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Per il governo slovacco la visita del Presidente ungherese non è gradita

Ormai da alcuni anni tra ungheresi e slovacchi la tensione è al massimo: il governo di Bratislavia ora teme la vittoria del conservatore Orban alle prossime elezioni politiche ungheresi

Non accenna a diminuire la tensione tra Ungheria e Slovacchia, i due stati confinanti della “Nuova Europa” che da più di un anno sono divisi dal trattamento giuridico da riservare alla minoranza magiara residente entro i confini slovacchi, rimasta divisa dalla madre patria dall’indomani della fine della prima guerra mondiale quando il Trattato di pace del Trianon privò l’Ungheria di buona parte del proprio territorio.

La parte magiara rimasta sotto la sovranità di Bratislavia non rappresenta la parte più numerosa delle minoranze ungheresi ora sotto sovranità di un altro stato se paragonata a quelle che abitano la Transilvania romena o la Vojvodina serba ma l’atteggiamento populista del partito conservatore di Budapest, guidato da Vicktor Orban, che, probabilmente al fine di ottenere un larghissimo suffragio alle prossime legislative magiare, punta molto, almeno a livello di propaganda, alla revisione del trattato del Trianon ha spaventato assai il governo slovacco, guidato dal liberale Robert Frico.



Anche Bratislavia però non è immune da colpe avendo ultimamente imbarcato nella maggioranza di governo una forza politica ultra- nazionalista che ha ottenuto dal premier il varo di una legge assai restrittiva sull’uso della lingua nazionale con il sostanziale bando dell’uso dell’ungherese, quale seconda lingua, dalle scuole e dagli uffici pubblici delle regioni sud- orientali del paese ove si concentra la minoranza magiara. Pure le iniziative filo- ungheresi delle varie amministrazioni locali del sud slovacco sono costantemente boicottate in quanto giudicate dal premier Frico come propedeutiche ad una prossima richiesta di annessione a Budapest da parte di quelle regioni. Sono gli stessi timori che non molti chilometri a sud- est hanno i politici romeni di fronte alle rivendicazioni dei magiari della Transilvania e che quest’estate hanno portato questi ultimi a contestare il Presidente romeno Basescu nella località termale di Baile Tusnad. Basescu, infatti, allora si espresse in maniera nettamente contraria ad una maggiore autonomia da Bucarest richiesta della minoranza magiara transilvanica. In forza di questi timori poi Romania e Slovacchia continuano a rifiutarsi a riconoscere l’indipendenza unilaterale del Kossovo.

Lo scorso venti agosto, poi, l’ossessione slovacca anti- ungherese ha raggiunto il suo livello estremo: quel giorno, alla presenza del Capo dello Stato ungherese Lazlo Solyom, nella città slovacca di Komarno, al confine con l’Ungheria ( solo un ponte sul Danubio divide i due stati), si sarebbe dovuto inaugurare un monumento a Santo Stefano d’Ungheria, il re magiaro che convertì il suo popolo al cristianesimo. Il governo slovacco capeggiato da Robert Frico però ha dichiarato la visita del Presidente ungherese Solyom non gradita, e lo ha costretto ad un rapido dietro- front proprio mentre stava attraversando il ponte. Ufficialmente la Slovacchia incolpa l’Ungheria di aver inviato i propri carri armati, solo la Romania di Ceausescu si rifiutò, a Praga più di quarant’anni fa a supporto dell’Armata rossa che represse nel sangue la breve esperienza della “ Primavera” ceco- slovacca. Una scusa senz’altro, se si ragionasse in questo modo allora l’Ungheria di oggi dovrebbe magari interrompere le proprie relazioni con l’Italia considerato che il suo Presidente, ex comunista, nel 1956 benedì la repressione sovietica della rivoluzione ungherese, che nasconde la rinascita di un pernicioso nazionalismo di stampo balcanico all’interno della cosiddetta Nuova Europa. Ora dovrebbe essere la Vecchia Europa, da Bruxelles, ad intervenire al fine di evitare una pericolosissima contrapposizione tra Stati di nuovo affratellati non più sotto l’egida del tallone militare sovietico bensì dai principi di libertà e democrazia dell’Unione europea.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.62) 25 agosto 2009 22:59
    Damiano Mazzotti

    Cosa aspettano i giovani europei a cacciare via a calci nel culo tutti i vecchi rincoglioniti che si ritrovano a capo del governo o della repubblica...
    Perchè i giovani non capiscono che stanno rischiando di ritornare in trincea come è successo nella ex-jugoslavia?
    Finchè i giovani non riusciranno a stemperare la brama di poteri dei vecchi che non hanno niente di meglio da fare, siamo tutti a rischio di un altro conflitto mondiale..

    Bisogna fare come nell’89 con la caduta del muro di berlino, mazze, picconi e badili e avanti...

