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Ora alternativa, lo spot Uaar che non piace ad Avvenire

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L’anno scorso, per sostenere il diritto all’alternativa all’ora di religione nelle scuole, avevamo promosso una serie di spot. Un modo ironico e leggero per sensibilizzare genitori e ragazzi sulla possibilità dell’alternativa e sulle potenzialità che offre, sebbene sia troppo spesso boicottata dalle scuole e non sia adeguatamente promossa per creare concorrenza all’Irc: come ci segnalano in tanti, che si trovano di fronte a episodi spiacevoli o a lungaggini burocratiche.

Gli spot non sono evidentemente piaciuti ad Antonio Monda, che lancia la sua filippica dal titolo Senso della vita, quello che gli atei non dicono dalle colonne di Avvenire. Monda, professore di religione, mostra ai suoi studenti uno dei nostri video sull’ora alternativa per criticarlo. È uno spaccato di quello che accade nelle classi durante l’ora di religione: un professore che può pontificare, con gli studenti, per fare la sua propaganda confessionale.

Il prof arringa la classe, scomodando il discorso di Robert Kennedy sul Pil e la pubblicità della Mastercard, persino Oscar Wilde. Veniamo a sapere, ammonisce il maestro, che il personaggio del video che interpreta il padre dall’alunno che frequenta l’ora alternativa “pensa di sapere tutto perché tutto misura”, ma “della vita non sa nulla” perché, bontà sua, “forse non ha letto niente di Abramo e di Isacco, e nemmeno le parabole di Gesù”. Di più, “la sua è saccenza, non sapienza, il suo cuore è freddo come un calcolatore”.

Non ce ne voglia, ma il maestrino dalla penna rossa si lascia andare in considerazioni acidule e fuori luogo, manifestando proprio quella “saccenza” che attribuisce allo scanzonato personaggio del video. Continuare a sostenere che i genitori non credenti non abbiano profondità intellettuale o sentimenti, che non si interroghino su certe questioni o sul senso della vita perché non fanno frequentare ai figli l’ora di religione, significa rimestare in luoghi comuni abusati che dovrebbero essere messi da parte da chiunque abbia un minimo di empatia e buonsenso.

Svalutare in questo modo chi non crede, dipingendolo in maniera stereotipata come piatto, egoista o insensibile, è proprio segno di un ottuso pregiudizio clericale. Non riusciamo a capire cosa ci sia di superficiale o freddo in un genitore che, per esempio, ha a cuore che il figlio si interessi di ecologia e scienza, magari che faccia cose “gratuite” come guardare le stelle o fare il pane: in sintesi, un genitore contento che questi impari cose che possono aprirgli la mente e stimolarlo, piuttosto che racconti biblici o dogmi.

Abbiamo poi qualche dubbio anche sulla decantata “gratuità” che propina il professore, visto che ne ha scritto anche mercoledì scorso. La “gratuità” tanto proclamata dell’Irc infatti siamo già noi tutti a finanziarla, visto che il compenso degli insegnanti di religione (e anche il suo) è pagato con fondi pubblici.

Almeno 1,25 miliardi di euro l’anno, come abbiamo evidenziato nell’inchiesta sui costi della Chiesa. Per insegnanti che hanno corsie preferenziali e vengono scelti (e revocati, se non si allineano alla morale cattolica) dai vescovi. La critica del docente, stringendo, si limita a sostenere che l’ora di religione sia “altro”. Ma poi non si spiega cos’è questo altro: molto semplicemente, una versione più soft del catechismo, di cui l’Irc è “complementare” stando proprio alle linee guida impartite dai vescovi.

Ringraziamo quindi il professor Monda per aver mostrato i video agli alunni, per averli per una volta messi di fronte a qualcosa di diverso e stimolante. Speriamo che la visione del filmato sia utile, che tra i ragazzi ce ne sia qualcuno che veda smosso il proprio senso critico, che decida di vivere in modo davvero alternativo, di pensare e interrogarsi su che senso abbia l’imposizione dell’ora di religione nelle scuole.

Saremmo felici anche solo di questo, proprio perché l’obiettivo degli spot sull’ora alternativa è far presente che esiste un’alternativa: scegliere con cognizione di causa, a scuola come nella vita, è il diritto di ogni persona. E questo purtroppo certi maestri non lo dicono e, soprattutto, non lo insegnano.

Ringraziamo quindi il professor Monda per aver mostrato i video agli alunni, per averli per una volta messi di fronte a qualcosa di diverso e stimolante. Speriamo che la visione del filmato sia utile, che tra i ragazzi ce ne sia qualcuno che veda smosso il proprio senso critico, che decida di vivere in modo davvero alternativo, di pensare e interrogarsi su che senso abbia l’imposizione dell’ora di religione nelle scuole. Saremmo felici anche solo di questo, proprio perché l’obiettivo degli spot sull’ora alternativa è far presente che esiste un’alternativa: scegliere con cognizione di causa, a scuola come nella vita, è il diritto di ogni persona. E questo purtroppo certi maestri non lo dicono e, soprattutto, non lo insegnano.

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