un DVD, "Concerto della memoria", realizzato il 15 settembre 2013 nel territorio del Comune di Erto e Casso (PN), dove fu costruita la diga del Vajont. Se il CD suona fresco, accattivante, grazie alla bravura e all’affiatamento dei musicisti coinvolti – oltre al leader, esclusivamente al pianoforte, ci sono: Vincenzo Vasi al theremin, al basso elettrico, al glockenspiel, all’elettronica e agli interventi vocali; Alberto Milani alle chitarre elettriche; il fratello Marco Anzovino alla batteria e alle chitarre acustiche – suscita commozione la visione del DVD, poco più di 80 minuti di un concerto, che – si legge nei titoli di testa:

“Si basò sull’idea semplice che tramite l’esperienza della musica dal vivo, portata in un luogo dove mai era giunta, le persone fossero testimoni del ricordo della tragedia del Vajont, nel cuore della frana. Arrivarono più di 2000 persone, in un posto dimenticato per troppo tempo, in una giornata che nessuno dei partecipanti scorderà, quando la musica fu portatrice di vita e speranza”

Per chi non era ancora nato o per quelli che non conoscono il fatto, la diga del Vajont fu costruita fra il 1957 e il 1960 dalla SADE (Società Adriatica Di Elettricità), per passare poi di proprietà all’Enel. Alle ore 22 e 39 del 9 ottobre 1963 accadde il finimondo. Una tragedia annunciata, quando un pezzo del monte Toc, circa 270 milioni di metri cubi di roccia, franò alla velocità di 30 m/s (90 Km/h), creando un’onda di 150 metri d’altezza che si riversò su Longarone e i paesi limitrofi, provocando distruzione e morte (1917 persone, in totale). Alla base di quello che è stato definito “il più grande disastro della nostra Repubblica”, ci furono un insieme di incompetenza, pressapochismo, errori tecnici, valutazioni sbagliate. Una targa ricordo per uno dei dispersi lo spiega in maniera efficace : "Diga funesta per negligenza e sete d’oro altrui persi la vita, che insepolta resta”.

Passando al contenuto musicale, il pezzo più emozionante è senz’altro "9 ottobre 1963 (Suite for Vajont)", che concludeva il penultimo album "Viaggiatore immobile". Nel CD, per interpretarlo, ai musicisti si affianca il coro polifonico di Ruda, esclusivamente maschile, composto da 10 primi tenori, 15 secondi tenori, 9 baritoni, 8 bassi. Nel DVD c’è un’ulteriore presenza strumentale, che rende l’ascolto ancora più da brividi. E’ l’Edodea String Quintet – due violini, viola, violoncello e contrabbasso – che apre il concerto con una variazione sul tema della Suite, breve e lentissima, e lo conclude con l’esposizione completa, quasi sette minuti, che comunica l’angoscia della tragedia imminente, grazie anche alla partecipazione delle voci, da un pianissimo iniziale ad un finale gridato ripetutamente (Vajont). Anzovino dal 27 febbraio (VR) fino al 10 marzo (BS) promuoverà ‘Vivo’ all’interno delle librerie Feltrinelli. Sarà in quella di Mestre venerdì 28 alle 18, dove suonerà e si intratterrà col pubblico. Il 19 aprile, in occasione del "Record Store Day", uscirà il vinile di "Vivo": doppio LP+bustina con il DVD+Booklet di 24 pagine formato LP ricco di fotografie. Alla fine dei titoli di coda, nel DVD compare una notazione: la composizione "9 ottobre 1963" è stata riconosciuta dalla Fondazione Vajont (comuni di Longarone, Erto e Cassio, Vajont e Castellavazzo) come musica ufficiale della tragedia. Remo Anzovino il 7 ottobre scorso ha ricevuto nella sezione musica il Premio Anima, che punta a valorizzare il contributo apportato da personalità del mondo dell’arte e della cultura alla crescita di una coscienza etica e sensibilizzare imprese e opinione pubblica sui temi legati alla responsabilità sociale e alla sensibilità. Così recita la motivazione: “L’amore per la propria terra e la grande sensibilità umana e artistica di Remo Anzovino danno vita a una composizione forte e travolgente”.

 

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