    E se continuano a rompere i coglioni bisogna farsi avanti con i bocconi avvelenati e incendiare le tane come si fa con i topi...

  • Di grypsleroy (---.---.---.122) 11 ottobre 2009 10:03

    Salve a tutti.
    Innanzitutto devo fare una correzione: la capitale della Slovacchia è Bratislava, non Bratislavia..
    In secondo luogo, devo dire, è con grande rammarico che ho letto questo articolo, involontariamente o meno filomagiaro. Vi sono presenti moltissime incoerenze e falsità.
    Primo: al governo Robert Fico non è alleato con un partito ultra-nazionalista. Si tratta del partito nazionale slovacco, partito di centro destra simile per certi aspetti ad Alleanza Nazionale qui in Italia. Non è nemmeno lontanamente paragonabile a Slovenska Pospolitost per certi aspetti simile a La destra o a FN.
    Secondo: nel trattato di pace del Trianon l’Ungheria, dopo aver perso la prima guerra mondiale è stata ridimensionata dalla precedente Felix Hungaria Asburgica nella quale era ricompresa l’intera Slovacchia, si è impegnata di fornte all’intera comunità internazionale ad accettare tali confini. Ciò nonostante durante la seconda guerra mondiale ha tentato di aggredire il suo alleato filo-nazista del nord. Gli Slovacchi si sono ben difesi, hanno ribadito la loro sovranità, e ( attenzione ) pur potendolo fare non hanno imposto sanzioni al’Ungheria, ma solo ristabilito i confini che le spettavano di diritto.
    Detto questo bisogna precisare che è insito nella mentalità di molti ungheresi, un complesso di superiorità che li porta a vedere ogni cosa come un oltraggio, offesa od attentato alla loro madre patria. E tutto questo grazie anche alle continue fomentazioni fatte da molti partiti di estrema destra come Magyar Garda, Jobbik etc ( proare per credere: vedi su youtube ).
    La maggiorparte dei cittadini slovacchi e ungheresi è indifferente a tutto questo. Abito in Slovacchia a 15 km dall’Ungheria, spesso ci vado a fare la spesa e troppo spesso, gli unici a causare problemi xenofobi sono dei giovani grandi e grossi vestiti di nero e con la testa rasata. Non so se mi spiego.
    Ultima precisazione: la legge varata dal governo Fico non è assolutamente una legge xenofoba o razzista. Vi pare possibile fare di queste leggi all’interno della UE? Tale legge stabilisce solo che all’interno dei confini della Repubblica Slovacca, per quanto riguarda documenti ufficiali e pubblica amministrazione si dovrà usare la lingua slovacca. Vi pare possibile che in Italia qualcuno al governo, o qualche sindaco, non scriva più le leggi o i documenti ufficiali in italiano ma in arabo, francese o tedesco???
    I diritti delle varie minoranze vengono comunque garantiti.
    The last but not the least... la questione dell’inaugurazione della statua del re ungherese in Slovacchia era una chiara provocazione nei confronti della sovranità slovacca. La statua ( di un re ungherese, non slovacco ) doveva essere inauguarata il giorno dell’anniversario dell’invasione dei carri armati ungheresi in slovacchia. Vi sono state invitate tutte le più grandi autorità ungheresi ma non quele slovacche. Vi pare possibile che in Italia venga Obama o Sarkozy ad inaugurare un quealsiasi evento e che non si facciano presenti ne Berlusconi ne Napolitano????

  • Di sergio bagnoli (---.---.---.250) 12 ottobre 2009 08:34

    Cari lettori, sono Sergio Bagnoli l’autore dell’Articolo, decidetevi una volta per tutte! Il mio pezzo infatti, pubblicato su un’altra testata, è stato fatto oggetto di spudorate minacce da parte di una pseudo- giornalista ungherese, tale Agnes Bencze vicina alle posizioni di destra magiare di Orban e del suo partito. Ero spudoratamente filo- slovacco mi dicevano. Lei caro lettore amante anti- ungherese che tanto ama farmi le pulci commette a sua volta gravi inesattezze:
    1)innanzitutto afferma che in Italia negli atti ufficiali si possa solamente usare l’ italiano! Non è vero. Laddove cospicue minoranze etniche divengono localmente maggioranza tra i residenti accanto alla lingua di Dante si usa l’idioma della minoranza: il tedesco in Sud- Tirolo, il francese in Valle d’Aosta. 
    2) L’inaugurazione di una statua, lei dice, è stata una provocazione della minoranza ungherese per creare il casus belli : le ricordo che in Romania, ovviamente in Transilvania nella zona di Tirgu Mures e Brasov nelle piazze di alcune città ovunque campeggia la statua di Santo Stefano d’Ungheria o dell’eroe dell’indipendenza magiara, Petofi, che morì presso Sighisoara. Nessun politico romeno sinora ha considerato la loro presenza come una provocazione all’unità territoriale di Bucarest. Quindi anche gli amici slovacchi imparino! Essere parte dell’Unione europea infatti vuol dire accetarne i principi di libertà e democrazia sopratutto quando questi diritti appartengono a minoranze etniche. L’Italia nel 1946 è stata obbligata a farlo come giustamente doveva erssere. Anche gli stati multinazionali dell’Europa centrale dovrebbero adeguarsi. 

