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Perizia Englaro: quel fatto inesistente

Il 12 novembre scorso, su L’Espresso Tommaso Cerno anticipa alcune informazioni sulla perizia encefalica eseguita sul corpo di Eluana Englaro (testo integrale tra le fonti - n.d.r.)

La notizia è stata ripresa nei giorni scorsi da alcune piccole testate. Ma l’unico articolo in potenziale diffusione nazione resta quello su L’Espresso (a oggi, 16 novembre 2009 - n.d.r.).

In particolare, sul portale Aduc (testo integrale tra le fonti - n.d.r.) già il 13 novembre scorso si rilanciano alcune osservazioni a proposito di questa ’verità mediaticamente inesistente’:
"Sui quotidiani di oggi, con rare eccezioni, questa notizia praticamente non c’è. Per non parlare dei telegiornali.
Ciò non è dovuto solo alla proverbiale memoria corta che da sempre affligge gran parte della stampa tradizionale. Le cause sono altre: finanziamenti pubblici ai giornali, assetti proprietari da terzo mondo dell’editoria e la corporativizzazione della professione hanno prodotto fenomeni come questo odierno, grazie soprattutto ad una visione parzialissima della società. Sui mass media sembrano esistere solo due categorie di cittadini nel nostro Paese: politici (italiani e vaticani) e giornalisti. E’ la dialettica esclusiva e autoreferenziale di questi due gruppi, interconnessi da reciproci interessi economici e politici, che riempie le pagine dei giornali, cancellando la gran parte della società fatta di individui e comunità intermedie. E una delle prime vittime di questo tipo di informazione è proprio la verità, in questo caso la verità medico scientifica".

E’ indubbio che Eluana Englaro fosse ’attrazione interessante’ finché la si poteva considerare viva (finchè lo era il suo corpo quanto meno). Ed è altrettanto indubbio che il ’peso specifico’ delle informazioni non è uguale per tutti. La massmedialità però, che determina l’effettiva diffusione delle informazioni, ha evidentemente criteri e logiche specifiche da comprendere. I gradi di importanza ci devono essere, sia chiaro. A un attentato non si può dare lo stesso risalto dell’ultimo concerto di Madonna o meglio, si può ma intervengono altre dinamiche di morale, etica, critica sociale.

Quello che è stato definitivo ’il caso Englaro’ ha scatenato interventi mediatici di ogni tipo. Recentemente tali interventi si sono drasticamente ridotti non soltanto per la morte della ragazza ma anche per un certo ristagno, rallentamento e confusione nell’andamento del Ddl Calabrò. Resta il fatto che ’il caso Englaro’ poteva ragionevolmente considerarsi ’chiuso’ come vicenda personale, quanto meno, come accadimento di Eluana Englaro per Eluana Englaro e i suoi affetti stretti. Questo almeno fino al 12 novembre scorso. E tutt’ora persiste questa rottura, questa asincronia. La perizia encefalica è stata fatta sul corpo di Eluana Englaro e ha definito risultati scientifici indiscutibili. Si sciolgono dunque le ’immaginazioni’. Già l’articolo su L’Espresso usa il termine ’verità’. Sostanzialmente si tratta di ’fatti accertati’ dalla scienza medica.

Ma questi fatti, che tanto sono mancati l’anno scorso, fino a febbraio 2009, queste certezze diventate ’immaginazioni’ ovvero idee soggettive, teorie, convinzioni parziali in alcuni casi poggiandosi su fedi religiose, politiche, culturali, sociali; questi fatti ora che ci sono in pochi arrivano a saperlo. Che ci sono per l’appunto.

Allora io mi chiedo: è la massmedialità? E’ ciò che sta dietro la massmedialità? E’ la smemoratezza collettiva letargica che chiude argomenti come con gli interruttori (on/off)? O sono tutte queste variabili mescolate assieme a determinare un simile fenomeno inversamente proporzionale?

Il problema della ’inesistenza mediatica attuale’ in realtà potrebbe essere tranquillamente ignorabile a sua volta, se i cittadini avessero comunque il modo o la maniera di rintracciare l’informazione. Ma la rintracciabilità è direttamente legata alla possibilità di venirne a conoscenza. Dunque non si può svincolare l’elemento divulgativo mediatico con l’effettiva conoscibilità.

Resta poi un’altra consapevolezza, alla luce di questi nuovi fatti: la totale assenza di assunzioni di responsabilità. Proprio in virtù delle immaginazioni ormai sciolte, pare inutile, perduto il ’chi ha detto cosa che ora non può più essere quel cosa’. Evidentemente mi riferisco alla sfera pubblica che questa notizia difficilmente l’ha ’persa’ pur contribuendo a mantenerla nella non conoscibilità evitando dichiarazioni e interventi.

Sostanzialmente non ci sono state ad oggi reazioni.
Ma non c’è stata nemmeno divulgazione basilare dell’informazione.


Fonti
Eluana, la verità di Tommaso Cerno, L’espresso del 12-11-2009
La verità su Eluana Englaro: mediaticamente inesistente, Aduc del 13-11-2009
 
 
 
Immagine di Francesco di Bellinzona che si ringrazia.

 

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