• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Strage di Srebrenica, la Plavsic libera

Strage di Srebrenica, la Plavsic libera

La notizia era nell’aria da un po’, e ieri è arrivata la conferma: Biljana Plavsic tornerà libera. L’ex presidentessa dei serbi di Bosnia, detenuta in Svezia per crimini di guerra, ha scontato i due terzi degli 11 anni a cui era stata condannata. Tra i vari delitti di cui era considerata responsabile c’era anche la creazione dei campi di concentramento di Omarsha, Keraterm e Trnopolje

La guerra nei Balcani non è lontana come la seconda guerra mondiale, ma nonostante l’altissimo numero delle vittime è una guerra di cui, ancora oggi, si parla poco.

Biliana Plavsic il 27 ottobre tornerà libera, così come il mese scorso aveva stabilito il Tribunale penale internazionale dell’Aja a cui la donna si era volontariamente consegnata il 10 gennaio del 2001. All’inizio la Plavsic aveva smentito le accuse di genocidio e crimini contro l’umanità, poi però nell’ottobre del 2002 aveva rivisto la
linea delle sue deposizioni, riconoscendo di essere colpevole
.

Qualcuno azzarda che la scelta non fosse casuale ma “rientrasse in un piano strategico di difesa per evitare l’accusa di genocidio del Tribunale dell’Aja”.
Eppure nonostante Patrick Lipton Robinson, presidente del Tribunale penale internazionale, abbia illustrato la decisione spiegando che la legge svedese (che regolamentava la detenzione della donna) consente la liberazione anticipata dopo aver scontato i due terzi della condanna, la sua liberazione, oggi, sembra un nuovo duro colpo per molte famiglie bosniache. Oltre ottomila musulmani massacrati: è questo il numero delle vittime che la Plavsic porta sulla coscienza. Ottomila ragazzi uccisi barbaramente perché musulmani e quindi “biologicamente inferiori” come dichiarava la donna. Uccisi perché la pulizia etnica è “un fenomeno naturale”.
Contro la sua liberazione si sono pronunciate numerose associazioni di musulmani bosniaci, tra cui le Madri di Srebrenica, sopravvissute al massacro di quella città nel luglio 2005. Ieri a Sarajevo la gente è scesa in piazza per manifestare contro questa decisione. “Come potremo spiegarlo ai bambini i cui genitori sono stati uccisi, bambini che ricordano il padre e la madre solo grazie a delle foto?” si è chiesto Murat Tahirovic, il capo dell’associazione Musulmani e Croati prigionieri dei campi di concentramento.



Ma le loro voci, il loro dolore, non sarà ascoltato. 

La donna che tornerà libera è la stessa che parlando dei suoi connazionali che non avevano appoggiato la sua filosofia o che non avevano, durante la guerra, resistito abbastanza alle minacce, aveva detto: “Siamo in 12 milioni, se anche 6 milioni muoiono, gli altri 6 milioni vivranno decentemente”.
La Plavsic, considerata da alcuni serbi un’eroina, non è l’unica responsabile di quella strage considerata la peggiore dopo la seconda Guerra Mondiale, ma è solo una delle tre menti che organizzarono tutto. Altro colpevole è Radovan Karadzic, accusato sempre per crimini di guerra e crimini contro l’umanità (anche per il massacro di Srebrenica del 1995) il cui processo inizierà, sempre presso il Tribunale dell’Aja, il 26 ottobre. Proprio ieri l’ex leader serbo bosniaco ha comunicato ai giudici che non si presenterà in aula, perché non ha avuto tempo a sufficienza per preparare la sua difesa.

Il tribunale, però, andrà avanti così come continuerà a chiedere la cattura degli ultimi due criminali di guerra serbi, Ratko Mladic e Goran Hadzic, entrambi accusati di genocidio e crimini contro l’umanità.

Eppure non si capisce a cosa servirà un processo e una eventuale condanna di questi due criminali. Perché la Corte Penale Internazionale continua a mostrare tutti i suoi limiti, nell’emettere le sentenze e nel rilasciare, prima del tempo, chi è accusato di genocidio. Così, oggi, a 14 anni dalla fine di una guerra di cui non si parla più, è poco probabile che i tanti morti innocenti del conflitto avranno mai vera giustizia.

Commenti all'articolo

  • Di sir Thomas Malory (---.---.---.9) 24 ottobre 2009 12:53

    Ci sono troppe imprecisioni in questo articolo .
    Quelle fondamentali concernono il rapporto tra il massacro di Srebrenica e la responsabilità diretta dei vertici politici Serbo bosniaci .
    Questo rapporto non è stato ancora provato e aspettiamo il processo Karadzic per saperne di piu’ e capire se si trattò di decisioni assunte a livello militare ( Maldic ) o politico ( Karadzic)
    Alla Plavsic , personaggio che considero alquanto spregevole ( giusto ricordare le sue demenziali tesi biologiche ) non sono state avanzate contestazioni specifiche con riferimento al massacro del 11 luglio 1995 ,quindi il legame tra lei e questo evento è una pura invenzione di chi ha scritto .Se questa mancata contestazione fosse avvenuta per evitarle una condanna maggiore (in cambio di chissà che cosa ), si sarebbe di fronte alla prova che il tribunale del L’Aya è solo un tribunale politico e non ha nulla a che fare con la giustizia .

  • Di Mario Favaro (---.---.---.9) 24 ottobre 2009 13:11

    Ci sono troppe imprecisioni in questo articolo .
    Quelle fondamentali concernono il rapporto tra il massacro di Srebrenica e la responsabilità diretta dei vertici politici Serbo bosniaci .
    Questo rapporto non è stato ancora provato e aspettiamo il processo Karadzic per saperne di piu’ e capire se si trattò di decisioni assunte a livello militare ( Maldic ) o politico ( Karadzic)
    Alla Plavsic , personaggio che considero alquanto spregevole ( giusto ricordare le sue demenziali tesi biologiche ) non sono state avanzate contestazioni specifiche con riferimento al massacro del 11 luglio 1995 ,quindi il legame tra lei e questo evento è una pura invenzione di chi ha scritto .Se questa mancata contestazione fosse avvenuta per evitarle una condanna maggiore (in cambio di chissà che cosa ), si sarebbe di fronte alla prova che il tribunale del L’Aya è solo un tribunale politico e non ha nulla a che fare con la giustizia .

    • Di Francesco (---.---.---.194) 24 ottobre 2009 14:04

       E’ assurdo pensare che i vertici politici serbi non sapessero e non approvassero quello che facevano i vertici militari, i massacri e la pulizia etnica. Oltre a questo le sue molteplici dichiarazioni sull’"inferiorità genetica" dei musulmani di Bosnia la rendono moralmente responsabile di tutto quello che è successo. 11 anni era già una pena troppo mite, farla uscire per buona condotta è semplicemente vergognoso. 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares