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La democrazia di Superciuk

Quando ero ragazzo, la lettura di un fumetto catturava particolarmente la mia fantasia per il comportamento a dir poco paradossale dei suoi protagonisti, uno dei quali si imponeva per una eccentrica vocazione: quella di rubare ai poveri per dare ai ricchi. Il suo nome era Superciuk.

Fino a un paio di anni fa, ritenevo inverosimile il possibile riscontro nella quotidianità di una così singolare propensione. Ma mi son dovuto ricredere. Ho dovuto farlo in seguito all'imposizione del funesto (mal)governo dei “tecnici”: vale a dire di quell'infernale espediente concepito da un contesto istituzionale palesemente operante al di fuori del dettato costituzionale, il quale, proprio imitando il personaggio di quel fumetto, ha agito e seguita ad agire, attraverso la sua odierna e deleteria propaggine politicante, in maniera tale da rubare ai poveri per dare ai ricchi.

Inoltre, e sicuramente per non smentire la protervia e l'ignoranza proprie degli apparati di regime, i politicanti responsabili di questo autentico colpo di stato, nell'intento di offrirsi “credibili” agli occhi dello sprovveduto popolino, si sono inventati l'accusa di “populismo” nei confronti di coloro che rifiutino la loro dittatura.

In un così degradato contesto sociale e culturale, i peroratori di quella autentica calamità sociale e antropologica denominata “euro”, non hanno minimamente esitato nell'andare oltre, sottraendo il prezioso bene della sovranità nazionale alle più o meno ignare vittime dei loro raggiri. Sinora, infatti, la BCE o Banca Centrale Europea, si è pesantemente ingerita nelle scelte di politica economica dei Paesi appartenenti all'unione europea.

Più che esaustiva appare al riguardo la famosa lettera recapitata al governo italiano il 4-8-11 e firmata dall'allora governatore della BCE: quel Jean Claude Trichet posto alla guida della crociata mirante all'impoverimento dell'Europa. Attraverso quella lettera, gli usurai della finanza mondiale ordinavano al governo italiano l'anticipazione del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013, unitamente con l'ingiunzione della attuazione di uno scellerato e criminale rigore finanziario.

Ormai è evidente anche agli occhi dei più sprovveduti il fatto che la politica monetaria nazionale subisca l'oneroso veto di organizzazioni sovranazionali come il FMI o Fondo Mondiale Internazionale o la Banca Centrale Europea: cioè di organizzazioni estranee alla democratica elezione dei cittadini europei.

Soffocata in questa morsa letale, l'Italia non può più neppure cercare di rimediare all'incombente disastro socioeconomico ricorrendo alla svalutazione della propria moneta, per il semplice fatto di averla alienata. In un così allarmante contesto, il processo della svalutazione monetaria non avrebbe comportato nessun rischio di inflazione, nonostante l'opinione contraria espressa da taluno.

In un clima sociale e politico sempre più appesantito dalla preoccupante coartazione delle fondamentali libertà personali, succede pure che una delle più solenni espressioni della convivenza democratica, il Parlamento, sia mortificata dalla occupazione di un manipolo di abusivi nominati dalle segreterie dei partiti.

Di quegli stessi partiti che stanno imponendo una sempre meno larvata dittatura, avvalendosi del determinante contributo offertogli da un flagrantemente incostituzionale provvedimento legislativo denominato “italicum”, il quale è stato concepito nell'evidente intento di consentire a una minoranza del corpo elettorale di detenere il potere assoluto nel contesto di una alterata maggioranza parlamentare.

La camera dei deputati annovera 630 rappresentanti. Ebbene, in occasione della votazione relativa alla pregiudiziale di costituzionalità di quella palese legge incostituzionale denominata “italicum”, erano presenti in aula soltanto 285 parlamentari. Quindi, meno della metà dei suoi componenti. Pur tuttavia, quella legge è stata approvata. Essa è stata così assurdamente ritenuta costituzionale! La sua approvazione è avvenuta infatti con una maggioranza di appena 268 voti!

La domanda che evoca un così macroscopico paradosso è: come può una minoranza, dal momento che essa era inferiore al minimo di 315 deputati, arrogarsi il diritto di decidere su una pregiudiziale di costituzionalità? E non basta! Perché chi intenda non accettare una simile dittatura, venga automaticamente etichettato come “fascista”, quando i veri fascisti, quelli di sempre, seppure rifugiatisi stavolta dietro la scientemente vilipesa “bella ciao”, siano proprio coloro che intendano comandare pur non essendo maggioranza? Sono gli stessi, per intenderci, che non hanno minimamente esitato a “ghigliottinare” il Parlamento, la Costituzione e la Democrazia!

In un cotale contesto, l'imposizione dell'euro è tornata utile soltanto alla Germania, la quale ha così registrato un surplus nella sua bilancia dei pagamenti. Gli altri Paesi, e ancor più quelli dell'europa meridionale, hanno invece registrato il costante incremento dei rispettivi deficit. Sembra quasi che l'evocazione del fantasma denominato euro sia stata finalizzata all'agevolazione dei tedeschi.

In quest'ottica, si capisce perché gli interventi promossi sinora dalla BCE abbiano favorito le banche piuttosto che le famiglie. Le sue finalizzate immissioni di liquidità, stimate attorno ai mille miliardi di euro, sono state utilizzate dalle banche italiane unicamente per accaparrarsi i titoli di stato, aggravando ulteriormente la crisi delle imprese che vengono così costrette a chiudere proprio per carenza di liquidità. Tutto questo ha un nome. Si chiama speculazione finanziaria.

Qualora fosse vero l'obiettivo della BCE di ridurre la disoccupazione, chiunque converrebbe che per poterlo fare concretamente sarebbe necessario liberarsi rapidamente di tutte le attuali e perniciose ricette economiche comportanti soltanto deflazione e crisi economica. Per poterlo fare efficacemente, dovrebbero essere adottate politiche monetarie espansive e non restrittive. Ma allora si aiuterebbero le famiglie e le imprese, più che le banche. E questo esula dagli obiettivi della BCE e, ancor più, da quelli del FMI!

A loro non interessa l'attuazione del concetto di democrazia. O, per meglio dire, loro sono fautori della democrazia alla Superciuk!

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