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Pirateria senza indennizzo

Mentre i marittimi che transitano nel Golfo di Aden contrattualmente hanno diritto ad un indennizzo rischio pirateria, sia pure irrisorio rispetto al pericolo che corrono, quelli che navigano in altre zone infestate dai pirati non ne hanno diritto... La vita cambia valore a seconda della zona dove si naviga?
 
Su wikinotizie leggiamo:

L’International Bargaining Forum (IBF), organizzazione costituita dal Sindacato internazionale dei trasporti (ITF) e da associazioni internazionali armatoriali, durante una riunione tenutasi a Singapore ha deciso che i marittimi, soggetti agli accordi di questa organizzazione, nel transitare un’area convenzionale che comprende quasi l’intero Golfo di Aden, avranno diritto al doppio del salario per tutto il tempo di transito in quell’area.

Inoltre, per le navi che intendono seguire rotte esterne all’area controllata dalle forze della coalizione, i marittimi avranno il diritto di rifiutarsi di continuare il viaggio e tutte le spese per il rimpatrio saranno a carico degli armatori della nave.
 
 Vediamo cosa avviene nelle acque nigeriane:
 
Da tempo siamo abituati a leggere di attacchi pirateschi dei bucanieri somali, ma poco si legge degli attacchi di altri pirati lungo le coste di altre nazioni.
 
L’ IMB (Ufficio Marittimo Internazionale), che si occupa della pirateria mondiale, nel suo ultimo rapporto del 4 dicembre 2009, afferma che diverse navi, negli ultimi tempi, hanno dovuto affrontare attacchi violenti al largo delle coste nigeriane.
 
In questi attacchi i pirati nigeriani si sono limitati a derubare le navi assaltate e gli equipaggi di soldi e provviste. La violenza nei confronti dei marittimi imbarcati su queste navi è stata notevole.
 
Sono stati utilizzati dai pirati coltelli ed armi da fuoco automatiche.
 
Riportiamo di seguito quanto avvenuto a due degli equipaggi assaltati: 
Il 24 novembre 2009, una petroliera ancorata al largo delle coste del Benin, è stata abbordata da otto o nove rapinatori, tutti armati di pistole e coltelli e provenienti dal vicino confine nigeriano. Gli assalitori sono riusciti a guadagnare l’accesso al ponte di Comando. Hanno preteso soldi della cassa nave e gli effetti personali dell’equipaggio. Hanno picchiato il Comandante e legato diversi marittimi. Uno degli ufficiali della nave è stato in grado di dare l’allarme, cosa che ha causato il panico tra i pirati.. Mentre questi cercavano di scappare, il Comandante della nave è stato ucciso. Uno dei pirati è stato fermato dal personale e consegnato alle autorità del Benin.
 
il 30 ottobre 2009, in Nigeria, una nave cisterna è stata attaccata al largo di Lagos da sei pirati armati di coltelli e pistole. Il Comandante, con manovre evasive ha tentato di impedire l’abbordaggio dei pirati, ha avvertito anche Lagos Port Control. I pirati hanno aperto il fuoco. Alla fine sono riusciti a salire a bordo ed hanno preso in ostaggio tutti i membri dell’equipaggio. I prigionieri sono stati minacciati e diversi di loro aggrediti. I pirati hanno lasciato la nave dopo essersi fatti consegnare soldi e carte di credito dell’equipaggio, non prima però di aver danneggiato le apparecchiature di comunicazione e bloccato tutti i membri dell’equipaggio in una cabina.

Fino ad ora, nel 2009, ci sono stati 25 attacchi contro navi nelle acque nigeriane, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di rapina piuttosto che la presa di ostaggi. molte navi sono riluttanti a denunciare gli attacchi a causa delle pressioni commerciali o per timore di rappresaglie durante un probabile loro prossimo ritorno in quelle acque.

Negli ultimi tempi l’O.N.U. è stata sollecitata ad intervenire, con una forza militare, così come già fatto lungo le coste del corno d’Africa, anche nelle acque infestate da questi pirati nigeriani.

A questo punto sorge spontanea la domanda: perchè nelle acque infestate dai pirati somali i marittimi hanno diritto ad un indennizzo, mentre per altre zone, anch’esse infestate dai pirati, questo indennizzo non viene concesso?

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