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Ancora problemi tecnici per gli F-35

Michael Gilmore, esperto d’armi del Pentagono, dopo aver esaminato attentamente le caratteristiche tecniche degli F-35, definisce “inaccettabili” i difetti dei software degli aerei, in accordo con un rapporto della Reuters.

Il report di 25 pagine mostra che i disturbi rilevati si riferiscono al software Block 2B, che non risponde come dovrebbe, cosa che, inoltre, rischia di ritardare l’utilizzo dello stesso velivolo.

Dai risultati ottenuti dopo un accurato esame del software risulta che permangano problemi a livello di radar, programmazione per il conflitto elettronico e navigazione. Altri difetti sono apparsi anche per quanto riguarda i "sistemi di distribuzione delle aperture" (DAS), i sistemi di montaggio e collegamento degli "obiettivi elettro-ottici sui caschi" dei piloti (HMD) oltreché generali problemi di collegamenti dati.

I problemi dati dal software inquietano non poco gli acquirenti (fra i quali, come è noto, l'Italia, che dovrà sborsare circa 13 miliardi di euro); il report aggiunge che la Lockheed Martinazienda attiva nei settori dell'ingegneria aerospaziale e della difesa, avrebbe consegnato i jet F-35 con il 50% delle capacità tecnico-informatiche in meno rispetto a quanto stipulato nel contratto con il Pentagono. 

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A causa di questi difetti, il software non potrà essere completato sino al novembre 2015 (almeno), ossia con 13 mesi di ritardo rispetto alla data originariamente prevista; il che significa che gli stessi F-35 non potranno entrare nella flotta del Marine Corps sino a luglio 2016, un anno dopo rispetto a quanto pianificato.

Per velocità e agilità d’azione, i caccia sono stati ideati basandosi sul modello di volo degli elicotteri; motivo per il quale l'US Air Force, il corpo dei Marines e la Marina USA attendono le loro “potenze di fuoco”, per poterle inserire al più presto all’interno delle loro flotte d’attacco.

Numerosi membri della NATO, in particolare i 28 alleati occidentali, hanno mostrato notevole interesse negli aerei; ma non mancano le critiche, che non risparmiano neppure gli stessi Stati Uniti: il Pentagono, in particolare, è stato piuttosto duro al riguardo, dal momento che sono stati spesi ben 392 miliardi di dollari per 2443 aerei.

Ma non è tutto. Il sistema logistico di bordo conosciuto con la sigla ALIS - e definito nel sito web di Lockheed come il "sistema informativo delle infrastrutture degli F-35" - ha anch'esso dei grossi deficit e manca dei requisiti di base, sempre secondo Gilmore. Ma non tutti sono così pessimisti riguardo queste problematiche e i future progetti. 

Il luogotenente generale dell’Air Force, Chris Bogdan, direttore del programma del Pentagono sugli F-35 appunto, minimizza sullo stato d’allerta dei velivoli: "Il punto fondamentale degli F-35 è il suono e i risultati ottenuti in merito ci danno fiducia”, afferma un ottimistico Bogdan, in una dichiarazione rilasciata alla Reuters. "Chiaramente siamo a conoscenza dei rischi presenti all’interno del sistema, ma questi problemi sono tutti stati presi in carico e sono gestiti al meglio dal nostro team eccellente di tecnici”. 

Bogdan, che crede che gli aerei possano già entrare in servizio dal prossimo anno, si basa, però, sugli eccellenti risultati ottenuti durante i test (circa 9mila) effettuati durante i primi mesi del 2013. Prima, cioè, che i difetti del software venissero alla luce e obbligassero, per ragioni di sicurezza, all'interruzione dei voli di prova.

Il Center for International Policy, infine, denuncia che la Lockheed ha "decisamente esagerato" affermando che il programma F-35 avrebbe portato 125.000 posti di lavoro in 46 stati degli Stati Uniti. Un'esagerazione volta ad ottenere l'appalto del Ministero della Difesa. L'odissea dei costosissimi caccia, insomma, è tutt'altro che finita.   

 

Foto: Chuck Hagel/Flickr

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