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Le ragioni delle proteste in Venezuela

Il Venezuela è da giorni al centro di manifestazioni sfociate in durissimi scontri con le forze dell’ordine. Questo genere di proteste sono frequenti nella storia recente venezuelana ma queste ultime sono caratterizzate da un sensibile aumento della violenza.

Il malcontento che guida queste proteste è dovuto al fatto che l'attuale governo non sembra in grado di mantenere l'ordine (vedi il numero particolarmente elevato di omicidi - secondo El Nacional 25.000 omicidi solo nel 2013 - ma sopratutto l'impunità che ne segue) e la gestione dello stesso Stato. Inoltre, la carenza di beni di prima necessità (tra cui pane, olio, caffè e carta igienica) è un altro motivo all'origine dei numerosi cortei che si stanno svolgendo nelle varie città, definiti come tentativi di colpo di stato da parte del governo (che accusa inoltre gli Stati Uniti di fomentare la violenza).

Dalla morte del presidente Hugo Chavez e quindi dalla salita al potere di Nicolas Maduro, la situazione del paese è decisamente peggiorata, come dimostrato per esempio da un tasso di inflazione che è vertiginosamente salito al 56% o dalla carenza di materie prime estratte proprio in questa terra (come il caffè di cui sopra), il tutto nonostante il Venenzuela sia uno dei maggiori produttori al mondo di petrolio e potrebbe avere un' economia molto più stabile.

La violenza è esplosa mercoledi 12 febbraio quando una grande manifestazione studentesca organizzata a Caracas è stata repressa nel sangue dalla polizia causando 3 vittime e 66 feriti. Immediatamente nel mirino del presidente Maduro è finito anche il leader dell'opposizione Leopoldo Lopez che ha partecipato alla protesta appoggiando gli studenti che continuano ad occupare le piazze nella speranza della caduta del governo.

Dopo le accuse di omicidio e incitamento alla violenza, intimidazione pubblica, danni alla proprietà pubblica, Lopez è fuggito e dopo essere rimasto latitante per qualche giorno, si è infine consegnato alla giustizia martedi. Il leader e i suoi sostenitori respingono le accuse; affermano infatti che questi atti sono stati compiuti dai collectivos, i paramilitari.

La carriera politica di Lopez si è sempre svolta all’opposizione, prima contro Chávez, ora contro Maduro. Il leader di Voluntad Popular, partito di centro che chiede "più democrazia", nel 2008 è stato interdetto dai pubblici uffici con l’accusa di corruzione. Dal 1998 a oggi ha ricevuto decine di accuse e a dichiarargli guerra non è stato solo Chavez, ma anche la criminalità organizzata di Caracas.

Ad ogni modo la protesta non pare placarsi e il numero delle vittime è salito a 6, tra cui la giovane studentessa Genesis Carmona, già Miss Turismo, di soli 22 anni, morta all'ospedale dopo essere stata raggiunta da un proiettile in testa durante una delle tante manifestazioni. L'ultima vittima è una persona che è stata uccisa nello Stato di Bolivar, nel sud del Venezuela; è stata raggiunta dai colpi sparati all'impazzata da un dimostrante filo-governativo. 

Henrique Capriles, il candidato sconfitto da Maduro, che nelle ultime elezioni era sostenuto da Lopez e che ora invece lo accusa pubblicamente di essere un "codardo fascista" e di sostenere un golpe strisciante con l’aiuto di Washington, si dichiara per la non violenza e per la fine di queste manifestazioni che stanno causando solo morti innocenti.
 

 

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