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Uno scudo di cui essere orgogliosi

Lo scudo rivendicato come un successo da tremonti è in realtà, come tutti i condoni, una resa nei confronti degli evasori.


Con toni trionfalistici il ministro del Tesoro ha annunciato il rimpatrio di 95 miliardi di euro pari al sei percento del PIL. Specifica che di questi il « 98% è fatto da rimpatri effettivi in Italia» (il 2% restante che cos’è, aria fritta? Se le percentuali fossero state invertite avrebbero aggiunto questa specifica? Lasciamo perdere). Testualmente leggiamo: «Sono numeri che marcano uno straordinario successo, segno di forza della nostra economia e di fiducia nell’Italia».
 
Disperdendo i fumi di capodanno e gli effetti dello spumante per i brindisi vogliamo accendere il cervello e fare qualche considerazione di buon senso? Intanto l’importo che entrerà nelle casse dello stato è pari al 5% di questi 95 miliardi, quindi sono 4,75 miliardi, di cui 3,7 già impegnati in finanziaria (sarebbe interessante vedere come, ma lasciamo perdere anche questo). Un successo?
 
Tralasciando il modo con cui questi soldi sono stati “guadagnati” da chi li ha portati all’estero, possiamo immaginare che quanto meno siano sfuggiti alla tassazione in passato. Facciamo due conti a spanne, non possiamo sapere quando questi soldi sono usciti dall’Italia, sappiamo però che «negli ultimi vent’anni l’aliquota marginale massima in Italia è passata da oltre il 70% al 43%» (Fonte:Lavoce.info). Possiamo dire, arrotondando ad un 40%, che almeno 38 miliardi di euro sono stati evasi sui 95 che rientrano.
 
Ci sono quindi due messaggi:
· Lo stato, che non è riuscito ad incassare 38 miliardi di tasse, consente a chi ha evaso di mettersi in regola pagandone solo 4,7
· I cittadini onesti, che le tasse le pagano per intero e senza sconti sono degli imbecilli: evadere in Italia è conveniente perché prima o poi puoi metterti in regola con pochi spiccioli.
 
Qualcuno potrebbe sostenere che gli evasori hanno esportato il denaro prima di questo governo e che Tremonti ha avuto il merito di riportare in casa 4,7 miliardi, che sono pochi rispetto agli almeno 38 evasi, ma sono meglio di niente. Gli si potrebbe rispondere che allora bisognerebbe, più che di successo, parlare di mediocre rimedio alla incapacità di far pagare le tasse che include un pericoloso incentivo per il futuro.
 
Lo scudo ha consentito a chi ha commesso dei reati di scontare una frazione minima della pena: vi sembra che lo stato ne esca vittorioso, oppure che abbia semplicemente calato le braghe riconoscendo che non è capace di trovare e punire chi è colpevole?

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.249) 2 gennaio 2010 18:38

    E’ scontato che gli "evasori" continueranno a fare affari FINO all’ultimo scudo fiscale. Non per niente questa è la PENISOLA del tesoro dove per il fisco "non esistono" milioni di manufatti edili che tutti possono vedere. Chi è disposto a garantire e dimostrare che i capitali "anonimi" rientrati in Italia non siano solo "temporaneamente transitati" nelle casse degli intermediari? Chi ha "toccato" gli effetti dei 60 mld sborsati da quei proprietari di case uni e bi-familiari interessati ad ampiamenti e ristrutturazioni? Nel paese del BARBIERE e il Lupo arrangiarsi per fare i propri interessi è un’arte. (altro ancora => http://forum.wineuropa.it

  • Di (---.---.---.250) 2 gennaio 2010 19:50

    Concordo con l’autore, questa per me è solo una magra consolazione, tutti i governi passati avrebbero dovuto affrontare la questione dell’evasione fiscale, lo scudo mi sembra invece un contentino rispetto a ciò che noi italiani dovremmo avere e intendo dire a fronte delle tasse che paghiamo senza sconti.
    Ora, il mio dubbio consiste in questo: se rientrano in italia 95 mld di euro, ma lo Stato di fatto ne incassa il 5%, il resto che fine fa? Ho pensato a due ipotesi: o rimane dov’è (nei paradisi fiscali, perchè sarebbe assurdo credere possibile che le banche accettino una ingente perdita di soldi) ma legalizzato, esattamente come un condono edilizio; oppure il resto, che rimane sempre del proprietario, va alle banche italiane che a loro volta presteranno quei soldi allo stato (indebitandoci ancora) per finanziare opere e iniziative rimaste escluse dalla finanziaria.
    Le due ipotesi non sono in contrasto l’una con l’altra, anzi, mi è stato suggerito che la positività di questo provvedimento consisterebbe proprio nel fatto che il rientro di grandi capitali costituisce una manna dal cielo in un Paese in crisi come il nostro e che questi soldi potrebbero dare un po’ di respiro alla nostra economia perchè potrebbero essere investiti.
    Sono di nuovo dubbiosa: non mi risulta che esista un obbligo sancito per legge che chi riporterà i soldi in Italia dovrà investirli, magari c’è un accordo a voce, extraparlamentare, ma nella sostanza questa rimane solo una gran bella speranza. Spero sinceramente di essere smentita.
    Eva

    • Di Massimo Famularo (---.---.---.215) 3 gennaio 2010 01:36
      Massimo Famularo

      Mi permetto di avere qualche perplessità per la presunta manna dal cielo derivante dai fondi rientrati.
      Una semplice considerazione: un soggetto che ha portato i soldi all’estero e invece di pagare il 43% di tasse come avrebbe dovuto ha pagato il 5% e si è messo in regola è un soggetto facoltoso e sofisticato. Uno che sui suoi soldi vuole un rendimento elevato, dubito quindi che li tenga su un conto corrente o libretto di deposito alimentanto il simpatico meccanismo del moltiplicatore che si studia in economia.
      Quale che sia l’impiego di quei soldi il punto è che al momento non c’è una crisi di liquidtà. C’è stata in passato e le banche centrali hanno reagito iniettando dosi enormi di fondi per arginarla e salvando alcuni intermediari in crisi.
      Personalmente oggi io pago l’1,36% sul mio mutuo arancio e questo è un segnale che i tassi sono ai minimi storicie e che la liquidità non manca al punto che si temono nuove bolle speculative. Il problema è che semmai è incrinato il meccanismo di trasmissione dalle banche (che hanno le tasche piene ma sono super diffidenti) ai cittadini e alle imprese.
      Magari altrove approfondiamo il tema, in sintesi, però:
      -lo scudo è stato di gran vantaggio per gli evasori risaviti e di modesto giovamento per le casse dello stato che hanno incassato il 5%
      -speculare sul fatto che la regolarizzazione dei 95 mld possa giovare all’economia è pura illazione

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