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Buio per i bastardi di Pizzofalcone, di Maurizio de Giovanni

Subito prima di oltrepassare la porta e scomparire dall'inquadratura, il bambino, senza alcun motivo apparente, si girò verso la telecamera, quasi volesse salutare con uno sguardo i suoi cari amici del commissariato di Pizzofalcone.
Il gesto inaspettato provocò un vuoto nello stomaco nei presenti. Ottavia mormorò: - Madonna santa! - Guida inspirò in modo rumoroso, Lojacono si strinse la testa nelle mani.
Il volto di Dodo era inespressivo; non tradiva paura, inquietudine o dolore nell'attimo in cui guardò in direzione della telecamera. Sembrava sereno. Poi sparì alla vista.
Pagina 59 

Ci porta un un posto oscuro e buio, in questo romanzo, lo scrittore napoletano, al terzo capitolo sui bastardi di Pizzofalcone a Napoli, la squadra messa insieme prendendo gli scarti qua e là per rimpiazzare altri colleghi finiti in una brutta indagine sullo spaccio di droga. Non risparmia niente, né al lettore, né alla sensibilità umana degli uomini e donne di questa squadra, questa volta alle prese col rapimento di un bambino.

La cui ultima immagine impressa in un video di una telecamera di sorveglianza è proprio quello sguardo, rivolto a qualcuno. Forse il papà, il suo eroe, o forse proprio quegli agenti di quel commissariato che porta su di sé una brutta fama. Dodo, preso per mano da una signora bionda, è sparito, finito dentro una stanza buia, con la sola compagnia del pupazzo del suo supereroe preferito. Batman.
Magari avessimo la nostra lucina, eh Batman. Magari avessimo almeno un poco di luce, in questo stanzone enorme. E anche un cuscino, per metterci sopra e stare comodi. Dormire, no, però. Dormire è impossibile. C'è troppo buio, per dormire. Per tenere lontani i brutti sogni, c'è troppo buio. 

Pagina 62 
Del caso, inizialmente seguito solo dagli agenti Aragona e Romano, se ne occupa l'intera squadra, ciascuna per le sue competenze. Pisanelli, sentendo i suoi informatori nel quartiere e nella città, per avere qualche informazione non ufficiale in più sulla famiglia del bambino. Ottavia Calabrese, con le sue ricerche su internet. Lojacono e la Di Nardo, a seguire anche l'altro caso, uno strano furto in un appartamento, dove i ladri si sono concentrati solo sulla cassaforte ma non su altri beni.

La strana coppia Aragona e Romano, l'agente con la fissa dei telefilm americani e Romano e quello che fatica a contenere i suoi scatti d'ira, è incaricata di seguire il caso: interrogare i membri della famiglia, capire se ci sia stato un basista in famiglia, sentire le intercettazioni, capire chi possano essere i rapitori. Un brutto caso: in genere in un rapimento la rapidità è importante, per impedire che il “caso” si raffreddi. Ma qui c'è anche un bambino: quell'ultima immagine ha toccato un po' tutti. Anche la coppia dei genitori, separati: lui un industriale del nord, che vede il figlio solo durante i fine settimana. Lei, figlia di un importante e discusso palazzinaro della città, con un fidanzato che tratta come animale alla corda e succube del padre, il nonno di Dodo. Anziano e costretto alla sedia a rotelle, con l'aiuto della sua fedele segretaria: ma con ancora una vitalità forte dentro.

Purtroppo anche le tensioni in famiglia, esplose dopo il rapimento, per l'affidamento del figlio, per i vecchi rancori tra marito e moglie (e col nuovo fidanzato di questa), giocano a sfavore dell'indagine e dell'azione della squadra.

Nonostante sia un bel maggio primaverile, ci sia il sole, il timore di non farcela, il ticchettio del tempo, l'assenza di una pista da seguire, gettano un velo d'ansia sugli agenti. Non bisogna fidarsi di maggio...

