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Per uscire dalla palude la sinistra ha una sola via: la scissione dal PD

Sulle ceneri della lotta fratricida Renzi/Letta sta per nascere il governo Renzi, con gli stessi alleati, con lo stesso programma del governo Letta, con una sola novità: le capacita taumaturgiche di Renzi.

Non è il governo delle larghe intese, della necessità, della responsabilità verso il Paese, ma dello scontro tra persone, tra leadership, tra il sindaco di Firenze e il pupillo di Andreatta. E' il trionfo della personificazione della politica, che ieri ha favorito la vittoria di Renzi alle primarie, la sua ascesa alla segreteria, oggi giustifica il rinnovo di un governo di PD, con i suoi tradizionali avversari.

Il governo Renzi si muove con un orizzonte temporale abbastanza ampio, fino al 2018, e comunque sufficiente a conferire legittimazione al tradimento della volontà degli elettori, ieri immolata sull’altare dello spread, delle necessita del paese, oggi sull'altare di una lotta intestina, non tra due idee, ma tra due persone.

E’ il trionfo della ex Dc e la sconfitta della sinistra, costretta dalla sua follia suicida ad appoggiare un governo guidato da un leader che ha posizioni critiche sull'art 18, condivide la riforma Fornero, esprime ammirazione per Marchionne, e oggi rivendica con forza il sacrificio dell'etica pubblica sull'altare della riforma elettorale,il principio che il suffragio elettorale giustifica tutto, anche l'incontro e l'intesa con un pregiudicato, il potere di un incandidabile di fare una legge sulle candidature.

E tutto ciò non ha niente a che fare con la sinistra, ma molto con la destra berlusconiana.

La divergenza di opinioni, anche molto diverse e distanti all’interno di uno stesso partito, è legittima e auspicabile, ma con dei precisi limiti. Essa non deve mai tradursi nel cambiamento della natura del DNA del partito, nell’annientamento di una componente essenziale di quel partito, nella trasformazione del suo identikit, in quello del partito avverso.

Quando non si costruisce l'alternativa alla destra, ma l'assimilazione alla linea politica di centrodestra, non c'è spazio per la sinistra. Quando un partito assume queste connotazioni, rinnega la sua storia, perde la sua specificità, e con essa le ragioni per essere votato.

E allora che senso ha rimanere in un partito che non è il tuo, evitare la scissione, se l'orizzonte politico della sinistra PD non è più il centro sinistra, ma il centro?

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