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 Home page > Tribuna Libera > Triste fine di un amore

Triste fine di un amore

Il vostro reporter è infinitamente triste perché è finito un suo amore durato quasi otto lustri, quello con un giornale denominato Corriere della Sera; e non vi è niente di più triste della fine di un amore a causa di tradimento.
 
Nel dì quattordici del mese di novembre dell’anno domini 2009, leggendo il quotidiano sopramenzionato, sono giunto sino alla rubrica della posta, tenuta dal dottor Sergio Romano, ed ho visto scritta una cosa che giammai avrei pensato potesse esserlo su quelle pagine: che è giusto arrecare la morte ad un uomo a causa dei suoi comportamenti.
 
Mi è venuta subito in mente una poesia/canzone scritta tanti anni fa da un cantautore genovese di nome Fabrizio de Andrè, una poesia/canzone che parlava di un pescatore ossopito all’ombra dell’ultimo sole con un solco lungo il viso come una specie di sorriso; di un assassino giunto sulla spiaggia, con due occhi grandi da bambino, due occhi enormi di paura, che erano gli specchi di un’avventura. Disse al vecchio dammi il pane, ho troppo freddo e troppa fame, e disse al vecchio dammi il vino : ho sete e sono un assassino. Ed il pescatore, senza neanche guardarsi intorno, versò il vino e spezzo il pane a chi diceva ho sete ed ho fame. Vennero in sella due gendarmi, vennero in sella con le armi, e chiesero al vecchio se lì vicino fosse passato un assassino. Ma all’ombra dell’ultimo sole si era assopito il pescatore ed aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso.
 
Stefano Cucchi non è stato così fortunato: i gendarmi lo hanno preso; magari come era giusto che fosse; ma ucciderlo no, questo no, nessuno potrà mai asserire che è stato giusto.
 
Non credo che leggerò mai più il Corriere della Sera.

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