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Stress Test fallito per 10 Banche USA

10 istituti bancari americani su 19 non hanno superato gli stress test della FED. Cosa succederà ora?

http://www.termometropolitico.it/index.php/economia/3533-stress-test-fallito-per-10-banche-usa.html

Sul Sole24Ore compare un articolo estremamente interessante, che appare un po’ per gli addetti ai lavori, ma che con un minimo di spiegazioni tenteremo di far comprendere a tutti.

Molto sinteticamente il Sole scrive

Le dieci banche Usa che non hanno superato lo stress test

 

Ecco le dieci grandi banche americane che secondo lo stress test effettuato dalla Federal Reserve hanno bisogno di un rafforzamento patrimoniale. L’entità della ripatrimonializzazione è indicata in miliardi di dollari e si riferisce allo scenario peggiore. Nei documenti della Fed viene definita SCAP buffer, definito a sua volta come additional Tier 1 Common /contingent Common. In sostanza, capitale aggiuntivo o una sorta di cuscinetto per dare solidità patrimoniale a ciascun istituto e metterlo a riparo dalle potenziali perdite.

Bank of America 33,9
Wells Fargo & C. 13,7
GMAC LLC 11,5
Citigroup 5,5
Regions Financial Corporation 2,5
SunTrust Banks 2,2
KeyCorp 1,8
Morgan Stanley 1,8
Fifth Third Bancorp 1,1
PNC Financial Services Group 0,6

 

Cosa sono gli Stress Test?

Cerchiamo prima di comprendere che cosa sono ed a che cosa servono gli Stress Test (l’articolo del Sole ne da una succinta spiegazione qui): supponete di avere un elastico e volete stabilire quanto sia resistente. La prima cosa che fate è dunque tirarlo fintanto che si rompe. Vi sarà, a secondo del materiale con cui è costruito l’elastico, un parametro di torsione o di allungamento che vi permetterà di sapere a priori quanta forza dovrete imprimere affinchè otteniate un certo effetto (per es. rottura totale, o allungamento di una percentuale stabilita dall’esperimento).Le banche sono come degli elastici, il cui parametro di torsione o allungamento non è nient’altro che la possibilità di fallimento. Ecco dunque a cosa servono gli stress test: servono per stabilire quanto elastica sia la banca se sottoposta a dei "traumi" esterni. Un po’, se vogliamo usare un altro paragone, come i pupazzi che si usano per i test di scontro nelle case automobilistiche (crash test dummies si chiamano in gergo i pupazzetti).

Quali implicazioni hanno questi test sulle banche?

L’implicazione principale di tali test (ve ne sono di diversi tipi, tutti spiegati nel documento relativo della FED***) è quella di fornire, tramite parametri di ri-calibratura, accorgimenti alle politiche di liquidità delle banche in questione. Stabilito uno standard unico per un particolare test, le banche vengono sottoposte a simulazioni di rottura (solitamente con procedura Monte Carlo). Chi non passa il test riceve un warning dall’istituto che si occupa del test (la FED in questo caso) in cui viene stabilito il capitale di sicurezza da immettere nella banca per far fronte ad un’eventuale bancarotta. In pratica: la FED valuta quanto la banca XYZ riesca a resistere ad un certo contraccolpo finanziario: se passa la simulazione, la banca è statisticamente immune. Se invece perde del denaro, quello è il capitale di sicurezza da immettere nella banca per avere una certezza statistica che la banca non fallisca.

Secondo il test operato dalla FED, ben 10 banche USA su 19 non hanno superato il test e quindi dovranno effettuare operazioni di ricapitalizzazione. Sempre nell’articolo del Sole si legge questa allarmante notizia

Nei prossimi due anni perdite per 599 miliardi

Le perdite a cui andranno incontro le banche più colpite dalla crisi sono state quantificate in 599 miliardi di dollari nei prossimi due anni. Di questi una parte significativa è costituita da perdite legate ai mutui immobiliari (185 miliardi), con perdite potenziali pari a 99 miliardi.

 

Non deve sorprendere quindi se il presidente Ben Bernanke abbia affermato che, sebbene più del 50% degli istituti bancari sottoposti a test non abbia superato gli stress test, il fatto che vi siano ricapitalizzazioni sufficienti per far fronte alla rottura eventuale sia un "sollievo" per le banche e gli azionisti in primis. Certo non è un sollievo sapere che da qualche parte questi fondi dovranno essere trovati ($599MLD non sono pochi, corrispondono a €448MLD).

Adesso bisogna quindi attendere i vari piani di ricapitalizzazione proposti dalle 10 banche che hanno fallito i test e valutare quale sarà l’impatto sui mercati internazionali, specie in quei settori che dipendono, tramite contratti corporate creditizi, direttamente da questi istituti bancari. Dopo il tremendo effetto che ebbe la bancarotta di Lehman Brothers sul mercato globale, negli Stati Uniti non sono più disposti a permettere che vi sia un altro caso del genere.

 

*** FED =Federal Reserve, Banca Centrale USA

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