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Rifiuti: tra vecchi dossier e nuovi sequestri

È dal tempo di tangentopoli che si indaga sulla tratta dei rifiuti tossici. Inizialmente si credeva che fosse un ’affare’ solo italiano, poi si è scoperto che la tratta dei rifiuti nascondeva alleanze internazionali. Interessi colossali, sempre dietro quello scomodo patto tra Stato e mafia ma non soltanto italiano, non soltanto siciliano. Come il cemento, come la sanità così i rifiuti seguendo una semplicissima logica; tutti costruiscono, tutti si curano, tutti producono rifiuti soprattutto le mega aziende e fabbriche e multinazionali e case farmaceutiche e indotti ect, ect. Non la sola busta casalinga con i ciuffi di insalata scartati, ma rifiuti velenosi, cancerogeni, micidiali per l’uomo e l’ambiente capovolgendo il naturale processo di ciclo vitale. La stessa Ilaria Alpi e il suo operatore Milan Hrovatin vennero uccisi in Somalia perchè scoprirono la tratta dei rifiuti speciali e tossici provenienti dall’Italia ma anche da altre nazioni, inabissati nell’oceano o seppelliti sotto ponti costruiti grazie all’aiuto delle Nazioni Unite e quindi le Nazioni Unite non potevano non sapere cosa avvenisse sotto le loro costruzioni. Da tangentopoli che si susseguono arresti e indagini in questo senso, anni dove si arrestano i ’capri espiatori’ ma dove mai si chiudono le aziende e gli enti coinvolti e che quindi dopo il polverone possono continuare indisturbati.

Ogni anno 36 mila nuovi casi di tumore: colpiscono bambini, ragazzi, adulti.

Spesso nel parlamento si è parlato di questa incidenza tumorale: - Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
L’ Organizzazione Mondiale per la Sanità, l’Istituto superiore di Sanità, il CNR hanno, nel dicembre 2006, pubblicato un report sull’incidenza dei tumori maligni sul territorio dell’Italia relativo al periodo 1997-2002, e nel quale viene evidenziato come per alcune patologie l’incremento registrato sia pari al 400 per cento (polmoni, laringe, vescica per i maschi e fegato per entrambi i sessi);
nel suddetto report si parla di 250 mila persone avvelenate in vario modo da sostanze inquinanti, con una latissima incidenza di mortalità. Incurante di questi dati, il Governo ha emanato lo scorso 11 maggio il decreto-legge n. 61, con il quale ha stabilito l’aumento delle tariffe della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, giungendo così a colpire anche economicamente la popolazione già gravata da condizioni ambientali pericolose per la propria salute.

Il Governo, inoltre, stabilisce di insediare siti di stoccaggio di rifiuti addirittura nelle aree protette tipo, il Parco Nazionale del Vesuvio uno dei polmoni di verde più importanti d’Italia.

Ma il Parco Nazionale del Vesuvio come altri parche e oasi protette era stato inserito tra le Zone a Protezione Speciale con un decreto firmato il 3 aprile del 2000.

Lunedì 14 maggio 2007, la redazione del Tg3, durante l’edizione delle ore 19:00, ha trasmesso un servizio del dottor Romolo Sticchi in cui si evidenziava la presenza all’interno del fiume Sele (Salerno) di pesci affetti da malformazioni;
la principale causa di queste malformazioni sembrerebbe essere rappresentata dall’inquinamento delle acque fluviali, che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza della fauna, inoltre nello stesso servizio del Tg3 veniva documentato lo sversamento di percolato nello stesso Sele;


la presenza, lungo il bacino del fiume Sele, di due discariche, nei pressi delle quali sono stati pescati i pesci con malformazione, rappresenta una minaccia per l’incolumità delle acque del fiume. Infatti, notevole, è il pericolo di sversamento di percolato dalle discariche, considerato la brevissima distanza tra i siti esistenti e il corso del fiume Sele;
il ministero dell’ambiente, in attuazione della Direttiva 78/659/CEE, ha riconosciuto, con Decreto del 19 novembre 1997, l’intero corso del fiume Sele come«corpo idrico che richiede particolare protezione e miglioramento per essere idoneo alla vita dei pesci» e lo ha classificato tratto salmonicolo -:
se il Governo intenda assumere provvedimenti per verificare la sussistenza di quanto anzi premesso e, se confermato, ritenga opportuno disporre quanto necessario alla risoluzione.

Simili interrogazioni parlamentari si susseguono da dopo tangentopoli, dove da un lato si presentano dati clinici e si denunciano realtà pericolose e si finanziano soldi per le finte bonifiche e dall’altro lato si autorizzano discariche assolutamente illegali e senza nessuna garanzia sull’impatto ambientale e di sicurezza per i cittadini. In Campania come in ogni regione italiana.

Come in Campania così in ogni regione italiana nascono comitati civici pro ambiente e contro discariche, inceneritori e in ogni regione c’è almeno un dossier in ogni procura o un processo per malattie gravi e mortali dovute all’inquinamento ambientale.

Ultima notizia: sequestrate 36 tonnellate di rifiuti speciali diretti in Cina dietro un impianto fantasma dalle fiamme gialle. In particolare, le fiamme gialle hanno accertato la falsa indicazione nei documenti che scortano i rifiuti dover era indicato un inesistente impianto di recupero con sede in Cina. Oltretutto mancava da parte dell’azienda esportatrice della prescritta certificazione rilasciata dalla competente autorità di controllo cinese per l’esportazione di rifiuti speciali. Due persone sono state quindi denunciate per traffico internazionale di rifiuti.

Qualche giorno fa: militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Taranto, in collaborazione con funzionari della dogana, hanno sequestrato nel porto della città 124 tonnellate di rifiuti speciali, pneumatici fuori uso, scarti in gomma e pezzi di plastica, stivati in cinque containers con destinazione dichiarata Corea. Importiamo ed esportiamo rifiuti tossici che inquinano i nostri mari, fiumi, laghi, terre e cielo. Questo è possibile grazie alle infiltrazioni mafiose nei vari paesi e nazioni e con il beneplacito politico.

E’ possibile presentare un disegno di legge che preveda l’obbligo, per le nostre catene di commercio, l’uso di materiali ecologici sia nell’imballaggio dei prodotti sia negli involucri per il trasporto. In questo modo si incrementerebbe del 90% la raccolta differenziata e il riciclo.

Però c’è un problema più grande da risolvere: il disastro ambientale è dovuto per la stragrande maggioranza a ben altri tipi di rifiuti e scarti.

Gli scarti delle fabbriche, e indotti; quindi polveri sottili, amianti e minerali cancerogeni. Come risolvere questo problema? Come renderli innocui?

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