Non fidatevi, di maggio. Maggio vi frega in un niente. Basta un attimo di distrazione, un'idea cambiata, una risata in più e vi frega. Perché maggio sa prendervi alle spalle, in questa città. Arriva di soppiatto e in un lampo vi fa credere di essere altrove, o in un altro tempo. Vi abbraccia coi suoi tentacoli soffici e vi fa pensare che tutto sia a posto, che tutto sia come prima. E invece… 
Pagina 98
 
La nuova opportunità al commissariato di Pizzofalcone ha trasformato gli scarti in agenti motivati, una squadra: questo racconto è, forse più di altri dello stesso autore, il più corale di tutti. Tutti gli agenti sono alla ricerca di qualcosa che manca (non solo il bambino rapito assieme al suo pupazzo).

Lojacono, il cinese, cerca qui una nuova vita, una nuova opportunità, assieme a Marinella, sua figlia.
Il commissario Palma vorrebbe avare una vita, una famiglia vera oltre a quella del commissariato.
Pisanelli, il presidente, vorrebbe congedarsi dalla vita risolvendo il caso che segue di nascosto, gli strani suicidi nel quartiere. Ottavia Calabrese una famiglia l'ha pure, un bambino con problemi di apprendimento, un marito perfetto. Ma avrebbe bisogno anche di amore. Alex di Nardo ha un segreto, che non può confessare a nessuno, nemmeno al padre, il generale, che non capirebbe.

A Francesco Romano manca la moglie, senza cui non riesce a stare da solo in quella casa enorme e vuota. Infine Marco Aragona, coi suoi occhiali a specchio, vorrebbe essere come un poliziotto delle fiction americane, senza sapere che ha molto più intuito di quanto creda.

A Pizzofalcone erano tutti sopportabili per Alex. Pisanelli, Ottavia, Romano con il suo carattere difficile: le andavano tutti a genio. Mele bacate come lei, forse, ma veri. Perfino Aragona, con la sua scorrettezza, era quello che sembrava, e sapeva essere addirittura simpatico, a volte. Tutti soli, chi per un motivo, chi per un altro. Meglio soli, però, che finire a odiarsi come i due del furto.Pagina 166

Non fidatevi di maggio… racconta l'autore al lettore in uno dei suoi intermezzi, dal ritmo musicale: lo aveva detto alla presentazione di Milano “il posto dove porta questo libro è terribile”.

Anche se è un libro senza sangue, senza morti, è un libro molto duro. Il dolore di una madre che vede suo figlio sparire nell'immagine di una telecamera. I rancori di una famiglia divisa dall'odio e dal denaro. 

Oltre al dolore della famiglia c'è anche l'angoscia per la squadra (allargata al procuratore Palmas) nella sua lotta contro il tempo: una durezza e una crudeltà che contrastano con la bellezza del posto, il sole di maggio.

Fino all'intuizione del poliziotto: proprio da Aragona, quello pazzo al volante che scimmiotta i gesti dei poliziotti americani. Proprio a lui arriva l'intuizione, quella che purtroppo fa risolvere il caso:

Chiedetelo a qualsiasi poliziotto.Vi risponderà che certe idee sono come una pietra aguzza sotto un telo da spiaggia, che non vi lascia dormire, e vi girate e rigirate, la cercate per gettarla via ma non la trovate. Vi risponderà che l'idea se ne sta lì, appena sotto la coscienza, a farvi ciao con la manina e marameo davanti al naso, irritante e inafferrabile. Vi risponderà che è per colpa dell'idea se ha la fronte corrugata come se avesse mal di testa, se sembra distratto quando gli parlate.
Qualsiasi poliziotto vi dirà che certe idee, finché non vengono a galla, sono come un mal di denti.
Pagina 279 

 
Non è solo un noir, Buio.
 
Tra le righe, emerge il volto oscuro della crisi dei nostri giorni, che non è solo quella degli imprenditori alle prese con le banche. Questa crisi ha portato al disfacimento etico di larghe fasce della società: la logica del profitto, che porta a dover avere tutto, a qualunque costo. Dal bravo ragazzo rapinatore per necessità, la guardia giurata che diventa assassino, l'orco in famiglia. Abbiamo dimenticato l'etica, i buoni insegnamenti, le cose che si devono fare e quello no: e ora, di fronte a questa crisi, non abbiamo più gli strumenti per affrontarla.

Non fidatevi di maggio...
 

La scheda del libro sul sito di Einaudi (e lo speciale sul libro) e il link per scaricare il primo capitolo.

Il link per ordinare il libro su Ibs e Amazon.
 
La presentazione del libro alla Feltrinelli di Milano.

 

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