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 Home page > Attualità > Politica > Un latitante e un corrotto non può essere riabilitato

Un latitante e un corrotto non può essere riabilitato

Il direttore del Tg1 oggi ha colpito ancora. Ogni volta che decide di fare un editoriale sappiamo che sarà peggiore di quello precedente e questa sera ha toccato veramente il fondo.
 
2 minuti di arrampicate sugli specchi, omissioni e scandalose bugie tutte volte alla riabilitazione di Craxi.
 
 
Il nostro arriva perfino a paragonare un condannato, latitante, a 10 anni di galera a Papa Wojtyla pur di ottenere il proprio scopo.
 
Ora, paragonare un Papa come Giovanni Paolo II ad un volgare politico corrotto non mi pare intellettualmente onesto. Anzi, mi pare proprio una porcata.
 
L’essere stato Presidente del Consiglio non fa automaticamente di un politico uno statista.

E nella fattispecie si può definire uno statista uno con un curriculum come quello di Craxi?
 
Quelli che Minzolini usa come punti di forza sono proprio le principali motivazioni che non ne permettono la riabilitazione.
 
La colpa di Craxi è quella di aver fatto diventare una parola gloriosa come "socialismo" non più sinonimo di giustizia sociale e riscatto per i lavoratori ma bensì di ladri, tangenti e corruzione. Colui che ha fatto infrangere l’onda lunga socialista sugli scogli del mal governo e con il triste epilogo della sede nazionale del PSI (il più antico partito italiano) senza luce e telefoni per morosità.
 
"Il grande statista" in questione è quello che ha fatto lievitare il debito pubblico italiano sopra il 90%.
 
L’aver sostenuto il referendum per l’abolizione della scala mobile può essere un vanto per il leader di un partito di sinistra? Non credo. In questa vicenda se c’è qualcuno da ringraziare è Bruno Trentin che per primo parlò di politiche dei salari all’indomani dell’abrogazione della scala mobile.
 
La politica estera di Craxi, oltre alla crisi fra Argentina e Inghilterra e la vicenda Sigonella, è stata più concentrata sulla Svizzera dove aveva 3 conti segreti su cui versava le tangenti che riceveva lui e il suo partito (150 miliardi di lire).
 
L’aver parlato del sistema di corruzione capillare che interessava i partiti e l’averlo fatto in parlamento non assolve il politico corrotto in questione.
 
La scusa "ma lo fanno tutti" non regge nemmeno quando siamo bambini e non fa intenerire nemmeno le madri più permissive.
 
Che vuol dire lo fanno tutti? Che se un reato viene commesso da più persone, o da più parti politiche, allora smette di essere reato? Se fosse vero negli anni ’90 avrebbero dovuto cancellare il reato di omicidio visti i morti per mafia fra attentati, stragi, guerre di clan e vendette trasversali.
 
La magistratura non era pilotata allora come non lo è adesso. Se vuole cercare magistrati pilotati si vada a cercare Verde, Carnevale, Metta e Valente. Di quelli non parla Minzolini? No certo che no... Tutti amici del padrone.
 
Ma mi domando, sono passati davvero così tanti anni da quei fatti? Si può già fare un processo di beatificazione nei confronti di un personaggio che solo 30 anni fa lasciava il nostro paese sull’orlo della bancarotta per fuggire in Tunisia e così scampare ad una condanna definitiva?
 
Ma no, questo è solo il degno tributo che l’Imperatore paga a chi ha permesso la sua fortuna con la prima legge ad personam licenziata dal Parlamento italiano: i decreti Berlusconi sull’emittenza televisiva.
 
E che dire degli ex aennini presenti nel PdL. Così ligi nel mettere alla gogna Fini per le sue posizioni liberali, sempre a rinfacciargli di aver tradito i valori da cui provengono, si devono essere dimenticati delle battaglie per la legalità che conducevano contro il PSI di Craxi, si devono essere dimenticati dei pugni di monetine lanciate in testa a Bettino al grido di "Bettino vuoi anche queste".
 
L’Imperatore si è comprato tutto: storia, valori e appartenenze politiche.
 



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