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Volevo fare il blogger ma ora schifo i blog

Volevo fare il blogger.
Uno di quelli anarchici, potenti, pungenti.

Oggi con grande rammarico dico che quando capii cosa erano i blog, capii che volevo fare il blogger, ma senza blog.

Quando decisi di aprire Cogito ergo Vomito, più di un anno fa, lo feci con le massime ambizioni possibili, "per vomitare". Per sfogarmi, per dire e per dirmi tutto ciò che mi andava quando mi andava. Un diario, pensai.

I primi sospetti sulla blogosfera, questo pianeta a cui chiedevo timidamente di entrare, iniziarono subito con i primi commenti spam, che più che commenti mi sono subito sembrati, dal primo momento, quelli che in politichese li chiamano i voti di scambio: tu commenti a me, io commento a te, non importa cosa, non importa quando. Commenti tipo: "Sei fantastico Cogito, dai passa a trovarmi!". Io poi passavo a trovarli. Tutti.

Alcuni li ho anche linkati e sono ancora linkati. Ho anche restituito il "Fantastico post!" giusto per esserci. Mi sono prestato decine di volte a questo ipocrita gioco senza senso, poi ho smesso.

Ho smesso quando ho iniziato a capire che non per essere, ma per diventare un blogger di successo devi commentare con successo. A vanvera. Devi sparare cazzate. Ma devi esserci. Ovunque. Devi linkare. Devi feedarti. Devi spammare.

Cioè insomma devi perder tempo. Ma allora che senso potrebbe avere un blog? Credo che ogni blogger una domanda del genere se la pone almeno una volta, se non al giorno, a settimana.

Ho pensato decine di volte di chiudere.

Mi sono accomodato decine di volte sui "salotti buoni del web", per discutere, per farmi conoscere, per pubblicizzare qualche post, per proporre qualche buona idea.
 
Nella maggior parte dei casi, di solito dopo mezz’ora, subito mi bruciava il culo. Ma si sa che un po’ come quando si entra nelle case degli altri, talvolta senza neanche bussare, dopo se a tavola ti portano cime di rape al retrogusto di merda, anche se non hai fame, devi far finta almeno di mangiare due bocconi. Anche se sei l’essere più schietto del mondo. Anche se quei due bocconi, spesso, a distanza di mesi, non riesci nemmeno a digerirli con 4 o 5 cucchiaini di candeggina pura, ma tant’è.

Mi sono iscritto ad OkNotizie, sì l’ammetto.
Non sono stato costretto, ovvio, ma nemmeno ne sono stato orgoglioso più di tanto. Ma ammetto che è stato più un modo per custodire gelosamente i miei post, che per pubblicizzarmi.

Mi sono iscritto ad OkNotizie, sinceramente, quando mi sono accorto che fine facevano i post per i quali non impiegavo poca fatica. Ogni tanto passava qualcuno e li linkava. All’inizio ne fui orgogliosissimo. Qualcuno che propone i tuoi pezzi prima di tutto vuol dire che li ha graditi, se cerca anche di proporli agli altri, vuol dire che li ha graditi ancora di più.

Poi non so perché ma questo motivo d’orgoglio ad un certo punto si trasformò in una fottuta maledizione per la Licenza Creative Commons. Gli stessi nickname che proponevano me sull’altare della gloria, un’ora o il giorno dopo, proponevano le cazzate più assurde, vignette o foto imbecilli, oppure post miseramente ironici. I miei diventavano sistematicamente post racimola-voti, sempre gli ultimi, e mai spunti di riflessione.

Eviterò inutili ipocrisie: scrivo per passione, mi piace, mi sfogo, ma è ovvio che se ciò che scrivo è letto e gradito da 1000 persone anziché 100, è logico che mi fa piacere. Cazzo, ma la dignità? Un briciolo d’amor proprio? Chi scrive lo deve avere o no?

Ho trovato decine di volte i miei post copiati ed incollati su altri blog, senza nemmeno citare il mio nome. Capisco che potrebbe sembrare un modo subdolo per vantarmi, ma ribadisco che inizialmente per me è stato anche un motivo di orgoglio, poi quando ho capito che era solo un modo per fare "fuffa", per riempire spazi, per ricevere voti o visite, l’orgoglio si trasformava sistematicamente in rabbia.

Ho capito che la blogosfera per alcuni è una vera e propria malattia: per fortuna grazie ad alcuni cattivi esempi, ho capito che essere un bravo blogger ed avere un blog di successo, nella maggior parte dei casi, sono proprio due cose distinte e separate.

Oggi mi sfogo in questo sempre misero ed inutilissimo post perchè sono fermamente convinto che seguire la strada degli sponsor, prima che quella dei contenuti, sia la più sbagliata per un blog. Ben vengano i voti, gli accessi, la popolarità. Ma venga soprattutto il merito. Altrimenti veramente rischiamo di fare la fine dell’Italia di Berlusconi. Non mi dilungherò più di tanto su questo tema, almeno questa volta, ma chi vuole capire capisca.

La verità è che ho l’impressione (o la paura?) che la blogosfera stia proprio facendo la fine della televisione.
 
Non ho nessunissima intenzione di sputare nel piatto dove mangio o dove ho mangiato, continuerò ad essere me stesso, come sempre, a scrivere come ho scritto, a commentare dove ho commentato, a propormi dove mi sono proposto, ma ho deciso di prendere nettamente le distanze da questo modo di fare blog che, sinceramente, non mi piace più.
 
Vi prego d’ora in poi di votarmi, di copiaeincollarmi o di citarmi solo se ne avete sinceramente voglia. Non vorrei sembrare troppo scortese, ma per qualsiasi altro motivo, lì in alto a destra c’è una X rossa.

E’ la porta.

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