    • Di liberta (---.---.---.7) 16 ottobre 2009 01:05

      Caro Bagnoli, non lasciarti intimidire né dalla Bencze, né dai nazionalisti slovacchi. L’argomentazione di Grypsleroy é una tipica argomentazione nazionalista slovacca, piena di bugie. Le carre armate ungheresi erano costrette di partecipare all’intervento armato contro Cecoslovacchia, come tutti i paesi comunisti, eccetto Romania. L’Ungheria stessa era sotto occupazione russa, cosa poteva fare? Ma era un ufficiale anonimo ungherese , che, mettendosi in pericolo, il 2O. agosto 1968 ha avvertito per telefono Praga d’occupazione preparata, ma i politici di Praga non gli hanno creduto. Quanto alla legge slovacca sull’uso della lingua: vuol regolare anche l’uso della lingua fra il medico ed il malato nell’ospedale e nell’ ambulatorio. Anche se tutte le due persone sono ungheresi!Usare la lingua ungherese é permesso solo negli ospedali delle cittá dove il 2O % della popolazione appartiene a minoranza ungherese. Assurdo, vero? Quindi non si tratta di documentazione ufficiale, questo si fa, naturalmente, in slovacco. Si tratta invece di territori della vita umana dove uno stato non ha niente da fare. Uno stato normale, s’ intende.

  • Di Agnes Bencze (---.---.---.118) 3 novembre 2009 12:20

    Caro Bagnoli,
    Di quali "minaccie spudorate" parla? Io ho notato soltanto che i Suoi articoli contengono numerose inesattezze, come l’hanno potuto notare anche qui i lettori conoscitori della Slovacchia e/o dell’Ungheria.

    Infatti, la capitale della Slovaccchia e’ BRATISLAVA e non BRATISLAVIA
    il primo ministro slovacco si chiama FICO e non FRICO
    il nome di battesimo del leader del partito ungherese Fidesz si scrive VIKTOR e non VICKTOR....

    ...Ma soprattutto, Lei sostiene e ripete notoriamente in vari articoli pubblicati su varie testate un’affermazione tanto falsa quanto pericolosa: Lei ha la fissazione che l’attuale opposizione ungherese, una volta sara’ al potere (probabilmente dal 2010), proporra’ una revisione dello status quo terriotoriale stabilito nel 1920 e riconfermato nel 1945.
    Ora, io ritengo mio dovere di dissipare questa pseudo-notizia preoccupante e tranquillizzare l’opinione pubblica, anche quella italiana: in Ungheria non se ne parla neanche, della revisione delle frontiere!

    Non se ne parla perché tutta la societa’ e tutta la classe politica ha imparato benissimo la lezione della Seconda Guerra Mondiale ed e’ consapevole dei pericoli conseguenti da una tale richiesta. Percio’ in Ungheria oggi questa idea non appare neanche nella campagna elettorale dei partiti, né della destra, né della sinistra. Tanto meno potrebbe apparire nella politica ufficiale di un governo ungherese, di qualsiasi colore!

    Bisogna dire, invece, che si parla - e per fortuna si parla sempre di piu’ - della situazione delle minoranze ungheresi autoctone viventi nei Paesi circostanti "eredi di Trianon", i cui diritti - mi dispiace di dirlo - non sono sempre e dappertutto garantiti. Difatti, il governo slovacco attuale conduce proprio una crociata contro questa comunita’, costituita da circa mezzo milione di cittadini slovacchi di lingua e di cultura ungherese, e la legge linguistica non e’ l’unico sintomo che lo dimostra. Personalmente penso che i governi e i partiti dell’Ungheria fanno bene a occuparsi di questo problema, che dovrebbe trovare una soluzione con l’aiuto della comunita’ delle nazioni europee, con il massimo rispetto dei territori e dei confini, ma anche dei diritti degli individui e dei gruppi minoritari. Tale esigenza non e’ equivalente pero’ del revisionismo territoriale - spero che il lettore italiano imparziale mi dia retta in questo.

    Al gentile collega Bagnoli chiederei invece di smetterla di nominarmi sempre e dappertutto, con aggettivi poco cortesi. Pare infatti che faccia anche Lei una specie di crociata, non so bene per quale motivo e contro chi, in realta’... In ogni caso, credo che questo suo continuo ardore non aiuti molto la pacificazione delle tensioni esistenti tra le nazioni europee...

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